Tra gli assolti anche l’imprenditore calabrese Salvatore Lania ritenuto dall’accusa il vero proprietario dei ristoranti, tutti in zona Pantheon, "Er Faciolaro", "Rotonda" e del "Barroccio"
Sono stati assolti dall’accusa di intestazione fittizia di beni e tre ristoranti in centro a Roma sono stati dissequestrati. È la sentenza dei giudici della quarta sezione panale della capitale per nove imputati accusati di aver attribuito in modo artificioso ad altri soggetti la titolarità di alcuni ristoranti ed esercizi commerciali. I beni era stati sequestrati nel 2015 nell’ambito di un’operazione della Dia sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta a Roma. I giudici hanno disposto che i beni vengano restituiti ai legittimi proprietari. Tra gli assolti anche l’imprenditore calabrese Salvatore Lania ritenuto dall’accusa il vero proprietario dei ristoranti, tutti in zona Pantheon, “Er Faciolaro”, “Rotonda” e del “Barroccio”.
Il valore locali ammonta a circa 10 milioni di euro. Nel marzo del 2015 gli investigatori hanno eseguito perquisizioni nei confronti di tutti gli indagati, tra i quali familiari e dipendenti dello stesso Lania. Il nome di Lania era già emerso nell’indagine che aveva portato al sequestro e alla successiva confisca del “Caffè de Paris”, in via Veneto. Quattro anni fa l’arresto per intestazione fittizia: oggi l’assoluzione.