Gli iscritti del Movimento 5 stelle hanno scelto di salvare Matteo Salvini dal processo sul caso Diciotti. In favore dell’immunità per il ministro dell’Interno si sono espressi 30.948 utenti (59,05%), mentre 21.469 (40,95%) hanno detto di essere contrari. Il capo politico e vicepremier Luigi Di Maio ha letto il risultato mentre era in corso un’assemblea congiunta con tutti i parlamentari: “I nostri iscritti hanno valutato che c’era un’interesse pubblico nella vicenda”, ha scritto poi su Facebook, “e che era necessario ricordare all’Europa che c’è un principio di solidarietà da rispettare”. E’ questo, nel bene o nel male, un momento di svolta per i grillini: ora la parola spetta all giunta per le Immunità che si riunirà il 19 alle 13.30, ma intanto il M5s e la sua base hanno scelto di salvare il governo. Il leader del Carroccio ha risposto poco dopo: “Ringrazio i 5 stelle per la fiducia”, ha esordito, “ma non è che sono qui a stappare spumante o sarei depresso se avessero votato al contrario. Sarei stato disponibile ad affrontare anche qualsiasi altro voto, non ho problemi. Se uno ha la coscienza a posto come ce l’ho io non vive con l’ansia”. Non è mai stato così facile come lo dipinge Salvini: la preoccupazione dentro il governo era e resta tanta. Il dibattito divide e lacera i 5 stelle da settimane: da una parte si tocca uno dei capisaldi del Movimento, ovvero la politica che difende se stessa dai processi, dall’altra c’è in ballo l’alleanza di governo con la Lega e un’azione, quella sulla Diciotti, che dall’inizio dicono di aver condiviso. E non è ancora finito: “Presto ci saranno votazioni anche sulla nuova organizzazione del Movimento 5 stelle“, ha scritto sempre Di Maio anticipando le consultazioni online per dare una struttura permanente (locale e nazionale) al M5s. Una decisione che è stata anticipata dopo la sconfitta alle Regionali in Abruzzo.
La consultazione online era decisiva per le sorti del governo. Matteo Salvini per tutto il giorno ha detto che nulla sarebbe cambiato, ma al tempo stesso il leghista Giancarlo Giorgetti aveva lanciato un avvertimento dicendo di essere convinto che “il M5s non avrebbe sfiduciato il suo esecutivo”. Parole significative e che hanno trovato l’appoggio della linea governista dentro il M5s, sia tra i parlamentari che nella base.
Resta da vedere quali contraccolpi ci saranno dentro il Movimento. Durante l’assemblea, secondo le ricostruzione, si è espressa la senatrice Paola Taverna: “Se non concordi con le scelte del Movimento te ne devi andare”, è stato il suo ragionamento nel corso dell’assemblea congiunta. Su Twitter ha invece parlato la sindaca Chiara Appendino che, in mattinata al Fatto aveva detto di essere a favore del processo: “Gli iscritti a Rousseau si sono espressi su un quesito molto delicato. L’esito è noto ed ora, come in ogni organizzazione che si dà delle regole per decidere, quest’esito va rispettato. La mia fiducia nel governo rimane massima. Ora di nuovo tutti al lavoro per la nostra comunità”. Per le senatrici dissidenti Elena Fattori e Paola Nugnes il risultato è chiaro: “Il Movimento è spaccato”, ha detto la prima. Mentre la seconda: “Almeno c’è un 40 per cento che resiste”.
Il voto si è svolto sulla piattaforma Rousseau, il sistema per la partecipazione diretta del M5s, e non sono mancate le polemiche su ritardi, difficoltà a far registrare le preferenze e assenza di un controllore terzo per certificare l’imparzialità della consultazione. La chiusura delle urne virtuali è slittata due volte: prima alle 20 per “motivi tecnici”, poi alle 21.30 per “grande affluenza”. Al momento dell’annuncio dei risultati, sul Blog delle Stelle si è sottolineato il fatto che mai prima d’ora avevano votato tante persone in una consultazione di una sola giornata: “Hanno votato 52.417 iscritti“, hanno scritto sul post. “La votazione odierna entra nella storia di Rousseau per essere stata quella con il maggior numero di votanti di sempre in una singola giornata. Un record. E ciò conferma l’importanza dei principi di democrazia diretta all’interno del MoVimento 5 Stelle. Fino a oggi il primo gradino del podio era occupato dal voto sulle Quirinarie del gennaio 2015, quando votarono 51.677 iscritti”. A dicembre scorso, l’associazione Rousseau aveva comunicato ufficialmente di aver superato quota 100mila iscritti. Questo significa che ha partecipato circa la metà degli aventi diritto.
