Il post sul blog delle Stelle annuncia che si voterà tra le ore 10 e le 19. "Questo non è il solito voto sull’immunità dei parlamentari", si legge. La formulazione del quesito: "Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?". Fonti di governo: "Se vince via libera ad autorizzazione probabile una crisi di governo"
Se voti Sì salvi Matteo Salvini dal processo. Se voti No concedi l’autorizzazione a procedere per il ministro dell’Interno. È questa, in sintesi, la formulazione del quesito scelta dal blog delle Stelle per chiedere agli iscritti di esprimersi sul caso della nave Diciotti. Il voto avverrà lunedì 18/2 dalle 10 alle 19 e agli iscritti del M5s verrà posta una domanda: “Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?” Due le possibili risposte al quesito: “Sì, quindi si nega l’autorizzazione a procedere” oppure “No, quindi si concede l’autorizzazione a procedere“. Una formulazione, quella scelta dal blog, che ha scatenato anche alcuni malumori interni ai 5 stelle. E ha provocato anche il tweet sarcastico di Beppe Grillo: ” Se voti Si vuol dire No. Se voti No vuol dire Si. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!”, ironizza il fondatore. In serata un nuovo post sul blog cerca di rasserenare gli animi: “Nessun allarmismo – si legge – La risposta chiesta agli iscritti a Rousseau per il voto di domani è uguale a quella che sarà chiesta martedì ai senatori della Giunta”. Nel frattempo fonti di governo del M5s fanno filtrare alle agenzie di stampa l’ipotesi di una crisi di governo se dovesse passare l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. Le stesse fonti registrano “preoccupazione” sulla vicenda.
Se voti Si vuol dire No
Se voti No vuol dire Si
Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 17 febbraio 2019
L’indagine su Conte – Atteso da due giorni, il post sul blog delle Stelle con la comunicazione sul voto arriva nella stessa giornata in cui la procura di Catania ha iscritto nel registro degli indagati anche i nomi del premier Giuseppe Conte, del vicepremier Luigi Di Maio e del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. L’indagine, come anticipato nella giornata di ieri, è un atto dovuto dopo che il Senato ha inviato alla procura siciliana i documenti dei tre esponenti del governo, allegati alla memoria difensiva presentata da Matteo Salvini davanti alla Giunta per le immunità di Palazzo Madama.
Il post sul blog – E proprio per decidere come voteranno in giunta i sette senatori del M5s, è stata varata la consultazione online su Rousseau. Un voto sul quale peserà probabilmente la notizia dell’indagine di Catania su Conte, Di Maio e Toninelli. “Martedì 19 febbraio, la Giunta per le autorizzazioni (in realtà si chiama Giunta per le Immunità e le Elezioni ndr) sarà chiamata a decidere se il ritardo dello sbarco dei migranti dalla nave Diciotti sia stato deciso “per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo”, è l’incipit del post sul blog.
Il riepilogo dei fatti – “Ricordiamo brevemente i fatti – continua poi il blog delle Stelle – Tra il 20 e 25 agosto scorso, mentre 137 migranti (in realtà erano 188 ndr) si trovavano sulla Diciotti, ovviamente con assistenza sanitaria e alimentare, il Ministro degli Esteri e il Presidente del Consiglio Conte stavano sentendo i leader degli altri paesi europei affinché ognuno accogliesse la propria quota di migranti. Questo accordo doveva essere raggiunto prima dello sbarco perché, altrimenti, sarebbero dovuti rimanere tutti in Italia. E questo a causa del Regolamento di Dublino, che impone che il primo Paese di approdo debba farsi carico di tutti i migranti che arrivano in Europa. Il ministro dell’interno Salvini, d’accordo con il Ministro dei Trasporti Toninelli, il Vice Presidente del Consiglio Di Maio e con il Presidente Conte, negò quindi lo sbarco fino a che l’accordo non fosse stato raggiunto. Per questa vicenda il Tribunale dei Ministri di Catania ha deciso di inquisire il Ministro dell’interno perché ha considerato il ritardo dello sbarco dalla nave un sequestro di persona e ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a procedere. Su questo si deve esprimere con un voto prima la Giunta per le autorizzazioni a procedere e poi l’Assemblea del Senato. In pratica, se il Parlamento nega l’autorizzazione a procedere, sta affermando che il Ministro ha agito per interesse pubblico o interesse dello Stato, e che quindi non sarà processato. Nel caso invece venga data l’autorizzazione, il Ministro dell’interno andrà a processo.”.
