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Sanremo, ora per una settimana parleremo di Satana. Dimenticandoci dei veri problemi

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Mi è stato chiesto un parere sulla guerra apocalittica tra la figlia di Satana – che sarebbe la comica Virginia Raffaele – e i figli della luce – che sarebbero un prete esorcista, don Aldo Buonaiuto, e i finti laici con la coccarda cattolicante, tutti rigorosamente di destra (Maurizio Gasparri, Simone Pillon) o del Pd, che è la stessa cosa (Lorenzo Cesa, ex Udc e Giuseppe Fioroni, per ora). Su tutti però svetta l’esperto lepantino, Matteo Salvini, grande intenditore di vangeli, rosari e presepi. Costoro come faine fameliche hanno addentato al volo l’occasione per farne un piedistallo di bassa politica e discettare sul Maligno, sul Male, su Satana e parenti. Non seguo il Festival di Sanremo, non so cosa sia avvenuto, ma per scrivere quest’opinione ho dovuto vedere il breve filmato che Il Fatto Quotidiano ha pubblicato dando la notizia della nuova guerra di religione.

Sanremo 2019, Virginia Raffaele show: si trasforma in un grammofono tra "singhiozzi" e risate
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A vedere il filmato, una persona psicologicamente equilibrata non vi riscontra alcuna invocazione o peggio, alcun sottinteso satanismo della povera attrice comica che s’impegna con qualche fatica a fare un po’ di satira, perché sforzarsi di somigliare a un grammofono tipo “la voce del padrone” è arduo e faticoso, nonostante la buona volontà della spalla, Bisio Claudio, che seriamente introduce la scena. Se il prete esorcista fosse rimasto zitto, tutto sarebbe passato nel dimenticatoio, come accade molto spesso nell’impero della cronaca che come l’erba di Isaia profeta, oggi c’è e domani muore.

Invece il prete ha voluto lanciare un appello alla povera Virginia “perché chiarisca” e non si permetta di offendere coloro che sono oppressi dal Male. È finito il tempo di Tommaso Moro che davanti al boia, pronto a staccargli la testa, invocava Dio di concedergli un po’ di buonumore. Passando per strada o in conversazioni innocue si sente molto spesso dire “per la Madonna – è un caos della Madonna”, ecc., e nessuno si agita perché si fagocita tutto. Avendo perso la memoria storica nessuno si ricorda che nel 2010 Silvio Berlusconi, l’altro che si vanta di essere cattolico (sic!) raccontò una barzelletta sessista su Rosy Bindi, conclusa con orrida bestemmia. Venne in soccorso addirittura un monsignore, Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la rievangelizzazione dell’Occidente, che pubblicamente discettò sulla necessità “in questi momenti di saper contestualizzare le cose”.

Al disgraziato ubriaco che a Natale confessa che “gli è scappata una bestemmia”, il prete appioppa “tre Pater, Ave e Gloria” o simili con l’inutile consiglio “non farlo più”, al Silvio nazional-populista basta “il contesto”. Dove erano l’esorcista e i cattolicanti di destra da Gasparri a Cesa, a Pillon, a Fioroni e chi più ne ha più ne metta? Allora anche le donne di destra difesero Berlusconi giustificandone ogni vergogna perché spiritoso o fatto così.

Ora, per un’esclamazione che non è affatto invocazione, perché è evidente “il contesto” satirico e ridanciano, si sta facendo una guerra escatologica da Armageddon, invito a nozze per policanti senza scrupoli che vogliono ingraziarsi i cattolici che bazzicano a destra “a prescindere”. C’è nel Paese una diabolica povertà che attanaglia milioni di persone, depresse dal male della fame e dell’impossibilità di dare da mangiare ai figli; c’è una burocratija europea indegna che per mantenere alto il prezzo del latte – stabilito dalle multinazionali -, facendone pagare il costo ai pastori, li costringe a buttarlo in strada per protesta. Perché contro questo male satanico nessun esorcista fa appelli “chiedendo spiegazioni”? Dov’è la destra cattolica che dovrebbe avere a cuore la dignità dei poveri, se è vero che dicono di credere in Dio? In quel Vangelo sventolato da Salvini c’è scritto che tutti gli uomini e le donne sono figli e figlie di Dio, indipendentemente dai confini, che sono pura invenzione umana, e da quale colore hanno, perché soggetti di diritto e protetti da convenzioni internazionali.

Nel modo messo in atto da Marco Minniti prima e da Salvini dopo, che riporta i migranti nell’inferno satanico della Libia, non c’è un atto diabolico di oppressione e distruzione di persone schiacciate dal male, aggravato dalle scelte politiche contro la persona umana? I cattolici non dovrebbero scandalizzarsi e fare appelli “chiedendo conto” a ministri, presidenti del Consiglio, viceministri ubriachi di palazzi, né più né meno dei loro predecessori?

È vero, “un bel tacer non fu mai scritto”. Ora che l’esorcista – fagocitato dalla destra più retriva e dal fascista di turno – ha parlato, il dado è tratto e la polemica assicurata. Per giorni e settimane si crocifiggerà Virginia Raffaele, mettendo tra parentesi tonde e quadre i reali problemi della popolazione, ma si sarà parlato di Satana come di una star da strapazzo. Quando ero studente al liceo, nemmeno nel leggere e commentare l’inno A Satana di Giosuè Carducci del 1881 vidi i miei professori scandalizzarsi, eppure erano preti e le parole del poeta molto più infuocate del flebile sibilo di Virginia Raffaele: “A te disfrenasi / Il verso ardito, / Te invoco, o Satana, / Re del convito. / E splendi e folgora / Di fiamme cinto; / Materia, inalzati: / Satana ha vinto. / Salute, o Satana, / O ribellione, / O forza vindice / De la ragione!” (vv. 17-20; 175-168; 193-196).

Questa è poesia e nessuno si azzarda a fare un appello al Carducci, ma la esamina e commenta dal punto di vista religioso ed estetico, condividendo o no, ma senza farne crociate insensate. A Virginia Raffaele si riconosca il piccolo diritto alla satira e non si faccia di un’attrice satirica una “strega” dei tempi moderni. Meno male che siamo fuori dal Medio Evo! In compenso abbiamo Salvini Matteo e non so proprio cosa sia peggio. O tempora! O mores!

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