Xiaomi Mi 8 Pro è uno smartphone di alto livello che costa 650 euro, in cambio offre prestazioni elevate, uno schermo Super AMOLED di qualità e un’estetica originale. Dopo averlo provato abbiamo concluso che può essere lo smartphone giusto per chi è alla ricerca di un top di gamma e si vuole differenziare dagli altri.

Sul piano tecnico è come sempre da apprezzare il lavoro di ottimizzazione software, che valorizza le potenzialità del processore Snapdragon 845 accoppiato a 8 Gigabyte di memoria RAM. Il comparto fotografico mostra importanti passi in avanti, pur restando ancora lontano da alcuni brand negli scatti in notturna. La nota originale è nel rivestimento posteriore che sembra far intravedere la componentistica interna. In realtà è una sorta di adesivo perché i veri componenti non possono essere esposti alla luce, ma l’effetto è di grande impatto.
Sul fronte del prezzo, è doveroso segnalare che i 649 euro del listino ufficiale sono comuni per uno smartphone al top di gamma, ma allo stesso prezzo si possono comprare dispositivi altrettanto validi della stessa Xiaomi (per esempio il Mi 8 standard o il più recente Mi Mix 3), e spendendo qualcosa meno si può avere lo OnePlus 6T.
La qualità del prodotto è indiscutibile. Xiaomi ha scelto di usare il vetro sia per la parte frontale sia per quella posteriore, e i due componenti si innestano perfettamente sulla cornice in alluminio serie 7000. Tuttavia l’ergonomia generale non è delle migliori, perché il vetro risulta un po’ scivoloso. Ecco perché l’azienda ha incluso nella confezione una cover in TPU morbido (poliuretano termoplastico). Maneggiando lo smartphone comunque si apprezzano i requisiti dei materiali utilizzati.
Al contrario di modelli più rivoluzionari, sul Mi 8 Pro ritroviamo il notch, la “tacca” sulla parte superiore dello schermo che nasconde la fotocamera. In questo caso cela anche un emettitore a infrarossi per migliorare lo sblocco tramite riconoscimento del volto. Ripaga in termini di funzionalità ciò che toglie in estetica, perché permette di usare con successo questo sistema di sblocco anche al buio.

Nonostante l’ampio schermo da 6,21 pollici si riesce a usare il Mi 8 Pro con una sola mano: misura 154,9 x 74,8 x 7,6 mm, a fronte di un peso di 177 grammi. La risoluzione del display è di 1.080 x 2.248 pixel e quella che offre è un’esperienza adeguata a un top di gamma, con una resa cromatica convincente e ottimi angoli di visuale. Molto buoni anche la luminosità all’aperto, il trattamento oleofobico e la protezione Gorilla Glass 5 per il vetro anteriore. Il sensore per la scansione dell’impronta digitale è integrato nello schermo. Non ci ha del tutto convinti perché non è sempre preciso.
Sul retro sporge il modulo fotografico, che consiste in una dual-camera disposta in verticale, con sensore principale da 12 MP e accoppiato a un secondo sensore da 12 MP teleobiettivo realizzato da Samsung. Gli scatti che abbiamo fatto per i test rivelano un netto miglioramento rispetto ai modelli passati. Significative la velocità di scatto e la messa a fuoco, che portano a più che soddisfacenti scatti in diurna. In notturna, invece, questa fotocamera resta un passo indietro rispetto ad alcuni smartphone concorrenti, per via del rumore e della perdita di dettaglio. Si possono girare video fino alla risoluzione 4K a 60 fps, ma la stabilizzazione elettronica assiste solo fino alla risoluzione Full-HD. La resa generale è buona, ma anche i filmati soffrono con poca luce. A compensare ci pensa in parte l’intelligenza artificiale, che consente alla fotocamera di riconoscere la scena e il soggetto ottimizzando automaticamente lo scatto. Il sensore frontale da 20 MP consente risultati analoghi a quello posteriore.
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Le prestazioni invece sono una garanzia: abbiamo registrato valori di grande livello nell’uso quotidiano e il sistema si è dimostrato reattivo in qualsiasi operazione, da quelle elementari alle più complesse. Buona anche la dissipazione del calore, che ha dimostrato la sua efficacia durante impegnative sessioni di gioco.