Politica
Diciotti, voto online: vince no al processo per Salvini con 59% preferenze. Di Maio: “Valutato l’interesse pubblico”
La maggioranza degli utenti (30.948 utenti) ha scelto di concedere l'immunità al ministro dell'Interno. Mentre 21.469 (40,95%) hanno detto di essere contrari. Il vicepremier ha letto l'esito mentre era in corso l'assemblea congiunta dei parlamentari. Il leader del Carroccio: "Grazie per la fiducia, ma non è che sono qui a stappare spumante o sarei depresso se avessero votato al contrario". Il voto segna una svolta per i 5 stelle. Appendino: "Ora rispettare l'esito"
Gli iscritti del Movimento 5 stelle hanno scelto di salvare Matteo Salvini dal processo sul caso Diciotti. In favore dell’immunità per il ministro dell’Interno si sono espressi 30.948 utenti (59,05%), mentre 21.469 (40,95%) hanno detto di essere contrari. Il capo politico e vicepremier Luigi Di Maio ha letto il risultato mentre era in corso un’assemblea congiunta con tutti i parlamentari: “I nostri iscritti hanno valutato che c’era un’interesse pubblico nella vicenda”, ha scritto poi su Facebook, “e che era necessario ricordare all’Europa che c’è un principio di solidarietà da rispettare”. E’ questo, nel bene o nel male, un momento di svolta per i grillini: ora la parola spetta all giunta per le Immunità che si riunirà il 19 alle 13.30, ma intanto il M5s e la sua base hanno scelto di salvare il governo. Il leader del Carroccio ha risposto poco dopo: “Ringrazio i 5 stelle per la fiducia”, ha esordito, “ma non è che sono qui a stappare spumante o sarei depresso se avessero votato al contrario. Sarei stato disponibile ad affrontare anche qualsiasi altro voto, non ho problemi. Se uno ha la coscienza a posto come ce l’ho io non vive con l’ansia”. Non è mai stato così facile come lo dipinge Salvini: la preoccupazione dentro il governo era e resta tanta. Il dibattito divide e lacera i 5 stelle da settimane: da una parte si tocca uno dei capisaldi del Movimento, ovvero la politica che difende se stessa dai processi, dall’altra c’è in ballo l’alleanza di governo con la Lega e un’azione, quella sulla Diciotti, che dall’inizio dicono di aver condiviso. E non è ancora finito: “Presto ci saranno votazioni anche sulla nuova organizzazione del Movimento 5 stelle“, ha scritto sempre Di Maio anticipando le consultazioni online per dare una struttura permanente (locale e nazionale) al M5s. Una decisione che è stata anticipata dopo la sconfitta alle Regionali in Abruzzo.
La consultazione online era decisiva per le sorti del governo. Matteo Salvini per tutto il giorno ha detto che nulla sarebbe cambiato, ma al tempo stesso il leghista Giancarlo Giorgetti aveva lanciato un avvertimento dicendo di essere convinto che “il M5s non avrebbe sfiduciato il suo esecutivo”. Parole significative e che hanno trovato l’appoggio della linea governista dentro il M5s, sia tra i parlamentari che nella base.
Resta da vedere quali contraccolpi ci saranno dentro il Movimento. Durante l’assemblea, secondo le ricostruzione, si è espressa la senatrice Paola Taverna: “Se non concordi con le scelte del Movimento te ne devi andare”, è stato il suo ragionamento nel corso dell’assemblea congiunta. Su Twitter ha invece parlato la sindaca Chiara Appendino che, in mattinata al Fatto aveva detto di essere a favore del processo: “Gli iscritti a Rousseau si sono espressi su un quesito molto delicato. L’esito è noto ed ora, come in ogni organizzazione che si dà delle regole per decidere, quest’esito va rispettato. La mia fiducia nel governo rimane massima. Ora di nuovo tutti al lavoro per la nostra comunità”. Per le senatrici dissidenti Elena Fattori e Paola Nugnes il risultato è chiaro: “Il Movimento è spaccato”, ha detto la prima. Mentre la seconda: “Almeno c’è un 40 per cento che resiste”.
