È passato quasi un mese da quando il vicepremier Luigi Di Maio ha annunciato la nomina di Lino Banfi all’Unesco e l’attore, intervistato dal Corriere della Sera, confessa di non essere ancora entrato nelle sue funzioni: “Per ora niente. Nessuno mi ha chiamato, allora sono andato io. Il presidente della commissione Franco ha detto che c’è stata una riunione nel 2018. Ce ne sarà un’altra nel 2019. Porca puttena, ho pensato, si lavora tanto. Non dovrò fare nemmeno uno spot, nemmeno gli incontri nelle scuole coi ragazzi”. Insomma, non una riunione, non un incarico. E con Di Maio, spiega Banfi, “non ci siamo più sentiti. Forse incontrerò il ministro Bonisoli“.
Tuttavia l’attore pugliese ha già cominciato a prepararsi al suo ruolo: “Una full immersion, e ho già ricevuto alcune richieste di tutela. Per ora mi associano a cose mangerecce. Non so perché vista la mia silhouette da ballerina. Mi hanno chiesto di tutelare il radicchio dell’alto trevigiano e il prosecco”. La sua nomina all’Unesco ha suscitato diverse polemiche, ma la cosa che l’ha sconvolto di più è un’altra: “L’elogio di mia moglie. Lei è più sordarella di me. Sentiva questa storia del patrimonio dell’umanità. Alla fine mi ha detto: ‘Siamo sposati da 56 anni, dopo 10 di fidanzamento. È proprio un matrimonio dell’umanità’“.