di Alessandra Maino*
Negli ultimi mesi abbiamo sentito parlare quotidianamente di gig workers, più precisamente dei cosiddetti riders e di come debbano essere inquadrati e tutelati. Nell’attesa di un eventuale intervento legislativo, alcuni ciclo-fattorini hanno promosso ricorso, rispettivamente a Milano e Torino, rivendicando la natura subordinata del rapporto di lavoro. In primo grado l’esito del giudizio è stato in entrambi i fori negativo. Alcuni giorni fa, invece, la Corte di Appello di Torino ha parzialmente riformato la sentenza del tribunale, stabilendo che i riders debbano considerarsi lavoratori autonomi, cui si applicano alcune tutele del lavoro subordinato ex art. 2 Dlgs 81/2015.
Al di là di quello che potrebbe accadere a livello normativo e interpretativo nei prossimi mesi, in Europa e non solo, alcuni tribunali si sono già espressi in modo chiaro su quale sia la forma di inquadramento più corretta per questa categoria di lavoratori. Pur consapevoli che ogni ordinamento ha le proprie peculiarità e differenze – e che non è automatico che quanto stabilito, ad esempio, in Spagna possa valere anche per l’Italia o la Francia – guardare in “casa altrui”, come si dice, non fa mai male, soprattutto per avere una visione più allargata della questione.
Ebbene, ecco che nel novembre 2017, la Corte di Appello di Parigi ha confermato la decisione del Conseil de Prud d’hommes de Paris che aveva stabilito che i fattorini di Deliveroo non potevano considerarsi lavoratori subordinati. La tesi del tribunale francese si basa sulla circostanza per cui l’attività dei riders non si svolge all’interno di un servizio unilateralmente organizzato dal datore di lavoro (cosiddetto service organisé), ma gli stessi sono liberi di auto-organizzare luoghi e tempi di lavoro. Tale caratteristica del rapporto è stata valorizzata anche dai tribunali italiani al fine di sostenere la natura autonoma.
Il pregio dell’ordinamento francese è quello di aver introdotto una serie di norme nel Code du Travail per quei lavoratori che ricorrono a piattaforme di intermediazione per esercitare la loro attività professionale, come il diritto all’associazione sindacale e il diritto di sciopero, oltre a diritti previdenziali. La decisione francese avvalora la tesi per cui non servirebbe ricercare la subordinazione, per impostare una seria ed efficace base di protezione per questi lavoratori.
In senso favorevole al riconoscimento della natura subordinata del rapporto si sono, invece, espressi i giudici australiani e quelli del tribunale di Valencia, Spagna. A novembre 2018 la Fair Work Commission australiana ha stabilito che il rider, in questo caso di Foodora, non è un indipendent contractor e che il suo licenziamento disposto con mail e senza preavviso è illegittimo.
A giugno 2018 il tribunale di Valencia ha statuito che i riders di Deliveroo devono considerarsi lavoratori subordinati dato che il rapporto di lavoro “si incardina nell’ambito dell’organizzazione e direzione dell’impresa convenuta in giudizio”. Per i giudici spagnoli è Deliveroo che stabilisce il prezzo del servizio e che gestisce le condizioni con il ristorante, i clienti e il rider; quest’ultimo può scegliere quando lavorare, ma nelle fasce orarie indicate dalla piattaforma e si trova letteralmente inserito nell’organizzazione dell’impresa che fa interamente in capo a Deliveroo. In senso contrario si è invece espresso il tribunale di Madrid.
Sentenze straniere alla mano, è pacifico che non c’è una visione unitaria del fenomeno, tanto che nemmeno i riders stessi hanno una posizione univoca in merito a quale debba essere il loro corretto inquadramento. La compagine dei ciclo-fattorini è, infatti, molto varia, soprattutto se guardiamo al nostro Paese. I dati Inps dello scorso anno davano atto del fatto che in Italia il numero di gig workers era più alto tra i lavoratori adulti, a conferma del fatto che la distribuzione dei pasti non è un lavoro solo per i giovani.