Il voto si è svolto sulla piattaforma Rousseau, il sistema per la partecipazione diretta del M5s, e non sono mancate le polemiche su ritardi, difficoltà a far registrare le preferenze e assenza di un controllore terzo per certificare l’imparzialità della consultazione. La chiusura delle urne virtuali è slittata due volte: prima alle 20 per “motivi tecnici”, poi alle 21.30 per “grande affluenza”. Al momento dell’annuncio dei risultati, sul Blog delle Stelle si è sottolineato il fatto che mai prima d’ora avevano votato tante persone in una consultazione di una sola giornata: “Hanno votato 52.417 iscritti“, hanno scritto sul post. “La votazione odierna entra nella storia di Rousseau per essere stata quella con il maggior numero di votanti di sempre in una singola giornata. Un record. E ciò conferma l’importanza dei principi di democrazia diretta all’interno del MoVimento 5 Stelle. Fino a oggi il primo gradino del podio era occupato dal voto sulle Quirinarie del gennaio 2015, quando votarono 51.677 iscritti”. A dicembre scorso, l’associazione Rousseau aveva comunicato ufficialmente di aver superato quota 100mila iscritti. Questo significa che ha partecipato circa la metà degli aventi diritto.
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Sport
Addio a Pizzul, voce storica delle telecronache della Nazionale. Da “tutto molto bello” a Italia 90, ha rivoluzionato il racconto in tv del calcio
Giustizia & Impunità
Milano e le inchieste sull’urbanistica: il primo arresto. Ai domiciliari ex dirigente: ‘Corruzione e depistaggio’. Domani in Senato l’esame della legge voluta da Sala
Mondo
Trump: “Apprezzo il messaggio di Zelensky in favore della pace, segnali anche dalla Russia”. E insiste: “Prenderemo pure la Groenlandia”
Tokyo, 5 mar. (Adnkronos) - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sta incontrando il Primo ministro giapponese, Shigeru Ishiba, nel palazzo Kantei, per quello che è l'appuntamento con la valenza più politica della Visita ufficiale che il Capo dello Stato sta effettuando nel Paese del Sol levante e che si protrarrà fino a sabato prossimo.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - “Addio a Bruno Pizzul. La sua voce inconfondibile ci ha accompagnato per decenni nelle notti del calcio. Da quelle ‘magiche’ della nazionale azzurra ai mondiali del ’90, a quella ‘tragica’ dell’Heysel. Professionale, coinvolgente, pacato. Ci lascia un gigante del giornalismo sportivo e della Rai. Condoglianze alla famiglia”. Così la senatrice di Italia viva Daniela Sbrollini, responsabile sport del partito.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - La politica trumpiana sui dazi "non ci ha indotto a modificare la nostra strategia. Allo stato attuale, stante la geografia dei dazi, l’impatto sul nostro business è zero’. Così Alessandro Bernini, Ceo di Maire, rispondendo alle domande dei giornalisti in occasione del Capital Market Day 2025, con il quale il Gruppo ha presentato i risultati del 2024 e gli obiettivi per il prossimo futuro alla business community nazionale ed internazionale riunita nell’head quarter milanese dell’azienda.
“Per quello che ci serve in Italia e in Europa - aggiunge - abbiamo una supply chain domestica, con la nostra vendor list italiana che valorizza l’economia del nostro Paese, per quanto ci è possibile”.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - “Si è spenta per sempre la voce di Bruno Pizzul che ha accompagnato per tanti anni le nostre domeniche di calcio. Con il suo stile inconfondibile di vero professionista del servizio pubblico. Prima Niccolò Carosio poi Nando Martellini e infine Bruno Pizzul. Icone del giornalismo sportivo della Rai e non solo". Lo afferma l'europarlamentare del Pd Sandro Ruotolo, responsabile Informazione del partito.
"Bruno Pizzul -aggiunge- è stato un tifoso della Nazionale, sì, ma mai partigiano. Raccontava il calcio con misura, con un codice di sobrietà e senza cercare di essere protagonista. Niente eccessi, nessuna sciatteria linguistica, solo competenza e passione. Un esempio di giornalismo sportivo che oggi sembra lontano. Che la terra gli sia lieve”.
Milano, 5 mar. (Adnkronos) - Assimpredil-Ance Milano e la società immobiliare Abitare In risultano indagate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti nell'inchiesta milanese sull'urbanistica che ha portato ai domiciliari l'architetto Giovanni Oggioni, in qualità di vice presidente della commissione per il Paesaggio di Palazzo Marino.
