ALITA – ANGELO DELLA BATTAGLIA di Robert Rodriguez. Con Rosa Salazar, Mahershala Ali, Christoph Waltz. Usa 2019. Durata: 122’ Voto: 2,5/5 (DT)
Iron City, 2563. Rimestando tra i rifiuti calati dall’alto della città sospesa di Zalem, il dottor Dyson recupera la parte centrale (petto e viso) di una giovane cyborg e lo innesta nel corpo preparato per la figlia (morta) Alita. Nascerà una cyborg guerriera priva di memoria che rasenta l’invincibilità, con gli occhioni da pelouche, cacciatrice di taglie sulla scia di un serial killer usurpatore di arti meccanici. Tratto da un articolato e denso manga di culto di Yukito Kishiro, 200 milioni di dollari di budget, script e progetto fallito di James Cameron, Alita in mano a Rodriguez è sì la solita epica al femminile, con un lavoro in motion capture lodevole, ma è anche cinema estremamente derivativo e scontato. La poesia dolente uomo/tecnologia e l’accentuato classismo del manga qui diventa un gioco semplicistico, action time dal pilota automatico, immerso in una megalopoli centroamericana popolata da comparse palestrate californiane. Il pathos regge il tempo di uno sbadiglio e il racconto si liquefà senza lasciare tracce espressive e storiche.