Sul reddito di cittadinanza c’è un boicottaggio politico che ormai agisce senza alcun pudore. Lasciamo perdere l’assurda volontà del Pd di raccogliere le firme per proporre un referendum popolare contro questa misura già approvata. Guardiamo ai fatti. In tutti i comuni – indipendentemente da chi amministra, se Pd o centro destra – c’è stata una corsa esasperata ad assumere personale a scorrere da graduatorie di vecchi concorsi nella pubblica amministrazione, che dal 1 gennaio 2019 sarebbero scadute. Perché correre e affrettarsi?
Probabilmente perché da aprile i sindaci potranno contare su un’enorme disponibilità di otto ore di lavoro gratuito a individuo, tra coloro i quali potranno usufruire del reddito di cittadinanza. Allora, casomai ci fosse tra questi qualche geometra, ragioniere o ingegnere, sarebbe improbabile decretare, per fare assunzioni, la somma urgenza. Allora meglio coprire i fabbisogni degli uffici con assunzioni di personale preso da vecchie graduatorie del 2007 o del 2008, dove gli idonei si facevano anche con il politico di turno che vigilava. Ovvio, tra questi ci saranno anche dei giovani concorrenti bravi e meritevoli: ma con la procedura a scorrere le graduatorie tra i diversi Comuni, si possono evitare i migliori e scegliere a proprio piacimento pilotando il tutto.
Un po’ quello che accade con le somministrazioni di lavoro attraverso le agenzie interinali, dove sono sempre gli stessi i fortunati a ottenere lavori di sei mesi in sei mesi con la probabilità di una stabilizzazione. Ma veniamo ai fatti. A Trani il 27 dicembre 2018 si tengono i colloqui per assumere otto impiegati e funzionari con questa procedura. Il 31 dicembre 2018 si firmano i contratti. Neanche in Svezia sono così veloci ed efficaci.
Però, succede che chi arriva secondo o si vede soffiare il posto fisso da persone che in passato erano stati in lista alle comunali nel Pd o in altre liste politiche comincia a fare ricorsi e fioriscono le interrogazioni dei consiglieri più agguerriti, quasi sempre dei 5stelle o di movimenti civici indipendenti. Alla fine tra le macerie e tra le carte si nota a occhio nudo l’errore e l’inopportunità in alcune procedure.
Si scopre ad esempio che nel Comune di Molfetta riescono a ricevere dal comune di Trani una Pec il 28 dicembre 2018 per assumere un’assistente sociale e un impiegato, ma la giunta per approvare la convenzione la tengono il giorno prima, il 27 dicembre 2018. Nel tardo pomeriggio si tengono i colloqui, ma loro hanno già fatto la giunta per firmare l’assunzione degli impiegati attraverso un’apposita convenzione. Incredibile!
Il Comune di Spinazzola, invece, ha una graduatoria del 2008, mai approvata dal dirigente, ma il 27 dicembre 2018 danno comunque a Trani la convenzione. Senza l’approvazione ma con il solo verbale della commissione aggiudicatrice. Insomma, il 31 dicembre il Comune di Trani firma i contratti con sei nuovi impiegati, mentre tutti sono alle prese con l’acquisto del capitone, delle lenticchie e del cotechino. Altri due li assumerà il 4 gennaio 2019, scordandosi di essere in esercizio provvisorio.
Interpellati, tutti i protagonisti del caso hanno risposto che la fretta può aver determinato delle incongruenze e che avrebbero provveduto a revocare in autotutela quei casi in cui si sarebbero appurate difformità. Intanto però scorgendo nei casi individuali si scopre tra i nuovi assunti che un ingegnere entra nell’ufficio Ambiente e in passato nel 2008 faceva l’assessore a Canosa per la giunta di centrodestra guidata da Francesco Ventola. E che inopportunamente la commissione che l’ha decretata vincitrice era formata da tre componenti tutti di Canosa. Si sa, può accadere!
