Al bar in piazza nella mia borgata non si parla di Tav e nemmeno delle passate elezioni abruzzesi o delle prossime europee. Non ci si confronta sulla condizione degli allevatori sardi, sull’eutanasia delle sinistre o sui problemi di Salvini con la giustizia. Al bar mi informano che la notizia più sfiziosa è un’altra: a Sanremo non c’è solo una giuria di zecche comuniste radical chic che fanno vincere lo straniero. A Sanremo sono satanisti!
Lo dice don Aldo Buonaiuto. E c’è da fidarsi perché lui è un esorcista. Non un esorcista amatoriale, un autodidatta, ma proprio uno serio. Un professionista dell’Aie (Associazione internazionale esorcisti). Uno che, come sta scritto nella Treccani, ha “la funzione di scacciare i demonî”.
L’esorcista scrive che “la Raffaele, imitando il testo della nota canzone (Mamma, n.d.r.) come se fosse ascoltata da un vecchio disco che gira su un grammofono rotto, interrompe il testo e dopo alcune sillabe incomprensibili, senza nessuna sequenza logica delle stesse interruzioni, pronuncia distintamente e per ben cinque volte il nome di Satana. E facendo un macabro giro su se stessa, si ferma assumendo una inquietante posizione del corpo. Perché tutto questo?” È una cosa seria perché quel “messaggio inneggiante al demonio” è una “minaccia reale del mondo moderno”. E perciò esige dalla Raffaele e da “coloro che hanno collaborato per la scenografia” che chiariscano “a tutti e in forma pubblica le ragioni di quanto detto e fatto”.
Fin qui m’è sembrata una storia divertente. Anche nella mia famiglia si raccontavano storie di streghe. Mia zia Fenizia di Anguillara curava con l’imposizione delle mani e il bisnonno di mia nonna ne ha catturata una. Grazie a quel gesto siamo liberi dalle fatture fino e sette generazioni. Quando studiavo antropologia la mia prima ricerca sul campo fu proprio su queste storie. Ma i clienti del bar in piazza Castrolibero dove hanno letto questa roba? Ne parlano i giornali? Sono seguaci di questo prete scacciadiavoli? Appartengono a qualche setta satanica?
Niente di tutto questo. Lo hanno appreso da Salvini.
Sul nostro caro ministro vicepremier abbiamo molte informazioni interessanti. Cosa e quanto mangia. L’amore per le divise. I giretti in trenino. I gusti musicali. La passione per Montalbano. E adesso sappiamo anche che è preoccupato per le sette sataniche. E ci scrive un post nel quale ci avverte che capisce e condivide “le preoccupazioni espresse da don Aldo Buonaiuto” eccetera. La cosa può far ridere. Come fa sorridere vederlo con le scritte sulla felpa, col barattolo della Nutella o la giacca da pompiere. Ma se facciamo un giro sulla sua pagina Facebook ci accorgiamo che i suoi seguaci lo prendono sul serio. Sono tre milioni e mezzo e anche se per quest’ultima sparata molti l’hanno preso in giro, ce ne sono ancora tanti che lo commentano con serietà.
“Virginia Raffaele recitava una parte del copione imposto dai massoni satanisti. Gli stessi che gestiscono i media, le banche, la magistratura, gli ordini professionali, i sindacati, lo sport (calcio in primis) , etc etc..” sostiene Anna.
“Satana e i suoi seguaci esistono e preoccupano perché attaccano il sistema, la famiglia i bambini” aggiunge Ciro.
“La musica è il giocattolo della massoneria per imbambolare le masse” avverte Samuele.
Per Nadia è un “complotto mondialista” e dice che “É stato un sanremo dedicato a soros e tutto l’ambaradam che lo compone”.
Perché “i potenti” come dice Christian “sono uniti dalla Massoneria che adora Lucifero e che controlla il mondo”.
Greta Maria sa che la Raffaele ha nominato Satana “perché tramite lui ha fatto successo, forse si è pure venduta l’anima, chi può saperlo?”
Simonetta ha capito che il copione è stato “imposto dai massoni satanisti. Gli stessi che per l’occasione hanno riempito anche l’Ariston di simboli esoterici, gli stessi che sono ai vertici di Istituzioni (italiane, europee, mondiali)”
E Anna aggiunge che “il diavolo ha messo la sua coda ovunque con il beneplacito di molti. Arriverà il momento in cui Dio ci presenterà il conto!”
Vabbè, basta così. Il senso di questo post non è prendere in giro i follower del Capitano, ma cercare di individuare il motivo per il quale i nostri rappresentanti (tutti. Salvini e Di Maio, Renzi e Berlusconi, eccetera) intervengano in merito alle più disparate questioni. Probabilmente per somigliare ai clienti del bar che frequento io in borgata, per sembrare persone qualunque e, dunque, prendere i voti di quelle persone. Probabilmente per abbassare il tono del discorso politico e avvicinare le questioni complesse a quelle quotidiane. Ma forse anche per un altro motivo.
Forse lo fanno per “allungare il brodo” direbbero quelli che prendono il caffè a piazza Castrolibero. Per diluire il discorso, per annacquare i concetti, per frullare la discussione e farne un solo grande minestrone liquido e insapore, buono per tutti i gusti. In quella sbobba che appassiona il popolo, ma senza grande entusiasmo è facile svuotare di senso ogni argomento. Un giorno chiediamo l’impeachment per il presidente, il giorno dopo parliamo di neocolonialismo. La Nutella e il naufragio di 117 africani, la giuria di Sanremo e la recessione.
Quando ero più giovane scrivevo racconti sulla zuppa del supermercato che più o meno iniziavano sempre così: “Io sono Robertino Casoria, sono un bambino di 9 anni e mangio la zuppa del supermercato. La mangio a scuola e in famiglia. Nella zuppa del supermercato ci stanno tutti gli ingredienti, la patata, il pomodoro, la trippa, la coda alla vaccinara… ma sono ingredienti che sanno di niente e quando mescoli tanti ingredienti che sanno di niente non fanno a cazzotti tra loro, viene fuori una zuppa che sa di niente, non fa schifo a nessuno e se la mangiano tutti. Mentre mangiamo la zuppa che sa di niente parliamo di niente. Dopo cena andiamo in salotto dove c’è la televisione grande. Mia madre chiede a mio padre ‘Caro, cosa fanno stasera in televisione?’. Lui ha risposto: ‘Niente’. L’abbiamo accesa e siamo rimasti a guardarla“.