Ogni giornale stamattina ha dato la sua cifra. La contro-relazione di Coppola, il professore “dissidente” della commissione, che non ha condiviso né firmato i risultati dell’analisi costi-benefici sulla Tav, avrebbe letteralmente “ribaltato” le conclusioni del team di Ponti, ipotizzando un netto surplus di vantaggi per l’Italia nel fare l’opera. Sei pagine contro 80, che solo ieri sono state depositate al Ministero, iniziando a circolare in tutto o in parte senza essere pubblicate sul sito del Mit. Da qui si capisce le diverse titolazioni dei giornali, coi numeri che corrono sulle montagne russe. Il Corriere parla di benefici per 400 milioni, 300 per il Sole24Ore, addirittura 2,4 miliardi per Repubblica. Nel pezzo si legge poi che “nell’analisi della Torino-Lione i benefici prevalgono sui costi per un valore compreso tra 400 milioni e 2,4 miliardi”. Posto che sia vero, di mezzo ballano pur sempre 2 miliardi di euro. Eccole le sei pagine, che ognuno ora può leggere (scarica).

La prima, macroscopica, contestazione di Coppola verte sulla scelta di conteggiare la perdita delle accise tra i costi che determinerebbe “effetti distorsivi” . “Con il risultato – si legge – che il beneficio della realizzazione della nuova linea in termini di riduzione dei tempi di viaggio e di riduzione delle esternalità (inquinamento, congestione, riscaldamento globale, etc.) risulta in parte annullato dalla perdita di entrate fiscali per gli Stati”. La questio è assai vexata. Per gli autori della relazione la diminuzione delle accise era già stata inclusa (e senza suscitare scandalo) nell’unica altra vera e propria analisi costi-benefici realizzata fino a oggi, quella del 2011 (che era giunta a conclusioni opposte). E che anche senza contare le accise i costi sono maggiori dei benefici.

Non c’è quasi il tempo di leggere che dall’Osservatorio sulla Tav, teoricamente disciolto, è arrivata oggi e a tempo di record una seconda contro-relazione. Si tratta di 27 pagine a firmata dal commissario Paolo Foietta, che l’ha divulgata e presentata il giorno stesso delle proprie dimissioni (prima che corrano cifre a caso, la pubblichiamo integralmente qui).  L’attacco all’analisi governativa è frontale: “E’ un documento omertoso perché dà numeri ma non spiega il processo per cui si è arrivati a quella cifra”. Foietta ha parlato di un documento “strano in cui i numeri non tornano” e in cui sono evidenti “errori macroscopici”. “Ribadisco la mia piena disponibilità, anche dopo l’imminente fine del mio mandato (domani 15 febbraio, ndr) – spiega Foietta – al confronto e alla discussione di merito su tutti gli argomenti trattati”.

Il rapporto è stato inviato il 14 febbraio alla presidenza del Consiglio dei ministri e al Mit. Il ministero non commenta. Oggi pomeriggio c’è un incontro a Bruxelles a livello tecnico tra esperti del ministero dei trasporti italiano e della Direzione generale trasporti (Dg Move) della Commissione Ue sul dossier Tav. L’obiettivo è illustrare e fornire chiarimenti sull’analisi costi-benefici sulla Tav commissionata dal ministro Toninelli che ha in giornata ha incassato la bocciatura (scontata) di Transalpine, il comitato francese che promuove la linea ad alta velocità Torino-Lione e che raggruppa enti locali, società, enti finanziari, bancari, sindacali, consolari e associazioni e che sostiene che il bilancio del progetto “è chiaramente positivo” a differenza di quanto emerge dall’analisi.

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