Altri assunti erano in lista nel Pd (non eletti) e altri sono addirittura parenti di attuali assessori a Bisceglie che avevano approvato in giunta la convenzione necessaria il 27 dicembre 2018. Non si erano accorti della presenza in graduatoria del parente. Anche questo può accadere. Insomma, forse a Trani era meglio, in quei giorni, andare a comprare il capitone per Capodanno.
Tanta fretta per assumere, prima che arrivasse l’esercito di manodopera gratis del reddito di cittadinanza, non deve essere stata una buona idea. Ma sembra che ogni anno, nei Comuni, nelle Province e nelle Città metropolitane ci sia questa corsa al posto fisso e qualcuno poi, fortunato, vince. I politici più scafati la chiamano la corsa del Capitone. Ma a fette finisce sempre la meritocrazia.
Massimo Pillera
Giornalista e scrittore
Politica - 18 Febbraio 2019
Reddito di cittadinanza, boom di assunzioni nella Pa. La ‘corsa del Capitone’ distrugge il merito
Sul reddito di cittadinanza c’è un boicottaggio politico che ormai agisce senza alcun pudore. Lasciamo perdere l’assurda volontà del Pd di raccogliere le firme per proporre un referendum popolare contro questa misura già approvata. Guardiamo ai fatti. In tutti i comuni – indipendentemente da chi amministra, se Pd o centro destra – c’è stata una corsa esasperata ad assumere personale a scorrere da graduatorie di vecchi concorsi nella pubblica amministrazione, che dal 1 gennaio 2019 sarebbero scadute. Perché correre e affrettarsi?
Probabilmente perché da aprile i sindaci potranno contare su un’enorme disponibilità di otto ore di lavoro gratuito a individuo, tra coloro i quali potranno usufruire del reddito di cittadinanza. Allora, casomai ci fosse tra questi qualche geometra, ragioniere o ingegnere, sarebbe improbabile decretare, per fare assunzioni, la somma urgenza. Allora meglio coprire i fabbisogni degli uffici con assunzioni di personale preso da vecchie graduatorie del 2007 o del 2008, dove gli idonei si facevano anche con il politico di turno che vigilava. Ovvio, tra questi ci saranno anche dei giovani concorrenti bravi e meritevoli: ma con la procedura a scorrere le graduatorie tra i diversi Comuni, si possono evitare i migliori e scegliere a proprio piacimento pilotando il tutto.
Un po’ quello che accade con le somministrazioni di lavoro attraverso le agenzie interinali, dove sono sempre gli stessi i fortunati a ottenere lavori di sei mesi in sei mesi con la probabilità di una stabilizzazione. Ma veniamo ai fatti. A Trani il 27 dicembre 2018 si tengono i colloqui per assumere otto impiegati e funzionari con questa procedura. Il 31 dicembre 2018 si firmano i contratti. Neanche in Svezia sono così veloci ed efficaci.
Però, succede che chi arriva secondo o si vede soffiare il posto fisso da persone che in passato erano stati in lista alle comunali nel Pd o in altre liste politiche comincia a fare ricorsi e fioriscono le interrogazioni dei consiglieri più agguerriti, quasi sempre dei 5stelle o di movimenti civici indipendenti. Alla fine tra le macerie e tra le carte si nota a occhio nudo l’errore e l’inopportunità in alcune procedure.
Si scopre ad esempio che nel Comune di Molfetta riescono a ricevere dal comune di Trani una Pec il 28 dicembre 2018 per assumere un’assistente sociale e un impiegato, ma la giunta per approvare la convenzione la tengono il giorno prima, il 27 dicembre 2018. Nel tardo pomeriggio si tengono i colloqui, ma loro hanno già fatto la giunta per firmare l’assunzione degli impiegati attraverso un’apposita convenzione. Incredibile!
