Da subito 80 centesimi al litro e poi una griglia con garanzie stringenti per arrivare a un euro a fine stagione. È la controproposta sul prezzo del latte scritta dal Movimento dei pastori sardidopo quella uscita sabato sera dal tavolo di confronto in prefettura a Cagliari. Il documento è stato approvato per alzata di mano oggi nell’assemblea degli allevatori che si è tenuta a Tramatza, nell’oristanese. L’obiettivo è di portarlo all’attenzione del nuovo tavolo di filiera, in programma il 21 febbraio a Roma.

I 12 punti di oggi si oppongono alla precedente bozza di accordo, votata da alcuni rappresentanti, imprenditori e dal ministro dell’Agricoltura, Gianmarco Centinaio, che fissava un prezzo iniziale di 72 centesimi al libro. Una trattativa in bilico fin da domenica mattina, quando i pastori hanno fatto saltare la tregua promessa di tre giorni, continuando a versare il loro “oro bianco” in strada. Criticate, oltre a prezzo insufficiente, anche le mancate garanzie per il futuro. “Non ci sono certezze su un prezzo stabile nel tempo”, avevano detto alcuni pastori.

La controproposta è stata accettata all’unanimità, complici anche le parole di chi ha studiato la nuova bozza, aiutato da alcuni “tecnici”. “Non ci stiamo abbassando i pantaloni: abbiamo iniziato la trattativa parlando di un’euro al litro e all’euro dobbiamo arrivare a fine campagna”, hanno detto dal palco, rispondendo ai dubbi e alle perplessità sollevati da alcuni pastori. “Il prezzo del Pecorino Romano – hanno detto – è salito in pochi giorni di 1,50 euro. E ora anche la grande distribuzione ci potrebbe dare una mano: questo aiuterebbe il prezzo a salire”

Tra i punti del documento messo ai voti c’è anche la richiesta di una “distribuzione più equa dei profitti all’interno della filiera dei prodotti lattiero caseari”. Un obiettivo da raggiungere, spiegano gli allevatori, “facendo firmare al soggetto venditore (industriali della trasformazione) all’atto della vendita del formaggio, clausole nelle quali venga dichiarato che il livello di remunerazione della materia prima utilizzata è tale da coprire i costi di produzione”.

Il fine è quello di una riforma strutturale di tutto il sistema lattiero caseario sardo, compresi gli statuti delle Dop, così da consentire a chi partecipa alla filiera “la giusta remunerazione dei loro prodotti e la trasparenza dei dati nei confronti dei produttori primari”. La riforma, secondo le indicazioni dei pastori, dovrà essere effettuata con la collaborazione di “figure professionali adeguate messe a disposizione dal ministero dell’Agricoltura e la supervisione di un prefetto nominato per tutte le altre attività”. Previsto anche un cambio ai vertici dei consigli di amministrazione del Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop, del Pecorino Sardo Dop e del Fiore Sardo Dop.

Contemporaneamente, è iniziato anche il tavolo con le banche sul prezzo del latte, fissato dall’assessorato al Bilancio della Regione Sardegna. “Obiettivo di oggi – ha spiegato l’assessore Raffaele Paci prima dell’inizio – è mantenere l’impegno preso. Abbiamo detto che saremmo intervenuti con uno strumento finanziario della Regione Sardegna assieme agli istituti bancari e alla nostra finanziaria regionale per almeno dieci milioni, se poi è necessario se ne potranno mettere anche altri”. L’operazione, ha chiarito, “è finalizzata a bloccare temporaneamente la quantità in eccesso di pecorino romano e a fare in modo che il prezzo di vendita del formaggio si stabilizzi, questo permetterà di aumentare il prezzo riconosciuto al latte e di arrivare all’euro auspicato”.

In tutto saranno circa 50 milioni i soldi messi in campo da Regione e Governo per rimediare al crollo del prezzo del latte ovino, sceso sotto i 60 centesimi al litro. L’assessore Paci è tornato anche sulla bozza di accordo bocciata dai pastori, ricordando che i 72 centesimi al litro “sono un acconto, un prezzo minimo, ma ci possono essere aziende che lo pagano di più, poi il prezzo finale sarà fissato a fine ottobre sul valore medio di tutta l’annata. Noi faremo di tutto affinché in quel momento il prezzo sia elevato”.

E continua anche il tour elettorale di Matteo Salvini, a sostegno del candidato di centrodestra Christian Solinas. Il ministro dell’Interno ad Alghero ha accennato anche alla vertenza sul prezzo del latte, sottolineando di volersi “conquistare la fiducia dei pastori sardi”. “È giusto che il lavoro sia pagato e abbia la dignità che ha il lavoro: incontrerò anche la grande distribuzione, le posizioni sono sempre più vicine”, ha sostenuto il leader della Lega.

Anche il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha continuato a commentare la lotta per il prezzo del latte, che va avanti da oltre 10 giorni. L’esponente di Forza Italia ha incontrato il Commisario Ue all’Agricoltura, Phil Hogan, affermando di essere “molto soddisfatto” del colloquio. “Ringrazio il commissario per avere sottolineato la sua disponibilità e quella della Commissione europea ad aiutare il mondo agricolo sardo a partecipare ai prossimi bandi che riguardano la produzione del pecorino sardo fuori del confine italiano e all’interno dell’Ue e fuori dei confini europei”, ha detto Tajani, riferendosi a un bando in scadenza che riguarda 191 milioni di euro da dedicare alla promozione di prodotti europei “con un cofinanziamento molto limitato”.

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