Dopo la mancata candidatura per diventare la sede delle Olimpiadi invernale del 2026, il capoluogo sabaudo subisce un’altra sconfitta. Questa volta, però, non c’è una maggioranza che si spacca e fa esitare Chiara Appendino, ma un esecutivo considerato amico che volta le spalle, quasi per ripicca.La sindaca: "Il governo rompa gli indugi". Giorgetti: "Non ci sono risorse. Ben vengano iniziative parlamentari"
Fuori dalla corsa per ospitare le Atp Finals, l’importante torneo internazionale di tennis. Dopo la mancata candidatura per diventare la sede delle Olimpiadi invernali del 2026, Torino subisce un’altra sconfitta. Questa volta, però, non c’è una maggioranza che si spacca e fa esitare la sindaca Chiara Appendino, ma – raccontano fonti a Ilfattoquotidiano.it – un alleato di governo che tenta di mettere all’angolo il M5s, favorendo le regioni governate dalla Lega a scapito di un’altra regione. Il consiglio dei ministri questa mattina ha deciso di non concedere le garanzie economiche richieste dall’Association of Tennis Professional, scaricando l’onere sulla città e sulla Federazione italiana di tennis, che a loro volta non possono fare fronte a questo impegno. La scadenza per l’invio della lettera con le garanzie è fissata alla mezzanotte di oggi, ma sembra difficile si possa trovare una soluzione all’ultimo minuto.
La sindaca Chiara Appendino temporeggia per qualche ora, un po’ perché influenzata e un po’ perché spera che si possa trovare una quadra. Poi rompe il silenzio: “Il mio appello è che il Governo sciolga gli indugi, in questa fase così delicata, confermi le garanzie che si era impegnato a fornire e che tutte le forze politiche forniscano il loro supporto affinché questo obiettivo possa essere raggiunto insieme – dice nel pomeriggio – Si tratta di un’opportunità unica che Torino, il Piemonte e tutto il nostro Paese non possono perdere”. È però una speranza vana a poche ore dal termine imposto da Atp.
“Sono molto arrabbiato e amareggiato – spiega a ilfattoquotidiano.it l’assessore comunale allo Sport, Roberto Finardi – Non riesco a capire il perché di questa scelta per un evento che potrà avere soltanto delle ricadute positive. Finché non saprò le ragioni della decisione non posso accettarle”. Da alcuni mesi Finardi segue questa candidatura che ha subìto un’accelerazione dopo l’esclusione del capoluogo del Piemonte dal dossier olimpico. Torino avrebbe dovuto vedersela con Londra, Manchester, Singapore e Tokyo.
L’amministrazione aveva garantito a dicembre i 18 milioni di euro necessari per coprire la tassa d’ingresso e il montepremi. Poi la città aveva ospitato per due volte le delegazioni dell’Atp per vedere gli impianti (tra cui il PalaAlpitour, che a ottobre ha ospitato le finali del Mondiali di pallavolo maschile). Insomma, sembrava che Torino avesse le carte per ospitare ogni anno dal 2021 al 2025 gli otto migliori tennisti del mondo. Ne era convinto anche Angelo Binaghi, presidente di Federtennis che ipotizzava un intervento economico ripartito tra città, federazione e “Sport e Salute spa”, la cassaforte dello sport italiano passata sotto il controllo dal governo.
Tuttavia l’esecutivo si è spaccato, dando un ulteriore segnale dello scontro tra le due forze alleate nel quale la Lega cerca di avere la meglio. Da una parte il sottosegretario per i rapporti con il Parlamento, il grillino Simone Valente, ha tentato negli ultimi giorni di arrivare a una soluzione, dall’altro il collega Giancarlo Giorgetti, con deleghe allo Sport, ha frenato lo stanziamento di 78 milioni di euro (18 per il primo anno, 15 per gli altri quattro): “Il governo, né tantomeno il sottoscritto come qualcuno male informato ha detto, non è contrario alle Atp 2021-26 – ha dichiarato quest’ultimo – La questione, purtroppo, è che se non ci sono le risorse diventa complicato e illegittimo per l’esecutivo dare le garanzie economiche”. Così Giorgetti appoggia la proposta del capogruppo della Lega alla Camera, il piemontese Riccardo Molinari che ha presentato una proposta di legge in merito. C’è però un grosso problema: la scadenza per l’invio della lettera è questa notte, difficilmente l’Atp concederà proroghe e il 14 marzo prossimo l’organizzazione deciderà chi ospiterà le Finals. Insomma, le mosse del Carroccio potrebbero essere inutili.
A nulla è servito l’intervento di Vincenzo Ilotte, presidente della Camera di commercio di Torino: “Mi chiedo e chiedo al governo se dobbiamo fare scendere le ‘madamine‘ in piazza per una cifra di 78 milioni in 5 anni, non una cifra enorme, rischiando invece l’ennesimo sgarbo a questo territorio”. Sul progetto di ospitare un grande evento sportivo c’era un grande accordo a Torino. I consiglieri comunali della maggioranza pentastellata questa volta erano tutti uniti, non come avvenuto invece per la candidatura alle Olimpiadi invernali del 2026. Damiano Carretto, uno dei più tenaci oppositori a una nuova edizione dei Giochi, in questo caso era favorevole perché si sarebbe trattato di “un evento low cost on ricadute altissime in cui il M5s credeva fortemente. Niente cemento, niente impianti su cui far lievitare i costi a dismisura, niente infrastrutture inutili, niente consulenze affidate agli amici degli amici. E la Lega è contraria. Fatevi due domande”, scrive su Facebook. Secondo Marco Chessa, consigliere M5s molto attento al mondo dello sport, il Carroccio “ha usato le Finals come merce di scambio sul sostegno economico alla candidatura olimpica di Milano e Cortina del 2026”. Da parte sua, però, c’è un attacco anche agli “appartenenti al Movimento Cinque Stelle torinese, piemontese e nazionale” che si sono opposti alle Olimpiadi: “A loro chiedo gentilmente di non indignarsi per questo nuovo fallimento, in quanto ne sono stati i primi artefici”. La mossa del governo dimostra “la totale irrilevanza politica di Appendino anche nel suo movimento politico”, sostiene il capogruppo Pd in Comune, Stefano Lo Russo.