Voto online: la formulazione del quesito
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Blog - 18 Febbraio 2019
la formulazione del quesito
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- 07:00 - Migranti: sbarco a Catania, fermati quattro presunti scafisti sudanesi
Palermo, 29 nov. (Adnkronos) - La Polizia di Stato di Catania, coordinata dalla Procura Distrettuale etnea, ha proceduto al fermo di indiziato di delitto di quattro scafisti di origini sudanesi, rispettivamente di anni 21, 22 e due trentenni, per il reato di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina. I fatti risalgono al pomeriggio dello scorso 20 novembre quando, presso l’ambito portuale di Catania, attraccava la nave ong “Aita Mari”, battente bandiera spagnola, con a bordo 53 migranti di varie nazionalità, soccorsi in acque internazionali nel corso di un evento di soccorso Sar risalente alle prime ore del mattino del 19 novembre. Presso il porto di Catania, assegnato come sito di sbarco, ultimate le preliminari operazioni di accoglienza, i migranti sono stati trasferiti presso la struttura di via Forcile dove proseguiva l’attività di indagine già avviata in banchina, e sin dalle primissime fasi, dai poliziotti della Squadra Mobile - Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione.
L’attività di Polizia Giudiziaria ha consentito di far luce su alcuni aspetti legati soprattutto alla traversata in mare, apprendendo "come il gommone di modeste dimensioni sul quale viaggiavano i migranti fosse partito giorni prima dalle coste libiche e poi, dopo lunghe ore di navigazione, costretto a fermarsi a causa di un’avaria, prima di ricevere i soccorsi". Intanto, le operazioni di ascolto degli stranieri condotte presso l’ex Hub vaccinale, nonché gli ulteriori approfondimenti sviluppati dagli investigatori della Squadra Mobile sulle informazioni via via assunte, hanno permesso da subito di concentrare le attenzioni nei confronti di quattro migranti di origine sudanese, rispettivamente di anni 21, 22 e due trentenni, facenti parte dello stesso evento.
L’azione investigativa ha "consentito infatti di delineare il ruolo dei quattro sudanesi i quali, unendosi al restante gruppo di migranti solo nelle fasi immediatamente precedenti alla partenza in mare, avrebbero assunto a vario titolo il comando dell’imbarcazione, collaborandosi tra loro con diverse mansioni".
A suffragare il quadro indiziario, convergerebbero anche gli esiti delle perquisizioni personali eseguite nei loro confronti, dal momento che venivano rinvenuti in loro possesso alcuni dispositivi elettronici riconducibili al ruolo che gli stessi avrebbero rivestito sull’imbarcazione durante la lunga traversata in mare. In ragione delle evidenze investigative e dei gravi, precisi e concordanti indizi di reato raccolti a carico dei quattro sudanesi, valutato il concreto ed attuale pericolo che potessero sottrarsi alle loro responsabilità e darsi alla fuga, rendendosi di fatto irreperibili, gli stessi venivano sottoposti a fermo di indiziato di delitto in ordine all’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravato dall’aver riguardato l’ingresso illegale nello Stato di più di cinque persone, dall’aver posto in pericolo la vita e l’incolumità dei trasportati, nonché aggravato poiché commesso da più di tre persone.
I quattro sottoposti a fermo sono stati posti a disposizione del Sostituto Procuratore di turno presso la locale Procura Distrettuale, che ne ha disposto la traduzione presso la Casa Circondariale di Catania “Piazza Lanza” in attesa della convalida del G.I.P. Nelle ore successive, il provvedimento di fermo adottato è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania, che applicava ai quattro stranieri la misura cautelare della custodia in carcere.
- 20:56 - Pd: replica Schlein chiude Direzione, prorogato commissariamento Campania
Roma, 28 nov (Adnkronos) - La Direzione del Pd si è chiusa con la replica della segretaria Elly Schlein. Tra le altre cose, la Direzione ha votato all'unanimità la proroga del commissariamento a Caserta e in Campania.
- 20:29 - Pd: Alfieri, 'sulla frontiera del cambiamento, parliamo all'Italia profonda e rassicuriamola'
Roma, 28 nov (Adnkronos) - "Dobbiamo parlare all'Italia profonda. In segreteria parlavo di un viaggio nella provincia italiana, dobbiamo stare sulla frontiera del cambiamento". Lo ha detto il senatore del Pd Alessandro Alfieri nel suo intervento alla Direzione del Pd.