“Caso diverso da voti su immunità” – Dopo aver riepigolato i fatti, quindi, il post si sbilancia con una considerazione: quello di Salvini non è un caso come gli altri politici salvati dall’immunità parlamentare. “Questo – si legge sul blog delle Stelle – non è il solito voto sull’immunità dei parlamentari. Di quei casi si occupa l’articolo 68 della Costituzione, e su quelli il MoVimento 5 Stelle è sempre stato ed è inamovibile: niente immunità, niente insindacabilità. Nessuna protezione per i politici che devono rispondere delle loro azioni individuali. Noi mandammo a processo i nostri portavoce Paola Taverna e Mario Giarrusso e entrambi votarono per farsi processare. Questo è un caso diverso: stiamo parlando infatti dell’articolo 96 della Costituzione. Nello specifico questo è un caso senza precedenti perché mai in passato si era verificato che la magistratura chiedesse al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che aveva agito nell’esercizio delle sue funzioni e non per azioni fatte per tornaconto privato e personale (tangenti, truffa, appalti, etc): in questo caso non ci porremmo neppure il problema e lo spediremmo in tribunale”.
Le dichiarazioni di voto. Paragone: “Io voto Sì” – Nelle ore successive alla pubblicazione del post, ovviamente, sono cominciate le dichiarazioni di voto dei vari eletti del M5s. Annuncia il suo voto contro il processo il senatore Gianluigi Paragone: “Il governo ha agito nell’interesse nazionale? E’ questa la domanda che poniamo su Rousseau. E io dico di sì”. “Salvini – spiega il giornalsita con un video su facebook – è il ministro dell’Interno di un governo che ha deciso di inchiodare l’Ue alle sue responsabilità. Quella sulla Diciotti è stata una decisione politica. La Ue ci deve essere senza legarsi le mani. L’unica domanda che ha un senso è quella che poniamo su Rousseau, e che riguarda sulla presenza o meno dell’interesse nazionale. Non c’è Salvini o la Lega, ma c’è un ministro dentro un governo che ha condiviso collegialmente la decisione presa. Voterò sì per questo sulla piattaforma. Questo interesse nazionale lo ho visto e lo vedo ancora”. Voterà a favore dell’autorizzazione a procedere la deputata Doriana Sarli: “Al quesito su Rousseau voterò No, ossia Sì all’autorizzazione a procedere”, scrive su facebook. Invita a votare per il processo a Salvini, l’attuale capogruppo in Regione Lazio Roberta Lombardi. A favore dell’autorizzazione anche la senatrice dissidente Elena Fattori, che ha criticato la decisione di affidarsi alla consultazione online: “Voterò sì. Nel nostro programma è prevista l’abolizione di ogni tipo d’immunità per ministri e parlamentari. Non sono dissidente sono coerente”. Attacca la formulazione del quesito online – come pure fanno alcuni consiglieri comunali di Torino – la senatrice Paola Nugnes, alla quale replica il sottosegretario Mattia Fantinati: “Il quesito non è fuorviante anzi è chiarificatore, perché chiede ai nostri iscritti se il governo abbia agito per l’interesse del paese. Non capisco quale sia la polemica, il quesito è molto chiaro. Nugnes e anche altri fanno polemica tanto per farlo. Vogliamo dire sempre il contrario? Anche Nugnes allora si dovrebbe chiedere cosa fa il Movimento 5 Stelle”.
Pd: “Salveranno Salvini da giudici” – Immediato l’attacco dell’opposizione alla formulazione del quesito. Il capogruppo al Senato del Pd Andrea Marcucci twitta: “Il M5S salva Salvini dai giudici. Una consultazione finta su Rousseau archivia anni di battaglia contro immunità parlamentare. Come si cambia per non morire”. “Ai Cinque Stelle ricordiamo anche che non c’è nulla di male nel cambiare idea: abbiano il coraggio di ricredersi e di pensarla come noi senza nascondersi dietro la piattaforma Rousseau che non li esime, come parlamentari, dalla responsabilità di decidere”, dice Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia. “Qualcosa mi dice che nella consultazione online gli iscritti alla piattaforma Rousseau voteranno per non processare Salvini sul caso Diciotti. Cari amici del M5S, non sarebbe stato meglio dichiararlo subito, senza esitazioni, invece di fare tutta questa confusione?”, scrive su twitter la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.