La Procura di Roma indaga sui conti di Ama Spa, la municipalizzata capitolina dei rifiuti. E sulla mancata approvazione del bilancio 2017. Per questo motivo i pm hanno ascoltato nella giornata di giovedì, come persona informata sui fatti, l’assessora all’Ambiente dimissionaria del Comune di Roma, Pinuccia Montanari. L’ormai ex componente della Giunta capitolina ha lasciato la carica venerdì scorso in polemica con la sindaca Virginia Raggi e con l’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, per la decisione di bocciare per la seconda volta il bilancio 2017 della società che gestisce i rifiuti in città. Nel dimettersi, Montanari aveva dichiarato a ilfattoquotidiano.it che “la bocciatura del bilancio getta un’azienda da 11mila dipendenti in una situazione di precarietà, che prelude a procedure fallimentari”. Tradotto: possibile dissesto finanziario. Una frase, unita alle notizie di stampa e alle segnalazioni che arrivavano da settimane dai vertici di Ama, che avrebbe spinto gli inquirenti a voler andare a fondo.
Nei giorni scorsi, Virginia Raggi ha dichiarato di voler “fare pulizia nei conti Ama” e ha chiesto all’attuale consiglio d’amministrazione di approvare il bilancio 2017 nonostante la probabile perdita d’esercizio da 18 milioni che ne deriverebbe. “Non vorrei essere costretta a rivolgermi alla magistratura”, avrebbe detto la sindaca durante una recente riunione con le parti sociali, frase poi smentita dal Campidoglio. E alla cifra di 18 milioni ammonta il contenzioso sui servizi cimiteriali che tiene il documento finanziario bloccato ormai da 11 mesi. Questa condizione di grande incertezza, secondo i sindacati – ma non solo – creerebbe problemi alla società nei rapporti con le banche, le cui linee di credito scadono il 28 febbraio, e con diversi fornitori.
Il presidente Lorenzo Bagnacani, nelle scorse settimane, ha anche velatamente minacciato di voler portare i libri al tribunale fallimentare in caso di mancata approvazione. Va ricordato che, nonostante il debito monstre – oltre 1 miliardo di euro – Ama da anni chiude il bilancio in pareggio, anche grazie alle importanti entrate da contratto di servizio e da Tari. “Non è escluso che possa essere stato il presidente ad allertare la Procura”, riferiscono fonti aziendali a ilfattoquotidiano.it, ricordando le numerose segnalazioni ad Anac e Antitrust portate avanti da Bagnacani durante il suo mandato. Ma anche le voci insistenti che parlano di “carte su carte” inviate ai pm.
Sebbene i vertici Ama abbiano dalla loro parte almeno sei pareri favorevoli della loro tesi, va ricordato che il contenzioso da 18 milioni (che fa parte di uno più ampio da 60 milioni) riguarda i servizi cimiteriali e i corrispettivi teoricamente non versati dal Comune dal 2008 al 2012 nell’ambito della realizzazione di loculi e prestazione di servizi vari. Proprio su questo fronte, la Guardia di Finanza sta da tempo indagando e nelle scorse settimane ha eseguito anche perquisizioni presso la sede Ama, iscrivendo due dirigenti nel registro degli indagati. La Procura sta cercando di rimettere insieme i pezzi della vicenda.