Il fondatore della Lega è stato portato in ambulanza in un vicino campo sportivo e da lì è stato caricato su un elisoccorso che lo ha trasportato all’ospedale di Varese. Fonti della Lega fanno sapere che è stato sottoposto a una angiotac del cervello da cui è emersa l’assenza di una emorragia o di ictus I valori ematochimici bassi potrebbero aver scatenato una crisi epilettica. Cauto ottimismo da parte dei medici che lo hanno in cura
Malore in casa per Umberto Bossi. Nel pomeriggio il fondatore della Lega si è sentito male nella sua abitazione di Gemonio: è caduto è ha battuto la testa. Il senatùr, 77 anni, è stato portato in ambulanza in un vicino campo sportivo e da lì è stato caricato su un elisoccorso che lo ha trasportato all’ospedale di Varese. Ricoverato in rianimazione è stato sedato ma secondo quanto si apprende le sue condizioni sarebbero in lieve miglioramento. Bossi si è sentito male intorno alle 16.30 nella sua abitazione in provincia di Varese. Ha perso i sensi accasciandosi a terra: in questo modo ha battuto la testa. A dare l’allarme sono stati i familiari presenti.
“Sospesa la sedazione” – Fonti della Lega, fanno sapere che il fondatore è stato sottoposto a una angiotac del cervello da cui è emersa l’assenza di una emorragia odi un ictus. I valori ematochimici bassi potrebbero aver scatenato una crisi epilettica. Da quanto si è saputo, inoltre, Bossi muoverebbe in maniera normale il braccio destro. Cauto ottimismo da parte dei medici che lo hanno in cura. Il fondatore della Lega ripeterà tra 12 ore la Tac e nel frattempo è stata sospesa la sedazione.
Maroni: “Siamo tutti con te” – Il primo a inviare gli auguri di pronta guarigione è stato Roberto Maroni, il braccio destro di una vita: “Coraggio vecchio leone, siamo tutti con te”. “Bossi è una persona leale, gli voglio bene, è un amico, gli faccio i più affettuosi auguri di pronta guarigione e ristabilimento”, dice Silvio Berlusconi, l’alleato di una vita, a parte il trienno 1996/1999. In serata è arrivato anche il messaggio di Salvini: “A Umberto auguri di pronta guarigione!”. Un messaggio arriva anche da Sicilia, dove il forzista Gianfranco Micciché si dice “certo che Bossi tornerà presto nell’agone politico che ha ancora bisogno della sua energia e della sua saggezza”.
Il precedente e le ultime dichiarazioni – L’11 marzo del 2004 Bossi era stato colpito da un ictus: dopo una lunga riabilitazione era tornato all’attività politica. Proprio oggi, l’ex ministro aveva commentato all’Adnkronos i recenti successi della Lega alle regionali in Abruzzo. “Ho lasciato una macchina da guerra e per fortuna la Lega è rimasta una macchina da guerra. Berlusconi è ancora in gioco? Altro che…’”, ha detto il fondatore del Carroccio.
Coraggio vecchio leone, siamo tutti con te pic.twitter.com/LHYRY8Hzgg
— Roberto Maroni (@RobertoMaroni_) 14 febbraio 2019
Il senatùr, Berlusconi, i rapporti con Maroni e Salvini – Nonostante le recenti dichiarazioni, però, i rapporti del politico Cassano Magnago con la nuova Lega di Matteo Salvini sono stati tutt’altro che idilliaci negli ultimi anni. Travolto dagli scandali giudiziari, scaturiti dall’inchiesta sull’utilizzo dei fonti della Lega (indagini dalle quali sono nati due processi e che sono alla base della vicenda dei 41 milioni euro da restituire) l’inventore del partito per l’indipendenza della Padania era stato costretto a dimettersi da segretario nell’aprile del 2012. Sostituito da un triumvirato e poi da Roberto Maroni, aveva accettato di rimanere semplicemente presidente del Carroccio. Nel 2014 si era candidato di nuovo alla segreteria contro Salvini, venendo però sconfitto dall’attuale ministro dell’Interno. Proprio Salvini ha cambiato il dna della Lega, rendendolo un partito nazionale e nazionalista. Ricevendo nel tempo numerose critiche da parte del fondatore, convinto che la Lega dovesse rimanere solo un partito legato al Nord Italia. “Se ricandido Bossi? Chi è d’accordo con la battaglia del movimento, ovviamente, avrà spazio nel movimento. Quindi, chiedetelo a lui. Se continua a dire che la Lega sbaglia, che Salvini è un cretino, che bisogna fare la secessione, che bisogna fregarsene di quello che succede a Roma, a Napoli, a Taranto, a Palermo o ai terremotati di Abruzzo, io non sono d’accordo”, diceva Salvini nel dicembre del 2017 minacciando di non il fondatore del partito. Che invece alla fine – dopo l’ipotesi della ricandidatura con Forza Italia – era stato incluso nelle liste elettorali e rieletto al Senato. Da Palazzo Madama mancava da 31 anni, cioè dal 1987: era stato il primo parlamentare nella storia della Lega Nord. Da quel momento si è guadagnato il soprannome di senatùr, il senatore in dialetto lombardo. Leader di un partito che nel 1992 raggiunge a sorpresa un exploit elettorale, alla vigilia di Tangentopoli, nel 1994 aveva portato il Carroccio al governo con Berlusconi. Poi però aveva fatto cadere il primo governo di Forza Italia alla fine nel 1994, diventando per alcuni anni acerrimo nemico dell’ex cavaliere, attaccato più volte sul fronte delle inchieste aperte dalla procura di Palermo sui rapporti tra Cosa nostra e Marcello Dell’Utri. Inventore della Padania e sostenitore della secessione prima e del federalismo poi, alla fine del secolo scorso si era riconciliato con l’ex premier Berlusconi entrando nel governo nel 2001 come ministro delle riforme. Coinvolto in molteplici inchieste, condannato in primo grado per approvazione indebita sulla vicenda dei fondi della Lega (condanna decaduta grazie alla denuncia non presentata da Salvini), dopo l’ictus aveva ceduto ampia gestione del partito alla moglie e alla senatrice Rosi Mauro. Quindi nel 2012 era stato costretto a dimettersi dal partito fondato nei primi anni ‘80.