La durata della batteria copre agevolmente la giornata lavorativa. Con un uso intenso di mail, notifiche dalle app e circa un’ora di telefonate, siamo sempre arrivati a sera con un residuo di carica. A schermo sempre acceso abbiamo sempre superato ampiamente le 4 ore. Da notare anche la presenza della ricarica rapida con lo standard Quick Charge 4.0+, e la presenza in dotazione dell’apposito caricabatterie.
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L’audio non è eccelso, ma è sufficiente per garantire qualità nella media e volume buono, ed è buona l’esperienza in chiamata e in ricezione. Poco da obiettare sulla connettività, che include tutto quello che serve: Bluetooth 5.0, supporto dual-SIM, Wi-Fi dual-band, sensore a infrarossi, NFC, USB-C. Manca, purtroppo, la presa jack per le cuffie.
Tecnologia
Xiaomi Mi 8 Pro è lo smartphone top di gamma fatto per chi vuole distinguersi
Se siete alla ricerca di uno smartphone dall'aspetto originale, lo Xiaomi Mi 8 Pro potrebbe fare al caso vostro. Usa un trucco per attrarre, ma è d'effetto. Le prestazioni sono buone e lo schermo è di qualità, peccato per il prezzo un po' salato e le foto non eccelse in notturna.
Xiaomi Mi 8 Pro è uno smartphone di alto livello che costa 650 euro, in cambio offre prestazioni elevate, uno schermo Super AMOLED di qualità e un’estetica originale. Dopo averlo provato abbiamo concluso che può essere lo smartphone giusto per chi è alla ricerca di un top di gamma e si vuole differenziare dagli altri.
Sul piano tecnico è come sempre da apprezzare il lavoro di ottimizzazione software, che valorizza le potenzialità del processore Snapdragon 845 accoppiato a 8 Gigabyte di memoria RAM. Il comparto fotografico mostra importanti passi in avanti, pur restando ancora lontano da alcuni brand negli scatti in notturna. La nota originale è nel rivestimento posteriore che sembra far intravedere la componentistica interna. In realtà è una sorta di adesivo perché i veri componenti non possono essere esposti alla luce, ma l’effetto è di grande impatto.
Sul fronte del prezzo, è doveroso segnalare che i 649 euro del listino ufficiale sono comuni per uno smartphone al top di gamma, ma allo stesso prezzo si possono comprare dispositivi altrettanto validi della stessa Xiaomi (per esempio il Mi 8 standard o il più recente Mi Mix 3), e spendendo qualcosa meno si può avere lo OnePlus 6T.
La qualità del prodotto è indiscutibile. Xiaomi ha scelto di usare il vetro sia per la parte frontale sia per quella posteriore, e i due componenti si innestano perfettamente sulla cornice in alluminio serie 7000. Tuttavia l’ergonomia generale non è delle migliori, perché il vetro risulta un po’ scivoloso. Ecco perché l’azienda ha incluso nella confezione una cover in TPU morbido (poliuretano termoplastico). Maneggiando lo smartphone comunque si apprezzano i requisiti dei materiali utilizzati.
Al contrario di modelli più rivoluzionari, sul Mi 8 Pro ritroviamo il notch, la “tacca” sulla parte superiore dello schermo che nasconde la fotocamera. In questo caso cela anche un emettitore a infrarossi per migliorare lo sblocco tramite riconoscimento del volto. Ripaga in termini di funzionalità ciò che toglie in estetica, perché permette di usare con successo questo sistema di sblocco anche al buio.
Nonostante l’ampio schermo da 6,21 pollici si riesce a usare il Mi 8 Pro con una sola mano: misura 154,9 x 74,8 x 7,6 mm, a fronte di un peso di 177 grammi. La risoluzione del display è di 1.080 x 2.248 pixel e quella che offre è un’esperienza adeguata a un top di gamma, con una resa cromatica convincente e ottimi angoli di visuale. Molto buoni anche la luminosità all’aperto, il trattamento oleofobico e la protezione Gorilla Glass 5 per il vetro anteriore. Il sensore per la scansione dell’impronta digitale è integrato nello schermo. Non ci ha del tutto convinti perché non è sempre preciso.
