Il capo politico dei 5 stelle sul Blog delle Stelle ha annunciato la svolta storica sulle candidature a livello locale, dopo che da sempre era stato considerato una regola intoccabile quasi quanto quella dello stop dopo i due mandati. Ha quindi affrontato quelli che secondo lui sono i punti deboli del Movimento che lui, ha detto, "intende affrontare": "Questo vuol dire pure che dove non siamo pronti dobbiamo smetterla di presentarci". E ha aggiunto: "Finché ci sarò io governo non cadrà". La replica di Salvini: "Non c'è bisogno di argine contro nessuno"
Una svolta storica per il Movimento 5 stelle, arrivata dopo 48 ore di silenzio: il capo politico M5s Luigi Di Maio ha scelto il Blog delle Stelle per fare l’analisi del voto in Abruzzo e soprattutto per annunciare che, nei prossimi mesi, saranno fatte una serie di consultazioni in rete sull’organizzazione locale e nazionale, ma soprattutto per parlare delle alleanze con le liste civiche. E’ questo uno dei tabù su cui sia Davide Casaleggio sia Beppe Grillo si sono sempre opposti, mentre la vecchia guardia (Massimo Bugani in primis) da mesi chiede di rivedere la regola. Ora, il brutto risultato delle Regionali, ha aperto una breccia che potrebbe cambiare radicalmente la struttura delle candidature sul territorio: è vero che bisogna ancora fare la consultazione con la base, ma il solo fatto di averlo potuto scrivere nero su bianco sul blog, significa che c’è stato il tanto atteso via libera dall’alto. Di Maio, nel lungo post, ha parlato “di problemi di fondo” che c’è bisogno di affrontare e analizzare. E ha chiuso dicendo che “finché ci sarò io il governo non cadrà”, e pure che “il M5s è l’unico argine a Silvio Berlusconi ministro dell’Economia o della Giustizia”. A queste valutazioni ha subito replicato il collega vicepremier del Carroccio Matteo Salvini dicendo che “non c’è bisogno di argini contro nessuno”.
Il post di Di Maio ha segnato una prima volta anche per quanto riguarda l’analisi della sconfitta. Mai i 5 stelle avevano fatto considerazioni simili e per di più pubblicamente. Il leader, dopo aver deciso di evitare la stampa per due giorni, ha scelto di parlare sul sito ufficiale dei parlamentari. “Ogni volta”, è stato l’esordio, “che il Movimento 5 stelle ottiene alle elezioni locali un risultato inferiore a quello delle politiche, c’è chi non parla d’altro che della sua fine imminente. Basta vedere i dati. Alle elezioni comunali di giugno 2017 abbiamo preso di media il 7,8% e poi dopo meno di un mese il 33% alle politiche. Poi a giugno 2018 abbiamo preso in media il 12% alle comunali. Quindi si mettano l’anima in pace perché non è così. In questi due giorni dopo le elezioni però ho riflettuto. Mi sono chiesto se fosse il caso di dire una verità che tutti nel Movimento conosciamo, ma nessuno ha ancora avuto il coraggio di dire”. Poi ha continuato: “Dopo la Sicilia, dopo il Molise, dopo l’Abruzzo. Se non siamo riusciti a conquistare una regione con Giancarlo Cancelleri nonostante il 35 per cento, con Andrea Greco nonostante il 38% e con Sara Marcozzi, persone che hanno dato l’anima nel territorio per anni e che hanno fatto l’impossibile, è chiaro che ci sono alcuni problemi di fondo. Che come Movimento dobbiamo affrontare. Che io come capo politico del Movimento 5 stelle intendo affrontare”.
Quindi il leader ha parlato addirittura della necessità di evitare di presentarsi là dove il Movimento non è maturo per farlo. Si tratta di una scelta già fatta più volte in occasione di elezioni locali: “È necessario”, ha detto, “arrivare sempre alle amministrative con un percorso che preveda un lavoro sul territorio fatto di incontri con categorie, mondo del sociale, con gli amministratori. Non improvvisando come a volte accade. Questo vuol dire pure che dove non siamo pronti dobbiamo smetterla di presentarci. Mi ha colpito il fatto che in alcune Regioni in questi anni siamo rimasti nella nostra zona di comfort, evitando di incontrare categorie importanti come ad esempio quelle dell’imprenditoria e del volontariato. È ora di farlo”.
A questo punto ha affrontato il grande tabù degli apparentamenti con altre liste sul territorio: “Pensate a come abbiamo affrontato le politiche”, si legge. “Apertura a nuovi mondi con gli uninominali e la squadra di governo portandoci dentro tante competenze, coinvolgendo persone del mondo accademico, scientifico, delle forze dell’ordine, dell’imprenditoria e incontrando quotidianamente un’impresa per ascoltare i problemi veri delle persone. Anche le elezioni amministrative vanno affrontate con strategia e rigore”. I temi saranno sottoposti al voto degli iscritti alla piattaforma Rousseau, ma il solo fatto di averli formalizzati in un post significa che sono stati discussi e accettati dai vertici: “Per questo nelle prossime settimane presenterò agli iscritti del Movimento delle proposte da sottoporre a consultazioni online. Dobbiamo affrontare il tema dell’organizzazione nazionale e locale, dobbiamo aprire ai mondi con cui sui territori non abbiamo mai parlato a partire dalle imprese, dobbiamo decidere se guardare alle liste civiche radicate sul territorio. Questo processo non si concluderà dall’oggi al domani. Richiederà mesi e richiederà impegno da parte di tutto il Movimento per poi arrivare alla formulazione di proposte da votare su Rousseau. Abbiamo anche da migliorare la presenza del Governo e dei parlamentari sul territorio, di questo parleremo alla prossima assemblea dei parlamentari che si terrà lunedì sera”.
Ha dato garanzie sul fatto che i 5 stelle continueranno con le battaglie per tagliare i costi della politica, anche se valuteranno come meglio fare investimenti sul territorio: “Continueremo sempre a restituire gli stipendi, a costruire le trazzere, a regalare le ambulanze – atti di testimonianza importantissimi per spiegare che una politica diversa è possibile – ma possiamo iniziare a guardare alle amministrative come l’occasione di governare il territorio italiano dal basso e tagliare gli stipendi ai consiglieri regionali, a migliorare le infrastrutture e la sanità. Lo decideremo insieme. Il MoVimento 5 Stelle c’è e ci sarà. Ancorato ai suoi valori, ma in continua evoluzione. E soprattutto unito e coerente”.
Infine una riflessione sull’esecutivo: “C’è poi chi pensa che per vincere in Abruzzo dovevamo far cadere il Governo“, si legge. “Questo finché ci sarò io non avverrà. I nostri iscritti hanno votato il contratto di Governo e io ho dato la mia parola agli italiani che si va fino in fondo. Questo Governo durerà 5 anni e ispirerà tanti altri governi europei. Il MoVimento 5 Stelle oggi è l’unico argine a Berlusconi Ministro della giustizia o dell’economia. Dove governiamo come governo e dove siamo minoranza come opposizione. Siamo il MoVimento 5 Stelle e siamo al servizio dei cittadini. Sempre e comunque”.