Dieci o forse dodici sciatori sono stati travolti da una valanga su una pista segnata a Crans Montana, un paese del Canton Vallese sulle Alpi svizzere. Quattro di loro, di cui uno ferito in modo grave, sono stati tratti in salvo e portati via a bordo di elicotteri. La valanga è venuta giù dalla pista segnata più alta della località, la Plain-Morte, che parte da 3mila metri, e l’ha ricoperta per 300-400 metri. Nei soccorsi sono impegnati i vigili del fuoco, quattro elicotteri, i cani e dei militari. “Siamo scioccati – ha detto il presidente di Crans-Montana, Nicolas Féraud – e speriamo in un esito positivo per loro”. Nulla faceva prevedere la slavina, anche perché l’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) aveva limitato il rischio valanghe al livello due, su una scala di cinque. Tanto più che le slavine, in genere, si abbattono nelle zone fuori pista e molto raramente su quelle segnate.
Avalanche à Crans Montana sur la piste de Plaine Morte. Il y aurait des skieurs ensevelis pic.twitter.com/YgsCqXQMrt
— Laure Lugon Zugravu (@LaureLugon) February 19, 2019
“Siamo sotto shock e speriamo in un esito positivo per queste persone”, ha dichiarato al quotidiano locale Le Nouvelliste il presidente della stazione sciistica, Nicolas Féraud. La pista, che arriva a circa 3mila metri di altitudine, è probabilmente molto frequentata in questa settimana di vacanze scolastiche. Nelle prime ore le informazioni sono state scarse, a causa della difficoltà delle operazioni. “C’è una quantità incredibile di neve, circa due metri di spessore e 300 metri di lunghezza. È stata una valanga di primavera, molto compatta”, ha spiegato uno dei dipendenti del resort a Crans Montana, aggiungendo che sulla pista coinvolta gli sciatori “non si attrezzano con i rilevatori di valanghe”. Perché evidentemente il rischio è considerato basso. Le operazioni di soccorso andranno avanti per tutta la notte per trovare eventuali dispersi.
A Crans Montana, il prossimo week-end, sono in programma le gare femminili della Coppa del mondo di sci. Il patron del torneo, Marius Robyr, ha spiegato che questo incidente non dovrebbe mettere a rischio la competizione. “Piuttosto che rimandare indietro i 120 soldati che ci stanno aiutano a preparare la pista, abbiamo chiesto loro di aiutare i soccorritori”, ha spiegato Robyr. Febbraio si conferma un mese nero per gli sciatori. L’ultimo incidente, appena 24 ore prima, ha visto coinvolta una tredicenne francese, morta a causa dei traumi riportati da una caduta mentre stava sciando, a Cogne. Il 6 febbraio, sulle Alpi Carniche, in Friuli, era rimasto ucciso uno scialpinista italiano, sepolto sotto un metro di neve, travolto da una valanga durante un’escursione in solitaria. Alcuni giorni prima altri quattro sciatori erano morti per una valanga fuori pista a Courmayeur, in Valle d’Aosta.