Sul retro sporge il modulo fotografico, che consiste in una dual-camera disposta in verticale, con sensore principale da 12 MP e accoppiato a un secondo sensore da 12 MP teleobiettivo realizzato da Samsung. Gli scatti che abbiamo fatto per i test rivelano un netto miglioramento rispetto ai modelli passati. Significative la velocità di scatto e la messa a fuoco, che portano a più che soddisfacenti scatti in diurna. In notturna, invece, questa fotocamera resta un passo indietro rispetto ad alcuni smartphone concorrenti, per via del rumore e della perdita di dettaglio. Si possono girare video fino alla risoluzione 4K a 60 fps, ma la stabilizzazione elettronica assiste solo fino alla risoluzione Full-HD. La resa generale è buona, ma anche i filmati soffrono con poca luce. A compensare ci pensa in parte l’intelligenza artificiale, che consente alla fotocamera di riconoscere la scena e il soggetto ottimizzando automaticamente lo scatto. Il sensore frontale da 20 MP consente risultati analoghi a quello posteriore.
Le prestazioni invece sono una garanzia: abbiamo registrato valori di grande livello nell’uso quotidiano e il sistema si è dimostrato reattivo in qualsiasi operazione, da quelle elementari alle più complesse. Buona anche la dissipazione del calore, che ha dimostrato la sua efficacia durante impegnative sessioni di gioco.
La durata della batteria copre agevolmente la giornata lavorativa. Con un uso intenso di mail, notifiche dalle app e circa un’ora di telefonate, siamo sempre arrivati a sera con un residuo di carica. A schermo sempre acceso abbiamo sempre superato ampiamente le 4 ore. Da notare anche la presenza della ricarica rapida con lo standard Quick Charge 4.0+, e la presenza in dotazione dell’apposito caricabatterie.
L’audio non è eccelso, ma è sufficiente per garantire qualità nella media e volume buono, ed è buona l’esperienza in chiamata e in ricezione. Poco da obiettare sulla connettività, che include tutto quello che serve: Bluetooth 5.0, supporto dual-SIM, Wi-Fi dual-band, sensore a infrarossi, NFC, USB-C. Manca, purtroppo, la presa jack per le cuffie.
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Mondo
Gaza, finita la tregua: Israele attacca Hamas. “Oltre 350 morti, molti bambini”. Le famiglie degli ostaggi contro Netanyahu: “Fermi l’uccisione dei nostri cari”
Cronaca
La lettera del Papa dall’ospedale: “Dobbiamo disarmare le parole per disarmare le menti e la Terra”
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Trump-Putin, oggi la telefonata. Media: “Usa pensano a riconoscere la Crimea come russa”. Tasse e debito: corsa al riarmo dell’Est Europa
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Non esiste possibilità di un'Unione Europea che conti nel mondo se questa è priva di una difesa europea. Ogni entità politica deve avere tra i suoi principali scopi la conservazione di sé, la propria autodifesa. Altrimenti può essere un'organizzazione economica o commerciale o altro, ma non un'unione politica". Lo sostiene in un'intervista al Corriere della Sera l'ex presidente della Commissione europea José Manuel Durão Barroso, a Roma per un incontro in ricordo di Franco Frattini, ex vicepresidente della stessa commissione, aggiungendo di accogliere favorevolmente la risoluzione del Consiglio europeo di passare, in materia di difesa, dall'unanimità alla maggioranza qualificata, eccezion fatta per le operazioni militari con mandato esecutivo.
"Tutti i passi per assicurare all'Ue un processo decisionale più efficace vanno bene - aggiunge l'ex premier portoghese - Nella fattispecie però non credo che a frenarle sia il voto a maggioranza: spesso l'argomento viene usato come pretesto da quanti dichiarano di voler andare avanti, ma in realtà no. Nei trattati esiste già la possibilità di 'cooperazioni rafforzate' tra alcuni Paesi, basta rispettarne i principi. Sono previsti dall'articolo 20 del Trattato di Lisbona e la massa critica sufficiente per procedere oggi c'è".
