Si parla molto di inquinamento ambientale, soprattutto in relazione alla plastica dispersa nei mari. Oltre a proporre il bando a cotton-fioc, posate e altri prodotti monouso in plastica, la Commissione Europea ha anche finanziato il progetto Exilva con un investimento di oltre 27 milioni di euro (su un investimento congiunto pubbolico e privato di oltre 44 milioni di euro). È forse l’azione più efficace intrapresa finora per la tutela dell’ambiente dall’inquinamento della plastica. Il progetto ha portato alla produzione della prima cellulosa microfibrillata al mondo (MFC) disponibile in quantità commerciali. È un sostituto della plastica, è da 7 a 10 volte più resistente dell’acciaio e supera anche il Kevlar in robustezza.
Fra le caratteristiche distintive c’è che non inquina: l’Exilva è prodotta interamente da un abete rosso coltivato in modo sostenibile in Scandinavia, che fa parte della famiglia dei pini Picea. Un processo chimico estrae sostanze organiche dal legno e permette di ottenere l’MFC, costituito da fibra di cellulosa microfibrillata. Questo termine complesso indica semplicemente che le fibre vengono suddivise in fibre più sottili, nell’ordine dei nanometri. Il risultato è un materiale ecologico e sostenibile funzionale alla produzione commerciale di cosmetici, vernici, rivestimenti per la costruzione, plastiche bio per il packaging, colle elastiche e altro.
La produzione di MFC è già partita nella bioraffineria di Sarpsborg dell’azienda norvegese Borregaard, dove si sono già raggiunte le 1.000 tonnellate all’anno. Il direttore marketing Mats Hjørnevik ha spiegato che “attualmente stiamo lavorando su oltre un migliaio di progetti commerciali attivi in tutto il mondo e un numero di clienti che sviluppano prodotti che beneficiano della migliore efficienza e prestazioni di Exilva MFC rispetto alle sostanze tradizionali, oltre a miglioramenti in termini di sostenibilità e protezione ambientale”.
Fra le proprietà di questo materiale rivoluzionario c’è il fatto che in versione liquida può essere compresso e distribuito come spray, per poi ritornare più o meno velocemente alla sua forma iniziale viscosa. Questo permette di usarlo come additivo per “stabilizzare” liquidi, creme e gel. Hjørnevik infatti spiega che “la tecnologia Exilva è un fattore abilitante per un uso più ampio delle sostanze a base acquea, sostituendo quelle a solvente che derivano da alternative a base di petrolio. È un additivo eco-compatibile che fornisce un’alternativa valida, sostenibile e a valore aggiunto per molte industrie che attualmente utilizzano prodotti a base di prodotti petrolchimici”.
Probabilmente l’impiego di questa sostanza riserva altre scoperte ancora da fare, perché usandolo sul campo “Exilva sta ancora svelando nuove applicazioni di cui prima non eravamo a conoscenza. Questo crea indirizzi per prodotti con proprietà mai viste prima”.