Uno studio dell’Università Statale di Milano condotto in questi mesi ha ad esempio evidenziato – con riguardo alla realtà milanese – che ciclo-fattorini sono per lo più giovani stranieri tra i 22 e i 30 anni, che vivono grazie agli introiti delle consegne a domicilio e che avrebbero bisogno di informazione, garanzie e tutele ben precise.
In ogni caso, e a prescindere dalla risoluzione del dilemma qualificatorio, non dobbiamo mai dimenticarci del carattere umano delle attività di gig economy e della necessità di individuare quanto meno un nucleo di diritti fondamentali nei confronti dei cosiddetti gig workers. In questo senso, a livello locale ci sono già state delle proposte concrete volte a individuare standard minimi di tutela: basti pensare alla “Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano” firmata a Bologna, o alla proposta di legge della Ragione Lazio riguardante le “Norme per la tutela e la sicurezza dei lavoratori digitali”. A Milano è stato invece aperto uno sportello di informazione e consulenza dedicato ai riders vista anche l’elevata componente straniera che necessità, come detto, di un’assistenza qualificata.
*Curiosa e attenta ai cambiamenti socio-economici, ho maturato la mia esperienza professionale, specializzandomi nel diritto del lavoro, in collaborazione con il principale sindacato italiano. Ho scelto di dedicarmi con impegno alla tutela dei lavoratori perché, come diceva Pellizza da Volpedo, credo che per rivendicare i propri diritti sia necessaria una “lotta serena, calma e ragionata”. Originaria di Vicenza, vivo e lavoro a Milano da oltre tre anni.
Area pro labour
Giuristi per il lavoro
Lavoro & Precari - 13 Febbraio 2019
Rider, ancora nessuna legge chiara. Nemmeno oltre confine
di Alessandra Maino*
Negli ultimi mesi abbiamo sentito parlare quotidianamente di gig workers, più precisamente dei cosiddetti riders e di come debbano essere inquadrati e tutelati. Nell’attesa di un eventuale intervento legislativo, alcuni ciclo-fattorini hanno promosso ricorso, rispettivamente a Milano e Torino, rivendicando la natura subordinata del rapporto di lavoro. In primo grado l’esito del giudizio è stato in entrambi i fori negativo. Alcuni giorni fa, invece, la Corte di Appello di Torino ha parzialmente riformato la sentenza del tribunale, stabilendo che i riders debbano considerarsi lavoratori autonomi, cui si applicano alcune tutele del lavoro subordinato ex art. 2 Dlgs 81/2015.
Al di là di quello che potrebbe accadere a livello normativo e interpretativo nei prossimi mesi, in Europa e non solo, alcuni tribunali si sono già espressi in modo chiaro su quale sia la forma di inquadramento più corretta per questa categoria di lavoratori. Pur consapevoli che ogni ordinamento ha le proprie peculiarità e differenze – e che non è automatico che quanto stabilito, ad esempio, in Spagna possa valere anche per l’Italia o la Francia – guardare in “casa altrui”, come si dice, non fa mai male, soprattutto per avere una visione più allargata della questione.
Ebbene, ecco che nel novembre 2017, la Corte di Appello di Parigi ha confermato la decisione del Conseil de Prud d’hommes de Paris che aveva stabilito che i fattorini di Deliveroo non potevano considerarsi lavoratori subordinati. La tesi del tribunale francese si basa sulla circostanza per cui l’attività dei riders non si svolge all’interno di un servizio unilateralmente organizzato dal datore di lavoro (cosiddetto service organisé), ma gli stessi sono liberi di auto-organizzare luoghi e tempi di lavoro. Tale caratteristica del rapporto è stata valorizzata anche dai tribunali italiani al fine di sostenere la natura autonoma.
Il pregio dell’ordinamento francese è quello di aver introdotto una serie di norme nel Code du Travail per quei lavoratori che ricorrono a piattaforme di intermediazione per esercitare la loro attività professionale, come il diritto all’associazione sindacale e il diritto di sciopero, oltre a diritti previdenziali. La decisione francese avvalora la tesi per cui non servirebbe ricercare la subordinazione, per impostare una seria ed efficace base di protezione per questi lavoratori.