"Intese specifiche quali sono le cooperazioni rafforzate vanno raggiunte da almeno nove Stati membri e, siamo onesti, su molte domande non possiamo ambire all'unanimità - spiega Barroso - Attualmente i nove ci sono. E c'è anche abbastanza massa critica per sostenere l'Ucraina". Quanto al programma Rearm Europe di difesa europea approvato dal Consiglio e nella sostanza dal Parlamento, dice ancora, "coloro che sono pronti dovrebbero andare avanti. Francia, Germania e altri lo sono. Allo stesso tempo devono rimanere aperti, come prevedono i trattati, a ulteriori Paesi che potrebbero aggiungersi. È una geometria variabile estensibile a Stati non dell'Ue, come è adesso la Gran Bretagna. Penso che questo dibattito istituzionale di frequente sia una scusa, perché le cose quando lo vogliamo davvero siamo capaci di farle. Importante è superare la frammentazione nell'industria della difesa. Se ogni Paese investe nella rispettiva difesa non aumenteremo quella europea".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Si tratta ancora sul testo della mozione del Pd in vista del voto in Parlamento sulle comunicazioni della premier Meloni in vista del Consiglio Ue. Un accordo sul testo, dopo la lunga riunione di ieri, ancora non è stato trovato. A quanto si apprende, al momento a tenere lontani maggioranza del partito e i riformisti dem è l'aggettivo "radicalmente" voluto dalla segretaria Elly Schlein a proposito dei cambiamenti da apportare a ReErm Eu.
Sulla necessità di invocare modifiche al progetto di difesa Ue di Ursula von del Leyen, invece, le diverse anime del partito si sono trovate d'accordo. "La Schlein vuole marcare la differenza dal Piano, i riformisti pensano invece che ci vogliano debito europeo e difesa comune", sottolinea chi segue le trattative da vicino.
Al testo della mozione lavora già da ieri un gruppo ristretto composto dai capigruppo Francesco Boccia e Chiara Braga, il responsabile Esteri Peppe Provenzano, i capigruppo di commissione Stefano Graziano, Enzo Amendola, Piero De Luca, Tatiana Rojc e Alessandro Alfieri. Una riunione del tavolo ristretto era prevista per stamattina, prima dell'Assemblea dei Gruppi delle 11,30, ma al momento ancora non è iniziata.
Roma, 18 mar (Adnkronos) - "Spero ci sia la volontà politica per evitare di dividerci di nuovo. Questo è un passaggio storico. Non possiamo sbagliare, è troppo importante. La politica estera e i temi della difesa europea magari non sono decisivi per il consenso elettorale, ma sono fondamentali per la costruzione della credibilità di un soggetto politico e della costruzione di un’alternativa di governo". Lo dice al Foglio Alessandro Alfieri, senatore del Pd e coordinatore di Energia popolare, a proposito della mozione del Pd sulle comunicazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio Ue.
"Lavoriamo a un documento che sottolinei le criticità del piano sulle quali il governo dovrebbe negoziare con la Commissione – dalla necessità di non sbilanciare il costo del riarmo troppo sui bilanci nazionali, alla necessità di investimenti che contribuiscano a far crescere la collaborazione industriale trai i paesi europei e gli acquisti e programmi comuni tra pesi – ma che confermi comunque che questo è oggi un passaggio necessario per garantire la sicurezza dell’Europa", sottolinea il senatore dem.
Roma, 18 mar (Adnkronos) - La tregue in Ucraina "ci sarà, è inevitabile. Trump e Putin si sono spinti troppo avanti. Hanno tagliato fuori dal confronto l’Europa che rompe le scatole e ora, escludendo gli altri, hanno obbligato se stessi a portare a casa il risultato. Non possono fallire, non possono tornare alla casella di partenza". Lo dice Romano Prodi a 'Avvenire'.
Ma "la pace è un’altra cosa. È più complicata perché si tratta di definire aspetti complessi. A cominciare dai problemi territoriali. Certo di solito una tregua finisce con il rendere definitivi accordi provvisori", sottolinea l'ex presidente della commissione Ue. Sulla difesa europea, Prodi spiega: "Ora è il momento di farci il nostro ombrello. Penso a un lungo e indispensabile cammino verso la difesa comune. Penso a risorse aggiuntive che vengano progressivamente messe insieme da tutti i Paesi Ue. Penso a risorse spese in modo coordinato e unito. Se aumentiamo le spese militari senza organizzare una politica estera e una difesa comune, sono soldi buttati via".
Prodi, tra le altre cose, parla della situazione del Pd: "In Europa non esiste un Paese in cui un partito abbia la maggioranza. Ecco il tema: creare la compagnia di viaggio" e con il M5s "c’è tanta distanza. Troppa. Questo gioco della separazione quotidiana vuol dire condannarsi alla sconfitta. E invece la sfida è trovare una capacità di mediare avanzando. Servono proposte innovative. Servono proposte che emozionano. Che prendono il cuore. Perchè c’è metà del Paese che non va più a votare. E perchè i giovani non si convincono con proposte in contrasto tra loro".