In particolare, secondo quanto emerge nell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini, alla società immobiliare viene contestato di "non aver rilevato l'evidente conflitto di interessi tra Oggioni dirigente del Sue di Milano e poi vice presidente delle commissione per il Paesaggio e la figlia (non indagata, ndr) remunerata (circa 124mila euro) quale stabile collaboratrice dell'impresa" dal 2020 a oggi.
Per Assimpredil-Ance Milano, invece, la contestazione riguarda il "non aver rilevato - si legge nel provvedimento - l'evidente conflitto di interessi di Oggioni incaricato di un contratto di consulenza pluriennale del valore di 178.000 euro" (quasi 179mila secondo la cifra indicata nel sequestro preventivo), dal novembre 2021 e ancora in essere. La procura di Milano ha chiesto il sequestro preventivo di circa 300 mila euro come profitto del reato contestato all'architetto arrestato.
Milano, 5 mar. (Adnkronos) - Giovanni Oggioni, l'architetto ed ex dirigente del Comune di Milano finito ai domiciliari per corruzione, falso e depistaggio in un'inchiesta sull'urbanistica, ha usato il suo ruolo di vice presidente della Commissione per il paesaggio di Palazzo Marino, come "cerniera occulta tra l'amministrazione e gli interessi dei privati". Lo sostiene il giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini che ha respinto la richiesta del carcere avanzata dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici. Ne è prova, ad esempio, "l'aver brigato per pilotare le candidature e le nomine dei componenti della commissione per il paesaggio da rinnovare".
Le indagini "hanno disvelato l'esistenza di un consolidato sistema di corruttela commistione tra interessi pubblici e privati, incentrato - tra gli altri - sulla figura di Giovanni Oggioni e la Commissione Paesaggio. In pratica, grazie alla presenza di Oggioni all'interno dell'organismo (interamente composto da professionisti operanti sul territorio di Milano), importanti costruttori privati potevano ottenere informazioni, anticipazioni e un occhio di riguardo per le pratiche di interesse" scrive il giudice nell'ordinanza di custodia cautelare. "Tutto ciò era accompagnato da un disinvolto rilascio di titoli edilizi illegittimi, preceduto da mistificazioni e omissioni disseminate in maniera strumentale, nonché da un sistematico aggiramento delle norme morfologiche di settore e delle procedure previste dalla legge per garantire il vaglio da parte della Giunta regionale" si legge nel provvedimento.
Il canale del convenzionamento privato, la manipolazione terminologica, l'istituzione della Commissione Paesaggio e il conferimento a quest'ultima di poteri discrezionali- non previsti dalla normativa primaria e secondaria - hanno stravolto i termini della pianificazione urbanistica meneghina, concentrandola in capo a un ristretto gruppo di potere, assai permeabile alle pressioni delle lobbies costruttrici". Per quanto riguarda Oggioni "il sistema corruttivo è rodato, remunerativo, e da difendere a oltranza". L'architetto "ha premuto affinché, in occasione del rinnovo della Commissione Paesaggio (insediata il 7 gennaio 2025), venisse data continuità alla linea seguita dalla composizione precedente, ottenendo, nei fatti, che diversi membri (4 su 15, quasi un terzo) venissero riconfermati. Oltre a ciò, si è visto come Oggioni avesse orientato tutte le nomine, attingendo a un bacino di soggetti graditi e in modo tale da estromettere, o comunque arginare, candidature scomode".
Firenze, 4 feb. - Adnkronos) - "Speriamo di mettere l'Italia al primo posto per la ricerca farmaceutica e non solo per la produzione". Lo ha detto Elcin Barker Ergun, Ceo di Menarini, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei dati 2024 del Gruppo Menarini a Firenze. "Nel 2025 - ha aggiunto Barker Ergun - non ci saranno grandi cambiamenti nel Gruppo Menarini ma ci aspettiamo che continui la crescita in volume e in valore. Stiamo infatti allargando le approvazioni dei farmaci in molti Paesi".
"Le aziende che non useranno l'intelligenza artificiale non saranno competitive nel futuro. Grazie all'intelligenza artificiale - ha aggiunto - possiamo aumentare l'efficienza operativa e così accelerare tutti i processi, dalla ricerca ai trial per arrivare all'approvazione di un farmaco in tempi più rapidi".