L’inchiesta del pm Adriano Scudieri riguardava un presunto raggiro sulla vendita online di biglietti di concerti, tra cui quelli di Bruce Springsteen e dei Coldplay, a prezzi maggiorati, che avrebbe portato dal 2011 al 2016 a ricavi per oltre un milione di euro
Tutti assolti perché “il fatto non sussiste”. Era il giugno del 2017 quando il caso del secondary ticketing aveva ottenuto un ruolo di primo piano tra le notizie di attualità. Facile fare un sold out, oggi come oggi. Sì, ma come? E sotto accusa erano finite alcune società che si occupano della gestione della vendita dei biglietti per i concerti. Sia attraverso i canali ufficiali che quelli “secondari”, a prezzi diversi da quelli base. A conclusione del processo sono stati assolti nel processo abbreviato dal gup Maria Vicidomini Roberto De Luca e Antonella Lodi, titolari delle società Live Nation Italia e Live Nation 2. Prosciolti anche 4 imputati che hanno scelto il rito ordinario, ovvero Domenico d’Alessandro, la sua società Di Gi, Charles Stephen Roest, amministratore del sito Viagogo e la società Vivo. Assolto un altro imputato.
E tra le assoluzioni c’è anche quella di Corrado Rizzotto, ex amministratore del sito per la vendita on line di biglietti Vivo. Le motivazioni del verdetto del gup Vicidomini sugli abbreviati saranno depositate tra 90 giorni e quelle della sentenza di non luogo a procedere tra 30 giorni. L’inchiesta del pm Adriano Scudieri, con le ipotesi di aggiotaggio e truffa, riguardava un presunto raggiro sulla vendita online di biglietti di concerti, tra cui quelli di Bruce Springsteen e dei Coldplay, a prezzi maggiorati, che avrebbe portato dal 2011 al 2016 a ricavi per oltre un milione di euro.
Per De Luca e Lodi il pm Scudieri aveva proposto al gup una pena (al netto dello sconto di un terzo per via del rito) di 1 anno e 4 mesi di reclusione e 600 euro di multa. Inoltre, aveva chiesto al giudice una condanna al pagamento di 80 quote azionarie e di 4 quote azionarie per Live Nation Italia e Live Nation 2. Per gli altri 4 imputati che avevano scelto il rito ordinario, il pubblico ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio. “E’ stato dimostrato che non vi era alcuna rilevanza penale nel comportamento dei miei assistiti e anche l’impossibilità di trasferire l’ipotesi di una trasmissione televisiva in un processo penale”, ha detto l’avvocato Paolo Siniscalchi, difensore insieme ad Alberto Mittone, Giacomo Leone e Simona Valentin, di De Luca, Lodi e delle due società Live Nation Italia e Live Nation 2. Anche gli avvocati Antonio Carino, Roberto Valenti e Veronica Bertocci dello studio Dla Piper, difensori di Corrado Rizzotto, hanno sottolineato con una nota che “è stato dimostrato con evidenze documentali e attraverso l’analisi delle contestazioni mosse, la correttezza dell’operato di Rizzotto che ha agito nel rispetto della legge e della regolamentazione di settore”.