Il Comune di Spinazzola, invece, ha una graduatoria del 2008, mai approvata dal dirigente, ma il 27 dicembre 2018 danno comunque a Trani la convenzione. Senza l’approvazione ma con il solo verbale della commissione aggiudicatrice. Insomma, il 31 dicembre il Comune di Trani firma i contratti con sei nuovi impiegati, mentre tutti sono alle prese con l’acquisto del capitone, delle lenticchie e del cotechino. Altri due li assumerà il 4 gennaio 2019, scordandosi di essere in esercizio provvisorio.
Interpellati, tutti i protagonisti del caso hanno risposto che la fretta può aver determinato delle incongruenze e che avrebbero provveduto a revocare in autotutela quei casi in cui si sarebbero appurate difformità. Intanto però scorgendo nei casi individuali si scopre tra i nuovi assunti che un ingegnere entra nell’ufficio Ambiente e in passato nel 2008 faceva l’assessore a Canosa per la giunta di centrodestra guidata da Francesco Ventola. E che inopportunamente la commissione che l’ha decretata vincitrice era formata da tre componenti tutti di Canosa. Si sa, può accadere!
Altri assunti erano in lista nel Pd (non eletti) e altri sono addirittura parenti di attuali assessori a Bisceglie che avevano approvato in giunta la convenzione necessaria il 27 dicembre 2018. Non si erano accorti della presenza in graduatoria del parente. Anche questo può accadere. Insomma, forse a Trani era meglio, in quei giorni, andare a comprare il capitone per Capodanno.
Tanta fretta per assumere, prima che arrivasse l’esercito di manodopera gratis del reddito di cittadinanza, non deve essere stata una buona idea. Ma sembra che ogni anno, nei Comuni, nelle Province e nelle Città metropolitane ci sia questa corsa al posto fisso e qualcuno poi, fortunato, vince. I politici più scafati la chiamano la corsa del Capitone. Ma a fette finisce sempre la meritocrazia.
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Vogliamo il pilastro europeo dell'Alleanza atlantica e non lo delegheremo alla Francia e alla Gran Bretagna". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo. "Per avere i granai pieni -ha aggiunto- bisogna avere gli arsenali pieni, la difesa è la premessa della libertà e della democrazia".
Bruxelles, 18 mar. - (Adnkronos) - Le sedici aziende dell’Alleanza “Value of Beauty”, lanciata a febbraio 2024, hanno presentato a Bruxelles uno studio commissionato a Oxford Economics sull’impatto socioeconomico del settore. Il Gruppo L’Oréal, Kiko Milano, Beiersdorf, Iff, e altri grandi marchi dell’industria vogliono inserirsi nello spiraglio aperto dalla Commissione europea per favorire la semplificazione normativa in vari ambiti, e per chiedere un dialogo strategico sul futuro del settore, come già successo per agricoltura e automotive.
Il settore guarda con attenzione alle proposte su una legge europea vincolante per le biotecnologie e alla strategia per la bioeconomia, che la Commissione si impegna a presentare entro la fine dell’anno. Ma guarda con attenzione anche agli sviluppi nelle relazioni commerciali in Occidente alla luce della recente entrata in vigore dei dazi di Washington sull’import dall’Unione europea.
“Cinque delle sette più grandi aziende del settore hanno la loro sede nell’Ue”, ha sottolineato l’amministratore delegato del Gruppo L’Oréal, Nicolas Hieronimus.
A Bruxelles i sedici membri dell’Alleanza chiedono politiche per la produzione sostenibile di ingredienti e la formazione di personale per sbloccare il potenziale del settore. Un aspetto legato, secondo l’amministratore delegato di Kiko Milano, Simone Dominici, all’impatto positivo che la cura del corpo e dell’estetica ha sull’autostima e sulla salute mentale dei consumatori. Aspetti non trascurati dallo studio dell’Oxford Economics presentato all’ombra dei palazzi delle istituzioni europee. Il rapporto mostra che la spesa dei consumatori nell’Ue per i prodotti di bellezza e cura della persona ha superato i 180 miliardi di euro e dato lavoro a oltre tre milioni di persone, un numero che supera il totale della forza lavoro presente in 13 Stati membri dell’Ue. Troppi anche gli oneri per l'industria della cosmetica che rendono necessaria una revisione della direttiva sulle acque reflue. Forte dei 496 milioni di euro generati ogni giorno e dei 3,2 milioni di posti di lavoro, la cordata dei grandi nomi dell’industria della bellezza chiede che tutti i settori che contribuiscono ai microinquinanti nelle acque siano ritenuti responsabili, in linea con il principio “chi inquina paga”.