In senso favorevole al riconoscimento della natura subordinata del rapporto si sono, invece, espressi i giudici australiani e quelli del tribunale di Valencia, Spagna. A novembre 2018 la Fair Work Commission australiana ha stabilito che il rider, in questo caso di Foodora, non è un indipendent contractor e che il suo licenziamento disposto con mail e senza preavviso è illegittimo.
A giugno 2018 il tribunale di Valencia ha statuito che i riders di Deliveroo devono considerarsi lavoratori subordinati dato che il rapporto di lavoro “si incardina nell’ambito dell’organizzazione e direzione dell’impresa convenuta in giudizio”. Per i giudici spagnoli è Deliveroo che stabilisce il prezzo del servizio e che gestisce le condizioni con il ristorante, i clienti e il rider; quest’ultimo può scegliere quando lavorare, ma nelle fasce orarie indicate dalla piattaforma e si trova letteralmente inserito nell’organizzazione dell’impresa che fa interamente in capo a Deliveroo. In senso contrario si è invece espresso il tribunale di Madrid.
Sentenze straniere alla mano, è pacifico che non c’è una visione unitaria del fenomeno, tanto che nemmeno i riders stessi hanno una posizione univoca in merito a quale debba essere il loro corretto inquadramento. La compagine dei ciclo-fattorini è, infatti, molto varia, soprattutto se guardiamo al nostro Paese. I dati Inps dello scorso anno davano atto del fatto che in Italia il numero di gig workers era più alto tra i lavoratori adulti, a conferma del fatto che la distribuzione dei pasti non è un lavoro solo per i giovani.
Uno studio dell’Università Statale di Milano condotto in questi mesi ha ad esempio evidenziato – con riguardo alla realtà milanese – che ciclo-fattorini sono per lo più giovani stranieri tra i 22 e i 30 anni, che vivono grazie agli introiti delle consegne a domicilio e che avrebbero bisogno di informazione, garanzie e tutele ben precise.
In ogni caso, e a prescindere dalla risoluzione del dilemma qualificatorio, non dobbiamo mai dimenticarci del carattere umano delle attività di gig economy e della necessità di individuare quanto meno un nucleo di diritti fondamentali nei confronti dei cosiddetti gig workers. In questo senso, a livello locale ci sono già state delle proposte concrete volte a individuare standard minimi di tutela: basti pensare alla “Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano” firmata a Bologna, o alla proposta di legge della Ragione Lazio riguardante le “Norme per la tutela e la sicurezza dei lavoratori digitali”. A Milano è stato invece aperto uno sportello di informazione e consulenza dedicato ai riders vista anche l’elevata componente straniera che necessità, come detto, di un’assistenza qualificata.
*Curiosa e attenta ai cambiamenti socio-economici, ho maturato la mia esperienza professionale, specializzandomi nel diritto del lavoro, in collaborazione con il principale sindacato italiano. Ho scelto di dedicarmi con impegno alla tutela dei lavoratori perché, come diceva Pellizza da Volpedo, credo che per rivendicare i propri diritti sia necessaria una “lotta serena, calma e ragionata”. Originaria di Vicenza, vivo e lavoro a Milano da oltre tre anni.
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Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Un piano B per il Festival della Rai. In attesa di conoscere nei dettagli la delibera con cui il Comune di Sanremo ha deciso di disegnare il bando per una gara con cui assegnare la realizzazione del festival, la Rai si è messa al lavoro per approntare un'ipotesi alternativa che parte dalla conseguenza più logica: immaginare l'organizzazione in un'altra città di un festival che avrà necessariamente alcune caratteristiche diverse. A partire dal nome: non più Festival della Canzone Italiana, che è la denominazione legata al festival di Sanremo e quindi a possibili contese di copyright, ma un titolo alternativo che potrebbe essere Festival della Musica Italiana o qualcosa di simile. L'evento sarebbe in ogni caso, visto che la Rai è membro Ebu, il festival che eleggerebbe il rappresentante italiano all'Eurovision Song Contest.
