“Comportamento antisindacale”. Con quest’accusa i sindacati del settore pubblico, Cgil, Cisl, Uil, Cisal e Cida, hanno denunciato,riporta l’AdnKronos, il presidente dell’Inps Tito Boeri. Secondo le rappresentanze, Boeri ha attuato, con la Determinazione numero 153 del 30 novembre scorso, un piano dei fabbisogni di personale contrario alle regole delle associazioni di categoria. Assistiti dall’avvocato Emanuele Pagliaro, hanno chiesto al tribunale del lavoro di Roma sia di ordinare all’Inps “di cessare dalla condotta antisindacale denunciata e di rimuoverne gli effetti, provvedendo ad annullare o disapplicare il provvedimento”, sia di condannare l’Istituto “al pagamento delle spese e compensi di giudizio”, dichiarando anche antisindacale la condotta del “legale rappresentante pro tempore”, appunto Tito Boeri.
Nel mirino dei sindacati, in particolare, la ripartizione dei professionisti tra i diversi livelli di professionalità. Secondo l’attuale contratto infatti, sono previsti due livelli con “un contingente pari al 60% per il I livello e 40% per il II livello”. Una proporzione che secondo Cgil, Cisl, Uil, Cisal e Cida non è stata rispettata nella programmazione triennale del fabbisogno per gli anni 2018/2020 approvata dall’Inps. L’Istituto, infatti, si legge nel ricorso, ha previsto un fabbisogno di “40 professionisti del ramo statistico – attuariale – 80 professionisti del ramo tecnico edilizio e 323 professionisti del ramo legale”, senza però rispettare le proporzioni previste dal contratto collettivo. Ad esempio, scrivono ancora nel documento, “per i professionisti del ramo statistico – attuariale – sono stati previsti nella programmazione 30 posti di I livello invece di 24 corrispondenti al 60% e 10 posti di II livello invece di 16 corrispondenti al 40%.” Stessa situazione, denunciano ancora, riscontrabile con gli altri professionisti, come quelli del ramo tecnico di II livello per i quali “sono previsti 27 posti invece di 32”.
Appare difficile, in questo senso, spiegano ancora le associazioni categorie, anche il corretto svolgimento dell’attività sindacale a livello locale e generale in quanto impedisce alle organizzazioni provinciali di informare sul territorio i propri iscritti della programmazione triennale che l’Amministrazione intendeva adottare e dei profili di illegittimità contenuti.