(Adnkronos) - Serie di attacchi aerei di Israele nella Striscia di Gaza, ripresi nella notte su ordine di Benjamin Netanyahu, che ha ordinato "la ripresa della guerra" contro Hamas, dopo che gli sforzi per estendere il cessate il fuoco sono falliti. Il bilancio delle vittime continua a salire. Secondo il direttore del ministero della Sanità della Striscia, Mohammed Zaqout, i morti sono saliti "ad almeno 330, per la maggior parte donne e bambini palestinesi, mentre i feriti sono centinaia"
Secondo quanto appreso dall'Afp da due fonti del movimento di resistenza islamico, tra le vittime c'è anche il generale di divisione Mahmoud Abu Watfa, che era a capo del ministero dell'Interno del governo di Hamas.
L'ufficio del primo ministro Netanyahu ha dichiarato che lui e il ministro della Difesa Israel Katz hanno dato istruzioni alle Forze di Difesa Israeliane (Idf) di intraprendere “un'azione forte contro l'organizzazione terroristica di Hamas” nella Striscia di Gaza. “Questo fa seguito al ripetuto rifiuto di Hamas di rilasciare i nostri ostaggi, così come al suo rifiuto di tutte le proposte ricevute dall'inviato presidenziale statunitense Steve Witkoff e dai mediatori”, ha dichiarato l'ufficio di Netanyahu in un post su X. “Israele, d'ora in poi, agirà contro Hamas con una forza militare crescente”, ha dichiarato l'ufficio di Netanyahu in una dichiarazione riportata dal Times of Israel, aggiungendo che i piani per la ripresa delle operazioni militari sono stati approvati la scorsa settimana dalla leadership politica.
Israele continuerà a combattere a Gaza "fino a quando gli ostaggi non saranno tornati a casa e non saranno stati raggiunti tutti gli obiettivi", ha affermato Katz.
La Casa Bianca dal canto suo ha confermato che Israele ha consultato l'amministrazione americana prima di lanciare la nuova ondata di raid. "Hamas avrebbe potuto rilasciare gli ostaggi per estendere il cessate il fuoco, invece ha scelto il rifiuto e la guerra", ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, al Times of Israel, dopo la ripresa dei raid israeliani contro la Striscia di Gaza.
Dal canto suo Hamas ha dichiarato che Netanyahu, con la sua decisione di "riprendere la guerra", "ha condannato a morte gli ostaggi" che si trovano ancora a Gaza. "Netanyahu e il suo governo estremista hanno deciso di sabotare l'accordo di cessate il fuoco - accusa il movimento in una nota - La decisione di Netanyahu di riprendere la guerra è la decisione di sacrificare i prigionieri dell'occupazione e di imporre loro la condanna a morte”. Hamas denuncia poi che il premier israeliano continua a usare la guerra a Gaza come "una scialuppa di salvataggio" per distrarre dalla crisi politica interna.
Hamas ha quindi esortato i mediatori internazionali a “ritenere l'occupazione israeliana pienamente responsabile della violazione dell'accordo” e ha sottolineato la necessità di “fermare immediatamente l'aggressione”.
Il cessate il fuoco era rimasto in vigore per circa due settimane e mezzo dopo la conclusione della prima fase, mentre i mediatori lavoravano per mediare nuovi termini per l'estensione della tregua. Hamas ha insistito per attenersi ai termini originali dell'accordo, che sarebbe dovuto entrare in vigore nella sua seconda fase all'inizio del mese. Questa fase prevedeva che Israele si ritirasse completamente da Gaza e accettasse di porre fine definitivamente alla guerra in cambio del rilascio degli ostaggi ancora in vita. Sebbene Israele abbia firmato l'accordo, Netanyahu ha insistito a lungo sul fatto che Israele non porrà fine alla guerra fino a quando le capacità militari e di governo di Hamas non saranno state distrutte. Di conseguenza, Israele ha rifiutato anche solo di tenere colloqui sui termini della fase due, che avrebbe dovuto iniziare il 3 febbraio.
Gli Houthi dello Yemen "condannano la ripresa dell'aggressione del nemico sionista contro la Striscia di Gaza". "I palestinesi non verranno lasciati soli in questa battaglia e lo Yemen continuerà con il suo sostegno e la sua assistenza e intensificherà il confronto", minaccia il Consiglio politico supremo degli Houthi, che da anni l'Iran è accusato di sostenere, come riportano le tv satellitari arabe.
Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".