Non tutti gli autonoleggiatori Ncc criticano il decreto semplificazioni del governo Conte (ora diventato legge e in procinto di entrare in vigore). Se il comitato Air (Autonoleggiatori italiani riuniti), di recente costituzione, non ha risparmiato critiche alla riforma del settore del trasporto pubblico non di linea, è l’Anar (Associazione nazionale autonoleggiatori riuniti) a sostenere la legge. Segno che il mondo delle tante sigle di noleggio con conducente è molto sfaccettato. “Non ci sono posti di lavoro a rischio con la nuova normativa”, dice Roberto Ritieni, il segretario dell’associazione. “Da anni – aggiunge – denunciamo, insieme a sigle sindacali di taxi, malaffare e abusivismo“. L’Anar assicura che “il decreto non danneggerà assolutamente alcuna azienda piccola o media che opera sul territorio di rilascio dell’autorizzazione”.
Sono tre gli aspetti positivi, secondo Ritieni. Il primo: la fine all’uso difforme delle autorizzazioni. “Prima, facendo un esempio, molti prendevano l’autorizzazione in un piccolo Comune della Calabria o dell’Abruzzo e lavoravano stabilmente a Roma. In questo modo si lasciavano scoperti quei piccoli centri dove gli autonoleggiatori svolgono anche il servizio taxi, che nei Comuni minori manca”. Questo principio, sostiene il portavoce, era già stato sancito “da diverse sentenze, anche della Corte di Giustizia Ue“. Le autorizzazioni sono rilasciate dai Comuni “sulla base del fabbisogno del territorio stesso”. Il secondo punto è la “possibilità di effettuare più servizi in una giornata senza dover tornare a rimessa ogni volta, con il limite del territorio provinciale”. Più precisamente: “Se faccio una corsa dalla stazione Termini a Fiumicino, posso prendere un altro cliente a Fiumicino senza dover fare un giro a vuoto”. Infine, terzo, “grazie alle nuove norme, infine, sarà possibile avere più rimesse nell’ambito provinciale, cosa prima vietata”.