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Diciotti, Airola: “Voterò perché Salvini vada a processo. M5s sempre contro gli scudi: sia coerente. Il governo non cadrà”

Il senatore, uno dei "veterani" tra i Cinquestelle al Senato: "La nostra prima regola va rispettata senza eccezioni: il ministro non deve sottrarsi a un giudizio. Anche perché se si sono autodenunciati Di Maio e Toninelli come voteremo la prossima volta su Rousseau?"

Il senatore del Movimento Cinque Stelle Alberto Airola nella consultazione online su Rousseau che si aprirà alle 9 di lunedì voterà perché il ministro dell’Interno Matteo Salvini vada a processo per sequestro di persona nel caso della nave Diciotti. Una presa di posizione di peso che arriva dopo altri annunci pubblici. Per esempio quello – contro il processo – di Gianluigi Paragone, che a differenza di Airola è al primo mandato da senatore ed è stato candidato non dopo un cursus da attivista, ma come quota della società civile. Airola, 48 anni, torinese di Moncalieri, è un esponente storico dei Cinquestelle. Prima di entrare nei meetup, ha fatto parte a lungo del movimento No Tav. E Airola, in fondo, la pensa come il presidente della commissione Antimafia, il senatore Nicola Morra, anche lui parlamentare al secondo mandato e tutore dei principi fondativi del Movimento. “Il M5s – spiega Airola in un post su facebook – in tutti i casi ha sempre rifiutato qualsiasi scudo giuridico o immunità, Salvini in quanto ministro, non deve secondo noi, sottrarsi ad un eventuale processo. Così come non si sottrae nessuno: parlamentari, sindaci, amministratori pubblici, consiglieri, assessori, normali cittadini. Anche se questo caso tecnicamente è diverso, la regola vale lo stesso, anche nei confronti dei leghisti, nulla di personale”.

E nemmeno vale, per Airola, il ragionamento sulla tutela di un interesse tutelato dalla Costituzione o comunque un interesse pubblico: “Non entro nel merito – taglia corto il senatore – La prima regola del M5s va rispettata senza eccezioni”.

Ma soprattutto, secondo il senatore torinese, se il M5s votasse no al processo si produrrebbe una contraddizione dopo che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli si sono autodenunciati alla Procura di Catania che li ha indagati con l’ipotesi di concorso del reato con Salvini. “Ora – ragiona Airola – visto che Di Maio aveva dichiarato che si sarebbe fatto processare, e di conseguenza Toninelli, come voteremo la prossima volta su Rousseau? Ci potremmo trovare nel singolare caso di Salvini salvato e gli altri perseguiti. Inaccettabile“.

L’appello di Airola è a rimanere “coerenti” e “fedeli a noi stessi“. Perché, assicura, “il Governo non cadrà“.