Per la location si è già parlato insistentemente di Torino in questi mesi ma - a quanto apprende l'Adnkronos - non è stata presa ancora alcuna decisione al riguardo. Torino viene citata al momento come esempio solo perché nel capoluogo piemontese la Rai ha organizzato un'edizione dell'Eurovision Song Contest nel 2022 particolarmente riuscita tanto da ottenere il plauso dell'Ebu. La scelta della città, oltre che alla presenza di strutture adeguate ad ospitare un simile evento, dipenderà anche dalla qualità dell'eventuale accordo con l'amministrazione comunale. La Rai, naturalmente, punterà ad una convenzione lunga e inattaccabile, che metta cioè al riparo da quanto accaduto con Sanremo.
Intanto, il servizio pubblico aspetta anche di leggere nella sua interezza la delibera con cui il Comune istituisce il bando di gara. Una delibera che, alla lettura delle anticipazioni, ha piuttosto irritato la Rai, sia per la richiesta di un cospicuo aumento della richiesta economica (la base d'asta sarebbe di 6,5 milioni l'anno, contro gli attuali 5 previsti dall'ultima convenzione), sia per l'inserimento della richiesta vincolante di realizzare ben altri 4 programmi tv in onda dalla città dei fiori. Il Comune, dal canto suo, ha fatto sapere che la delibera è il frutto di una riflessione sulle tempistiche per l'organizzazione di un evento che richiede tempi lunghi di preparazione. Non sarebbero invece molte le speranze riposte nell'esito del ricorso in appello al Consiglio di Stato, dopo la decisione del Tar della Liguria che a dicembre ha dichiarato illegittimo l'affidamento diretto (senza gara) alla Rai dell'organizzazione del Festival della Canzone Italiana. Ricorso che verrà dibattuto nel merito il 22 maggio prossimo.
Ma su Sanremo, si sa, in Rai si comincia a lavorare all'edizione successiva il giorno dopo la finale di ogni anno. E la prima opzione dell'azienda resterebbe comunque il festival a Sanremo se potessero ripetersi le condizioni degli ultimi anni. Quel che è certo è che il servizio pubblico non può rinunciare a quello che è l'evento dell'anno per l'intrattenimento televisivo: una kermesse che illumina ben più di una settimana di programmazione e che ha totalizzato nell'ultima edizione oltre 65 milioni di raccolta pubblicitaria, con un trend continuamente in crescita negli ultimi 6 anni. Quindi a Sanremo o altrove, questo festival s'ha da fare. (di Antonella Nesi)
Napoli , 6 mar. - (Adnkronos) - Max blitz antidroga dei carabinieri tra Napoli e Salerno: smantellate 15 piazze di spaccio e indagato a piede per favoreggiamento anche un sacerdote. I militari del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata hanno eseguito un'ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa dal gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura oplontina, nei confronti di 51 soggetti (dei quali 15 in carcere, 17 agli arresti domiciliari e 19 sottoposti all'obbligo di presentazione alla p.g.) gravemente indiziati dei reati di detenzione illecita e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina. Le misure cautelari sono state eseguite nei confronti di 48 indagati, mentre dei restanti tre, due sono attualmente all'estero e il terzo è tuttora attivamente ricercato. Tra questi anche il tiktoker Antonio Gemignani, noto come Papusciello.
Avvalendosi di corrieri della droga provenienti da Napoli e Roma - si legge in una nota a firma del procuratore Nunzio Fragliasso - gli indagati avrebbero posto in essere un giro di affari di circa otto milioni di euro, con oltre 500.000 euro in contanti sequestrati dagli inquirenti nel corso delle indagini. Le investigazioni, condotte attraverso una poderosa attività di intercettazione telefonica e ambientale, che si è protratta per diversi mesi, hanno consentito di documentare e ricostruire le dinamiche relative alla gestione dell'attività di spaccio in ben 15 piazze di diverse città, in provincia di Napoli e di Salerno, nonché di recuperare e sequestrare complessivamente 19 chilogrammi di cocaina. Dalle indagini è emerso che alcuni indagati si servivano delle abitazioni di soggetti incensurati e anziani per occultare ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, mentre altri sfruttavano la presenza di neonati per eludere eventuali controlli.
