UN VALZER FRA GLI SCAFFALI di Thomas Stuber. Con Frank Rogowski, Sandra Hüller Peter Kurth. Germania 2018. Durata: 125’. Voto: 4/5 (AMP)
C’è un mondo di vita e di vite fra una corsia e l’altra. E lo si può vedere, basta saper guardare ed ascoltare. A dimostrarlo è il tocco di Thomas Stuber, classe 1981, che con la sua opera terza in lungo (di)mostra che usando bene il linguaggio per immagini si può incantare anche negli interni di un ipermercato all’ingrosso posto nella provincia remota dell’ex DDR. Se all’inizio è Sul bel Danubio blu a far da accompagnamento musicale alla macchina da presa che “danza” fra i corridoi con scaffali stipati di merci in seguito sono gli esseri umani a creare la poesia, con le loro storie di giochi da tavola e le loro pause-caffè, ma soprattutto con i loro sorrisi che ben mascherano dolorosi segreti. L’arrivo del giovane Christian, taciturno e un po’ impacciato alla guida del “carrello”, costituisce elemento di rottura della routine: il novello magazziniere notturno – in prova – deve dimostrare di sapersi guadagnare la fiducia e il rispetto da capi e colleghi. Nascono amicizie, complicità e l’idea di un amore. Piccola grande elegia a chi vive nell’ombra, Un valzer fra gli scaffali adopera la metonimia in maniera esemplare, perché anche imparare a guidare un carrello può diventare una conquista da celebrare e condividere. Fra le sorprese migliori di Berlinale 2018, un film da gustare dall’inizio alla fine.