I riflettori dell’Alleanza, che guarda anche agli interessi di tutti gli attori della filiera - dagli agricoltori ai vetrai, importanti nella catena del valore quanto le case di fragranze - sono rivolti in primis sull’attesa revisione del regolamento Reach (Regulation on the registration, evaluation, authorisation and restriction of chemicals), che regolamenta le sostanze chimiche autorizzate e soggette a restrizione nell’Unione europea. L’Alleanza chiede che a questa iniziativa, annunciata nel 2020 come parte del pacchetto sul Green deal, si aggiunga anche una revisione del regolamento sui prodotti cosmetici.
L’appello ha come obiettivo la riduzione degli oneri amministrativi e lo stimolo all'innovazione, senza sacrificare l’approccio basato sul rischio per la salute e la responsabilità per la tutela dell’ambiente. Trasmette ottimismo l’iniziativa della Commissione di considerare delle esenzioni per alcune imprese colpite dalla direttiva della diligenza dovuta che imponeva oneri considerati sproporzionati alle piccole e medie imprese, la colonna portante del settore.
“Vogliamo impiegare più tempo alla sostenibilità, piuttosto che alla rendicontazione amministrativa”, è stato l’appello degli amministratori delegati durante la conferenza stampa che ha preceduto gli incontri istituzionali al Parlamento europeo, tra cui quello con la presidente dell’istituzione, Roberta Metsola. Lo studio presentato dimostra che una parte consistente della cura per la sostenibilità ambientale passa anche dalla cosmetica. L’Oréal ha già annunciato che entro il 2030 il 100% della plastica utilizzata nelle confezioni sarà ottenuta da fonti riciclate o bio-based.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Mandare soldati in Ucraina mentre ci sono i bombardamenti è una pazzia e l'Italia non farà questa scelta". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Gli inglesi sono usciti dall'Europa e adesso ci convocano una volta a settimana, facessero domanda per rientrare nell'Unione europea". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Dei Servizi segreti non si parla nell'Autogrill, si parla nel Copasir, io all'Autogrill ci vado a comprare il panino". Lo ha affermato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nella dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Da oggi sono autorizzato a dire che la Meloni non smentisce l'utilizzo di intercettazioni preventive nei confronti di un giornalista che attacca il Governo. È una cosa enorme, che ha a che fare con la dignità delle Istituzioni. Se non vi rendete conto che su questa cosa si gioca il futuro della libertà, allora sappiate che c'è qualcuno che lascia agli atti questa frase, perchè quando intercetteranno voi, in modo illegittimo, con i trojan illegali, saremo comunque dalla vostra parte per difendere il vostro diritto di cittadini, mentre voi oggi vi state voltando dal'altra parte". Lo ha affermato Matteo Renzi nella sua dichiarazione di voto sulle risoluzioni sulle comunicazioni al Senato del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Giorgia Meloni va al Consiglio europeo senza una linea, senza sapere da che parte stare, senza aver avuto il coraggio di rispondere a quella frase che lei stessa aveva detto: 'come diceva Pericle la felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio'. Se la felicità e la libertà dipendono dal coraggio, Giorgia Meloni -ha concluso l'ex premier- non è felice, non è libera".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Proprio perché sono una patriota metterò questa nazione in sicurezza, perché come dice la nostra Costituzione difendere la Patria è un sacro dovere del cittadino". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.