Il ministero dell’Economia e le Fs potrebbero superare il 50% del capitale della nuova Alitalia di cui Delta e Easyjet saranno soci industriali. Lo ha detto ai sindacati il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ai sindacati. L’intervento pubblico, ha detto il leader M5s incontrando i sindacati al Mise, “non esclude” la partecipazione di altre società pubbliche e private ed è “a tutela di interessi italiani, dei diritti dei lavoratori e dei livelli occupazionali“. “Lo Stato entra anche per garantire che Alitalia non sia ridimensionata“, ha aggiunto. Il governo è anche “pronto a intervenire per rifinanziare il fondo volo e non renderlo incapiente“, ha aggiunto Di Maio. “Nel decretone ce ne occupiamo ma siamo pronti a intervenire ancora. Diamo la garanzia che se se dovesse servire rifinanziamo gli ammortizzatori sociali“.
Il 31 marzo è stato indicato dal vicepremier come nuovo termine per la presentazione del piano industriale di Fs, piano che se tutto va secondo i programmi verrà scritto insieme a delta e Easyjet con cui ieri il cda di fs ha deliberato di avviare una trattativa. A giugno scade il prestito ponte da 900 milioni concesso dallo Stato nel 2017 dopo il commissariamento e prorogato più volte, come la vendita della compagnia che inizialmente era prevista per il novembre 2017 ma poi è stata rinviata a dopo le elezioni politiche. Una parte del prestito potrebbe essere convertito in azioni.
L’ingresso dello Stato e di altri soggetti in Alitalia non modificherà l’indagine Ue per aiuti di Stato in corso sul prestito ponte. La valutazione su quel fronte è sempre aperta, e la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager aveva ricordato la settimana scorsa che non c’era una scadenza per la decisione finale. L’indagine potrebbe sdoppiarsi in due, con il filone aiuti di Stato da una parte e quello sulla fusione dall’altra. L’indagine per fusione non è automatica, ma parte soltanto quando e se viene notificata dalle parti. Anche l’ingresso dello Stato nel capitale è soggetto a paletti Ue. La legislazione prevede che “gli interventi pubblici a favore delle imprese possono essere considerati privi di elementi di aiuti di Stato se vengono effettuati nel rispetto delle condizioni che un operatore privato avrebbe accettato a condizioni di mercato (il principio dell’operatore in un’economia di mercato)”. Se questo principio non venisse rispettato, la Commissione Ue potrebbe aprire una nuova indagine per aiuti di Stato, stavolta in maniera autonoma, cioè senza obbligo di attendere una notifica.
Secondo il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, il sindacato deve essere coinvolto nella fase di preparazione del piano industriale” e non deve essere messo davanti a proposte da ‘prendere o lasciare’. Per Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl, “l’incontro odierno non ha risposto alle aspettative” perché “ci aspettavamo una comunicazione sullo stato di avanzamento delle trattative fra ferrovie e il partner industriale e invece ci è stato detto che solo ieri il Cda di Fs ha avviato la negoziazione con Delta e EasyJet. Trattativa che si profila lunga e i cui esisti non sono affatto scontati, come ha sottolineato lo stesso vettore inglese. Ci troviamo a ridosso dell’estate, periodo in cui, com’è noto, c’è un incremento del traffico aereo, e la compagnia non ha un piano industriale né i mezzi per cogliere le opportunità che il mercato offrirà e per implementare l’offerta commerciale con nuove rotte, tant’è che non sono più arrivati i cinque nuovi aeromobili annunciati a suo tempo dall’ex commissario Gubitosi“.