"Se non vogliamo che gli imprenditori della paura abbiano successo, alla speranza di cambiamento dobbiamo affiancare la rassicurazione sul fatto che la vita non venga stravolta. Abbiamo bisogno di parlare a chi è preoccupato per i temi della sicurezza, per il fisco, la burocrazia. Dobbiamo parlare di crescita alle Pmi che ci chiedono questo", ha sottolineato Alfieri sottolineando: "Siamo e saremo più competitivi in quel territori più spaventati dal cambiamento se, per portare le nostre 5 priorità, sapremo rassicurarli".
Sul voto Ue, Alferi ha spiegato: "Ci siamo caricati sulle spalle una responsabilità non scontata" ma "il Pd è abituato a mettere davanti gli interessi del Paese prima di quelli di bottega. Lo dobbiamo rivendicare".
- 19:54 - Pd: Ascani, 'Conferenza programmatica per costruire alternativa di governo'
Roma, 28 nov (Adnkronos) - "Dobbiamo usare la spinta che ci arriva dalla vittoria in Umbria, la mia regione, dalle ultime regionali e dalle europee, farla diventare un seme che deve poter crescere". Lo ha detto Anna Ascani nel suo intervento alla Direzione del Pd.
"Facciamolo trasformando tutto questo da un lato in una conferenza organizzativa, che ci permetta di rimettere radici nel partito e con il partito a livello territoriale. E dall'altro in una conferenza programmatica per mettere insieme tutte le questioni di cui ci occupiamo, il lavoro, i salari, il ceto medio, la salute e la scuola pubblica, e farne un programma alternativo per l'Italia", ha spiegato la vice presidente della Camera.
"Non siamo più solo un'opposizione a Giorgia Meloni, siamo un'alternativa di governo. E questo deve essere quello che noi, dopo aver seminato con queste vittorie, raccogliamo con i nostri interlocutori che da noi si aspettano di essere ascoltati ma soprattutto di trovare in noi la forza di un'alternativa", ha aggiunto Ascani.
- 19:41 - Tabacco, De Carlo (FdI): "Accordo Masaf–Philip Morris Italia esempio virtuoso"
Roma, 28 nov. - (Adnkronos) - “L’accordo pluriennale siglato oggi tra il MASAF e Philip Morris Italia è un esempio virtuoso di lavoro sinergico per la tutela e valorizzazione della filiera nazionale di qualità. L’intesa sottoscritta oggi - in occasione del Forum internazionale dell’Agricoltura organizzato da Coldiretti - estendendosi su un orizzonte temporale mai così ampio, dieci anni, è garanzia di stabilità per uno dei più prestigiosi modelli di filiera agroindustriale nazionale, completamente orientata a produzioni innovative del Made in Italy. La produzione del tabacco di qualità destinato ai nuovi prodotti è una delle eccellenze migliori dei nostri territori su cui è importante continuare ad investire energie per una sempre maggiore crescita ed evoluzione, non solo in termini economici e commerciali ma anche occupazionali". E' quanto dichiara il Senatore Luca De Carlo (FdI), presidente della IX Commissione del Senato.
- 19:40 - Tabacco, Prandini (Coldiretti): "Accordo decennale con Philip Morris per filiera e innovazione"
Roma, 28 nov. -(Adnkronos) - "Con questo accordo stiamo dando certezze in termini economici al lavoro dei nostri agricoltori. L'accordo ha una durata di dieci anni ma siamo altresì convinti che saranno ancora tante le iniziative di carattere finanziario ed economico che andremo a offrire al nostro Paese in termini di sviluppo, valorizzando la filiera del tabacco". Queste le parole di Ettore Prandini, presidente Coldiretti, in occasione della firma dell'accordo pluriennale per l'acquisto del tabacco che Philip Morris ha siglato con il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
In merito ai nuovi prodotti del tabacco, Prandini ha aggiunto che "Siamo passati dalle sigarette tradizionali al mondo del tabacco senza combustione, il tabacco riscaldato, che tutti gli studi di carattere tecnico ci dicono che impatta meno rispetto alla sigaretta tradizionale. L'impegno continua, e gli investimenti anche, per favorire l’innovazione e lo sviluppo di prodotti senza combustione meno dannosi”, ha concluso.