E tra gli indagati figura anche un sacerdote di Torre Annunziata. Inoltre, una donna è stata ripresa durante lo spaccio di droga con un neonato in braccio. L'approvvigionamento delle varie piazze di spaccio avveniva mediante il ricorso a fidati corrieri che, a tal fine, utilizzavano autovetture dotate di scomparti segreti in cui lo stupefacente veniva abilmente occultato. Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno operato sette arresti in flagranza di reato, individuando anche soggetti in possesso di armi detenute illegalmente.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Domani, venerdì 7 marzo, dalle ore 15 alle ore 17, presso ExtraLibera, Via Stamira 5, a Roma, si terrà l’assemblea dei soggetti che fanno parte del comitato promotore del Referendum cittadinanza. Interverranno, tra gli altri, Emma Bonino, Riccardo Magi, Elly Schlein, Angelo Bonelli, Deepika Salhan, Sonny Olumati, Francesca Druetti, Antonella Soldo, Katia Scannavini, Pippo Civati, Paolo Bonetti, Natale Di Cola, Ileana Bello, Walter Massa e molti altri.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la Bce, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%, con effetto dal 12 marzo 2025. E’ quanto si legge nel comunicato diffuso dall’Eurotower.
Il consiglio direttivo “è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine” soprattutto “nelle attuali condizioni caratterizzate da crescente incertezza, definirà l’orientamento di politica monetaria adeguato seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”, viene evidenziato nella nota.
L’approccio della Banca centrale continuerà ad essere basato sui dati e a procedere ‘riunione per riunione’, ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, nel corso della conferenza stampa a Francoforte. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo in materia di tassi di interesse “si baseranno sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell'inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non si impegna a seguire un particolare percorso dei tassi”, ha sottolineato Lagarde, per la quale "i rischi per la crescita economica rimangono orientati verso il basso”.
“Un'escalation delle tensioni commerciali ridurrebbe la crescita dell’eurozona, frenando le esportazioni e indebolendo l'economia globale” e “il perdurare dell'incertezza sulle politiche commerciali globali potrebbe trascinare al ribasso gli investimenti”. Allo stesso modo “le tensioni geopolitiche, come la guerra ingiustificata della Russia contro l'Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente, rimangono un'importante fonte di incertezza. La crescita potrebbe diminuire se gli effetti ritardati dell'inasprimento della politica monetaria durassero più a lungo del previsto”.
La crescita dell’eurozona “potrebbe essere più elevata se le condizioni di finanziamento più facili e il calo dell'inflazione consentiranno una ripresa più rapida dei consumi e degli investimenti interni. Anche un aumento della spesa per la difesa e le infrastrutture potrebbe contribuire alla crescita”, ha detto ancora la presidente della Bce.
Infine Lagarde spiega che "l'incertezza è aumentata e probabilmente peserà sugli investimenti e sulle esportazioni più di quanto previsto in precedenza”. La crescita “dovrebbe essere sostenuta dall'aumento dei redditi e dalla riduzione dei costi di finanziamento” e secondo le proiezioni dei tecnici “anche le esportazioni dovrebbero essere sostenute dall'aumento della domanda globale, a patto che le tensioni commerciali non si intensifichino ulteriormente”.
Le decisioni della Bce sui tassi di interesse quindi continueranno ad essere basate “sulla valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.
L'inflazione complessiva, indicano gli esperti, ora "si collocherebbe in media al 2,3% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. La revisione al rialzo dell’inflazione complessiva per il 2025 riflette la più vigorosa dinamica dei prezzi dell’energia”. “L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,2% nel 2025, al 2,0% nel 2026 e all’1,9% nel 2027”. Le misure dell’inflazione di fondo “suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2% a medio termine. L’inflazione interna resta elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dell’inflazione con considerevole ritardo. La crescita delle retribuzioni si sta però moderando secondo le attese e i profitti ne stanno parzialmente attenuando l’impatto sull’inflazione”, evidenzia Francoforte. Tuttavia, “il processo disinflazionistico è ben avviato. L’andamento dell’inflazione ha continuato a rispecchiare pressoché le attese dei nostri esperti e le ultime proiezioni sono strettamente in linea con le prospettive di inflazione precedenti”.
