Obiettivo Marte, ma prima ancora la Luna. La Nasa accelera i piani per il suo ritorno sul suolo del nostro satellite e intende portarvi di nuovo gli astronauti entro il 2028, questa volta per restare e per testare le tecnologie utili alla missione umana per il pianeta Rosso. Un annuncio che arriva a 50 anni esatti dallo sbarco di Neil Armstrong, Buzz Aldrin, Michael Collins. L’amministratore capo dell’agenzia spaziale americana, Jim Bridenstine, ha sollecitato i partner privati a mettere a punto le tecnologie più efficienti in vista di questo obiettivo e a testare le prime capsule destinate a posarsi sulla Luna entro il 2024. La scadenza per la presentazione delle offerte è il 25 marzo prossimo. Questa volta, a differenza di 50 anni fa, ha detto Bridenstine, “quando andremo sulla Luna, vi resteremo”.
With today’s announcement about partnering with commercial industry to build a human lunar lander, we are preparing for humans to leave Earth’s orbit for the first time since 1972. More: https://t.co/dpXhX2rubi pic.twitter.com/24aKRLAK8g
— Jim Bridenstine (@JimBridenstine) 14 febbraio 2019
Il piano è di ritornare sul nostro satellite naturale “con nuove tecnologie e sistemi innovativi per esplorare più luoghi sulla superficie di quanto avessimo mai pensato possibile”. L’approccio sarà all’insegna della collaborazione internazionale, in base all’esperienza fatta con la Stazione Spaziale Internazionale. “Espanderemo le nostre partnership con l’industria e altre nazioni per esplorare la Luna e andare anche verso destinazioni più lontane come Marte” ha affermato Bridenstine . L’obiettivo, ha aggiunto, è fare in modo di “inviare gli astronauti sulla superficie della Luna nel prossimo decennio“. Un aspetto chiave del piano della Nasa è l’uso di una stazione spaziale per i viaggi di andata e ritorno verso e dalla superficie della Luna. Chiamata Lop-G (Lunar Orbital Platform-Gateway) dovrebbe coinvolgere gli stessi partner dell’attuale Stazione Spaziale, ossia le agenzie spaziali di Stati Uniti (Nasa), Europa (Esa), Russia (Roscosmos), Giappone (Jaxa) e Canada (Csa).
Anche l’Italia sarà in prima fila nella nuova corsa alla Luna, con i moduli per la stazione spaziale che sarà in orbita attorno al nostro satellite naturale come spiega all’Ansa il commissario straordinario dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Piero Benvenuti. “Nei prossimi incontri bilaterali con la Nasa, l’Asi discuterà della possibile partecipazione italiana al ritorno sulla Luna”, ha spiegato Benvenuti. L’Italia, ha aggiunto, “ha tutti i presupposti per collaborare nell’impresa perché con la sua industria ha praticamente il monopolio della costruzione dei moduli abitativi della Stazione Spaziale Internazionale”. Sono stati costruiti grazie all’accordo bilaterale fra Asi e Nasa del 9 ottobre 1997, in base al quale l’Asi ha accesso a parte delle risorse della Stazione Spaziale per eseguire esperimenti in microgravità e a opportunità di volo per gli astronauti. L’Italia, ha osservato Benvenuti, potrebbe collaborare in due vesti, sia come membro dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), sia per il suo accordo specifico con la Nasa.
L’Agenzia spaziale americana, ha aggiunto, “intende tornare sulla Luna per avere una porta verso l’esplorazione di Marte“. Lo scopo è “testare le tecnologie per la missione umana verso il pianeta rosso, in particolare per sperimentare la costruzione di una base“. Questo obiettivo comporterà la costruzione di una piccola stazione orbitale attorno alla Luna “per salire e scendere dalla superficie con una navetta”. Con questa soluzione, ha aggiunto, “c’è bisogno di meno potenza e quindi meno carburante rispetto a un veicolo che deve andare e venire dalla Terra alla Luna”. A tal fine, ha proseguito Benvenuti, “è allo studio la possibilità che la stazione sia in orbita sia attorno alla Terra sia attorno alla Luna, seguendo un circuito a forma di otto“.