- 19:30 - **Governo: domani in Cdm addio Fitto, Meloni sente Tajani e Salvini, 'basta beghe, si riparte'**
Roma, 28 nov. (Adnkronos) - In tarda mattinata, quando la notizia del pranzo al Quirinale tra la premier Giorgia Meloni e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella rimbalza, c'è chi teme, nella maggioranza, e chi spera, nell'opposizione, che i 'fuori pista' di Matteo Salvini e Antonio Tajani abbiano provocato una slavina, col rischio concreto che venga giù tutto. Ma a stretto giro di posta fonti di Palazzo Chigi mettono in chiaro che l'incontro -avvenuto ieri e rimasto coperto per 24 ore- "non c'entra assolutamente nulla con le fibrillazioni che ci sono state ieri in Parlamento", era infatti "programmato da almeno una settimana" e "non a sorpresa".
Nel 'menu' "i viaggi internazionali, un excursus sull'Europa dopo l'ok alla Commissione Ue con la nomina di Raffaele Fitto come vice presidente esecutivo e, naturalmente, la manovra". Che poi tra le portate non sia entrato anche lo sgambetto di Fi e il fallo di reazione della Lega -con il governo andato giù per ben due volte- resta difficile crederlo, di fatto però nel 'day after' si rafforza a Palazzo Chigi la volontà, emersa già ieri, di lasciarsi tutto alle spalle e tirare avanti. Meloni, oggi in Sardegna e domani a Bari per gli ultimi accordi di coesione da siglare, avrebbe sentito in giornata sia Salvini che Tajani, per normalizzare e ripartire dopo l'incidente. "Certo, fino al prossimo inciampo...", la convinzione che serpeggiava nei capannelli di deputati e senatori di Fdi questa mattina riuniti a Montecitorio per l'ennesima fumata nera sulla Consulta. A riprova che tra alleati resta una certa diffidenza. Anche oggi è stato disinnescato in extremis un incidente tra Forza Italia e Lega, con il 'paraculetto' affibbiato da Raffaele Nevi al leader leghista.
Domani, viene assicurato, in Cdm non si farà parola sull'accaduto, nessun appello a evitare frizioni -"il messaggio è già passato forte e chiaro", la convinzione- mentre ci sarà spazio per un saluto, "come merita", al ministro uscente Raffaele Fitto, pronto a fare le valigie per Bruxelles. Un addio, quello del ministro salentino, che genera interrogativi e ragionamenti su quale sia il modo migliore per sostituirlo, ma anche innegabili 'appetiti'. "Il mantra è: lasciare ogni cosa al suo posto. E, se proprio necessario, toccare il meno possibile", ribadiscono fonti vicine alla presidente del Consiglio all'Adnkronos. Vale a dire che il superdicastero guidato da Fitto -Affari europei, Sud, Politiche di coesione e Pnrr- "è stato cucito addosso a Raffaele, dunque non avrebbe senso mettere qualcun'altro al suo posto", la convinzione.
L'idea della premier resterebbe dunque quella di tenere l'interim e 'ripartire' il pacchetto di deleghe che fino ad ora Fitto ha gestito in solitaria puntando innanzitutto su Palazzo Chigi, dove la presidente del Consiglio può contare su due sottosegretari come Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, con il primo in funzione di 'regista'. E giocando più avanti la carta di un sottosegretario ad hoc - due i posti venuti meno nel sottogoverno con le dimissioni di Vittorio Sgarbi e Augusta Montaruli - creandone uno agli Affari europei.
"Di nuovi ministri - assicurano le stesse fonti - al momento non se ne parla", e questo nonostante continui a circolare il nome di Elisabetta Belloni, "se poi più avanti cambieranno le cose è chiaro che un ministro di Fdi va sostituito con un ministro che veste la stessa maglia". Vale a dire, nessuna concessione per Fi e Lega, tanto più alla luce degli affondi tra i due alleati.
La convinzione, nonostante tutti sostengano che "per fare un Fitto ce ne vogliono tre", è che si possa reggere la baracca anche senza una nuova nomina. A facilitare le cose il fatto che i dirigenti che attualmente lavorano per il ministro uscente e neo vicepresidente della Commissione Ue, impegnati in prima linea sul Pnrr e sui fondi di coesione, resterebbero al loro posto. Per loro ben poco cambierebbe, se non che, dopo il trasferimento del ministro a Bruxelles, a leggere lo spartito e dirigere l'orchestra sarà di fatto Palazzo Chigi.