“La politica monetaria diviene sensibilmente meno restrittiva, poiché le riduzioni dei tassi di interesse rendono meno onerosi i nuovi prestiti a imprese e famiglie e il credito accelera”, si legge nella nota diffusa dalla Bce al termine del consiglio direttivo. “Al tempo stesso – sottolinea però l’Eurotower – l’allentamento delle condizioni di finanziamento è contrastato dai passati rialzi dei tassi di interesse che si stanno ancora trasmettendo ai crediti in essere, e il volume dei prestiti resta nel complesso contenuto”.
La Bce rende inoltre noto che l’economia fronteggia perduranti difficoltà e i nostri esperti hanno nuovamente corretto al ribasso le proiezioni di crescita: allo 0,9% per il 2025, all’1,2% per il 2026 e all’1,3% per il 2027.
Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026, sottolinea l'Eurotower, "riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell’elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale. L’aumento dei redditi reali e il graduale venir meno degli effetti dei rialzi passati dei tassi di interesse restano le principali determinanti alla base dell’atteso incremento della domanda nel corso del tempo".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "C'è bisogno di un'Europa più coraggiosa, più forte e più giusta. Per questo è necessario andare avanti sulla strada del rafforzamento dell'Unione europea e della sua capacità di iniziativa politica". Così Pierfrancesco Majorino, componente della segreteria nazionale Pd.
"In questo quadro il vertice odierno del Pse ha visto in campo le proposte del Partito Democratico. Il contributo di Elly Schlein è stato essenziale e ha inevitabilmente messo in luce anche le contraddizioni del piano di Ursula von der Leyen. Un piano che ad oggi non porta alla difesa comune, ma al semplice riarmo generalizzato dei singoli Stati nazionali e a inevitabili tagli di voci che vanno invece assolutamente potenziate. Penso a coesione sociale e welfare".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Innovazione protagonista nella serata di ieri a Key - The Energy Transition Expo, nella seconda edizione del Premio 'Lorenzo Cagnoni', che è stato consegnato agli espositori per i sette progetti più innovativi presentati in fiera, uno per ogni settore merceologico della manifestazione, e alle tre Start-up dell’Innovation District dal più alto potenziale innovativo.
A premiare gli espositori, Maurizio Ermeti, presidente di Italian Exhibition Group, Corrado Peraboni, amministratore delegato di Italian Exhibition Group, Alessandra Astolfi, Global Exhibition Director della divisione Green&Technolgy di Ieg, Christian Previati, Exhibition Manager di Key, Francesco Naso, segretario generale Motus-E e Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys.
Le aziende premiate sono state: Horay Solar Co., Ltd, Italian Wind Technologies, Energy Dome, Rina, Renovis, Camel Energy GmbH e Alperia. Le tre Start-up che hanno ricevuto il riconoscimento sono state: Trailslight, Reefilla e Sizable Energy.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Innovazione protagonista nella serata di ieri a Key - The Energy Transition Expo, nella seconda edizione del Premio 'Lorenzo Cagnoni', che è stato consegnato agli espositori per i sette progetti più innovativi presentati in fiera, uno per ogni settore merceologico della manifestazione, e alle tre Start-up dell’Innovation District dal più alto potenziale innovativo.
A premiare gli espositori, Maurizio Ermeti, presidente di Italian Exhibition Group, Corrado Peraboni, amministratore delegato di Italian Exhibition Group, Alessandra Astolfi, Global Exhibition Director della divisione Green&Technolgy di Ieg, Christian Previati, Exhibition Manager di Key, Francesco Naso, segretario generale Motus-E e Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys.
Le aziende premiate sono state: Horay Solar Co., Ltd, Italian Wind Technologies, Energy Dome, Rina, Renovis, Camel Energy GmbH e Alperia. Le tre Start-up che hanno ricevuto il riconoscimento sono state: Trailslight, Reefilla e Sizable Energy.