Infrastrutture inadeguate, controlli insufficienti, rischio vuoti negli organici a causa della quota 100, pessimismo per il futuro. La foto scattata dal procuratore generale della Corte dei Conti Alberto Avoli rappresenta un’Italia in difficoltà, che rischia di perdere terreno rispetto agli altri paesi europei. La denuncia è arrivata durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti ed è stata accompagnata da parole dure, specie per quanto riguarda le grandi opere: “Il nostro Paese non dispone di un patrimonio infrastrutturale adeguato al suo sistema economico e produttivo” ha detto Avoli, sottolineando che l’effetto si avverte anche sulla qualità di vita dei cittadini in termini di trasporti, viabilità, rifiuti e manutenzione del territorio. A sentire il pg della Corte dei Conti, “la mancanza di congrui investimenti rischia di accrescere ulteriormente il gap” con l’Europa, con un peggioramento non solo in termini di competitività ma anche di condizioni sociali della comunità.
In tal senso, influisce non poco la scarsa prevenzione: “Le procedure di controllo della sicurezza strutturale” delle infrastrutture “sono state in passato e sono tuttora insufficienti al fine di prevenire crolli, come quello del Ponte Morandi a Genova”. Il magistrato contabile ha citato la relazione della Commissione Ispettiva dal Mit, sottolineando che il dossier “evidenzia, inoltre, un vistoso difetto di coordinamento tra l’attività del concessionario e le funzioni di vigilanza proprie del concedente e cioè proprie delle strutture del Ministero“. Avoli, infine, ha sottolineato la necessità di controlli più stringenti da parte dello Stato, con “apparati tecnici di vigilanza, dei quali la pubblica amministrazione attualmente non dispone a sufficienza“.
Secondo il presidente dei giudici contabili Angelo Buscema, poi, il futuro non sarà migliore: “Il 2019 e gli anni successivi si presentano non facili per il governo dei conti pubblici”, anche perché il “ripiegamento” dell’economia internazionale rende “più stringenti i margini delle azioni di riequilibrio del disavanzo e del debito”. “In sede programmatica – ha aggiunto Buscema – gli spazi per garantire un percorso di seppur lenta riduzione del debito appaiono molto contenuti, ponendo il Paese in un crinale particolarmente stretto”. Nel corso del suo intervento, poi, Buscema ha parlato anche di politica: “Non è superfluo ricordare, soprattutto alle nuove generazioni, quanto sia prezioso, in un corretto bilanciamento di poteri, un assetto istituzionale che preveda la presenza di soggetti indipendenti, in grado di assicurare la collettività che le scelte principali, che incidono sulla vita quotidiana siano sistematicamente sottoposte alle opportune verifiche di legittimità e efficacia”. Un messaggio chiaro alla politica, che diventa un attacco diretto quando Alberto Avoli ha parlato di uno dei provvedimenti spot del governo e in particolare della Lega di Salvini: quota 100.
“Le recenti disposizioni in materia previdenziale suscitano notevoli preoccupazioni circa le ricadute sulla organizzazione degli uffici per i vuoti negli organici che presumibilmente si apriranno copiosi nel breve termine” ha sottolineato Avoli, spiegando che “tali vuoti tuttavia costituiscono un’occasione unica da non perdere per promuovere il ricambio generazionale nei quadri pubblici con l’immissione in ruolo di risorse portatrici di professionalità specifiche e maggiormente aperte all’innovazione”. Venendo ad aspetti più tecnici, Avoli ha poi passato in rassegna i risultati di un anno di lavoro: “Nel corso del 2018 l’importo recuperato da accertamenti patrimoniali per il periodo 2014-2018 è stato pari a 323.728.285 euro, con un incremento del 26,9% rispetto al periodo 2013-2017 (euro 272.890.900,43). Tale dato – ha sottolineato – potrebbe apparire ancora più rilevante ove si pensi che le sentenze di condanna da portare in esecuzione riguardano nella maggior parte dei casi il settore delle frodi comunitarie, perpetrate attraverso l’indebito utilizzo dei contributi pubblici“.
Sempre nel corso del suo intervento il pg della Corte dei Conti ha spiegato che “il fenomeno dell’assenteismo può considerarsi endemico ed è difficile da estirpare. Si sono susseguite nel tempo normative sempre più stringenti, ma i risultati conseguiti non sono stati pari alle aspettative”. Parlando sempre di pubblica amministrazione, il pg ha evidenziato che sono stati fatti “passi importanti“, ma “il traguardo è ancora molto lontano ed il panorama del nostro Paese si presenta tutt’oggi a macchia di leopardo. Si sono infatti accentuate le differenze territoriali nella qualità dei servizi erogati ai cittadini e negli stessi modelli di gestione. Il potenziamento delle autonomie – ha aggiunto – dovrà necessariamente accompagnarsi ad un effettivo e coerente riposizionamento di tutti i livelli di responsabilità, e non solo quella politica”.
Il presidente Buscema, invece, ha messo in evidenza che “allo stesso tempo, la flessione, ormai di lunga data, degli investimenti pubblici, che sono un fattore decisivo per la crescita economica, richiede interventi innovatori su più fronti, dalla rinnovata necessità di disponibilità di risorse, alle procedure e ai controlli”. Poi un altro parere negativo sull’operato degli ultimi governi: “Le norme intese a semplificare e accelerare i processi decisionali e a promuovere la trasparenza e la digitalizzazione nelle pubbliche amministrazioni hanno evidenziato ancora limiti significativi, superabili solo con un nuovo impulso legislativo al processo di riforma”. Buscema poi ha annunciato una sorta di monitoraggio continuo sull’operato del governo: “Si rafforza l’esigenza di un’accurata verifica delle quantificazioni dei provvedimenti proposti e di un monitoraggio, anche in corso d’anno, delle fasi attuative delle principali misure, nonché della messa a punto di assetti organizzativi indispensabili alla riuscita degli interventi, come le agenzie del lavoro, la struttura di missione per gli investimenti e l’autorità per la progettazione”.
Avoli, invece, non ha mancato di criticare il modus operandi comunicativo della politica: “Occorre dimostrare coraggio, il coraggio di uscire da una inconcludente rissosità continua, il coraggio di non rendere deserto il futuro dei giovani in nome di un eterno presente, il coraggio di avere ideali e valori“. Sempre Avoli, poi, ha sottolineato che nel “tempo complesso” che stiamo vivendo, caratterizzato dalla “invasività petulante delle reti di comunicazione sociale”, è “assai pericoloso” il disallineamento fra la realtà oggettiva dei fatti e quella virtuale.