“Per colpirmi hanno usato falsità. Si trascura il consenso interno altissimo che la mia maggioranza ha e altri Paesi no”. Difende il governo e l’Italia dagli attacchi ricevuti in sede europea il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che in due colloqui con Corriere della Sera e Repubblica, parla dello scontro di martedì al Parlamento europeo. Lì Guy Verhofstadt, capogruppo dei Liberali dell’Alde, lo ha accusato di essere il “burattino di Di Maio e Salvini“. “Il mio è un governo che esprime il cambiamento in atto in Italia e in Europa – ha proseguito Conte -. Per questo mi hanno attaccato. Molti di loro sanno che non verranno rieletti. Sono figli di forze con una vecchia ispirazione. Il nuovo vento li spiazza”, afferma Conte. “Chi parlava apparteneva alle vecchie famiglie politiche. Anzi, per molti di loro era una sorta di canto del cigno“. E si difende: “Mi hanno descritto come confuso. Ma non è vero. Semmai ero amareggiato, perché è stata persa un’occasione. Potevamo discutere del futuro dell’Unione e invece alcuni parlamentari hanno trasformato l’aula di Strasburgo in un’arena da talk show”, prosegue Conte, che parla di “attacchi scomposti” a cui – dice – “ho risposto pan per focaccia”. Nella sua replica in aula, infatti, Conte ha risposto che “forse i burattini sono coloro che rispondono a lobby e comitati d’affari” e ha ribadito di essere “orgoglioso di rappresentare un intero popolo e di interpretare la voglia di cambiamento del popolo italiano e di sintetizzare una linea politica di un governo che non risponde alle lobby”.
Per il premier con gli attacchi al Parlamento Ue “hanno insultato me e attraverso di me tutto il nostro Paese. Non potevo accettarlo. E avevo l’obbligo di far notare che io, a differenza di altri, non sono un prestanome di qualche comitato d’affari. Che non ho conflitti di interesse”, sottolinea. Sul fatto che gli attacchi fossero rivolti a Matteo Salvini e a Luigi Di Maio, “il leader del governo sono io, più di loro. Io rappresento l’unità e l’azione dell’esecutivo”. Ha poi proseguito assicurando che “il governo va avanti. Andremo avanti anche più forte di prima” e nega l’immagine di un’Italia isolata: “Con Angela Merkel il rapporto è eccellente. Con Parigi (ricordando la tensione delle ultime settimane, in cui dopo l’incontro di Di Maio con alcuni esponenti dei gilet gialli è stato richiamato l’ambasciatore francese, ndr) risolveremo presto. E non siamo mai stati contro l’Ue. Noi lavoriamo semmai a un cambio di rotta, per un’Europa più equa e solidale. Siamo per il cambiamento e le famiglie tradizionali europee si oppongono”, dichiara.
Sulla Francia, “il presidente Mattarella come sempre si è mosso molto bene. D’altronde non pensavo che la polemica potesse protrarsi a lungo”, osserva Conte, secondo cui “i gilet gialli, per quanto in modo confuso e a volte sbagliato, cercano di interpretare quanto di muovo si sta muovendo nella società francese, che piaccia o no”. nel colloquio con i due quotidiani il premier parla anche della crisi in Venezuela, dove l’Italia è stata uno l’unico Paese ‘pesante’ Ue a non schierarsi. “Noi non appoggiamo Maduro – ha concluso Conte -. Chiediamo fin dall’inizio elezioni libere e rapide”. E su Di Battista, che ha attaccato gli Stati Uniti e l’Europa per il sostegno al presidente ad interim Guaidò, Conte taglia corto. “Di Battista non ha un ruolo di governo e le sue posizioni non lo rispecchiano”.