Il ministero dei Trasporti francese ha chiarito che si tratta di una proposta già sul tavolo e che non riguarda nello specifico la Torino-Lione. Il presidente del Piemonte aveva diffuso la notizia dell'aumento di finanziamento dopo aver parlato con il vicepresidente della Regione Auvergne-Rhone-Alp. Che è stato smentito dal suo governo. Intanto Telt ha rinviato il lancio di due gare per la realizzazione dell’intero tratto francese del traforo
La Ue pronta ad aumentare dal 40 al 50% il cofinanziamento dei lavori della Tav? A diffondere la notizia, lunedì, è stato il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino. Che, dopo aver incontrato il vicepresidente della Regione Auvergne-Rhone-Alp Etienne Blanc, ha detto che il francese gli aveva riferito la disponibilità di Bruxelles “a finanziare al 50% non solo il tunnel di base della Torino-Lione, ma anche le tratte nazionali di avvicinamento”. Cosa che dimezzerebbe il costo per l’Italia della tratta nazionale. “Sulla Tav finalmente l’Europa ha fatto una cosa giusta”, ha commentato il vicepremier Matteo Salvini. Martedì pomeriggio, però, Parigi ha smentito formalmente “che ci sia qualsiasi decisione nuova della Commissione europea riguardante il finanziamento del progetto”, bocciato dall’analisi costi-benefici commissionata dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli.
Nel suo comunicato, il ministero dei Trasporti francese esprime “stupore per la presa di posizione isolata espressa dal Consiglio regionale”, e ricorda che le parti in causa nel progetto si erano accordate il primo febbraio su un programma di lavoro “preciso” sugli accessi al tunnel. Il fatto che Bruxelles sia pronta a innalzare dal 40% al 50% il suo finanziamento dei progetti di interconnessione in Europa (la Connecting Europe Facility) fa parte di una proposta che la Commissione ha già fatto al Consiglio Ue e al Parlamento europeo in vista dell’approvazione del prossimo bilancio pluriennale 2021-2027 e non riguarda nello specifico la Tav. Dunque non rappresenta “in nessun caso” un impegno nuovo, precisa il ministero, “e ancora meno nello specifico per il progetto Lione-Torino”. Peraltro quell’opzione sarebbe ovviamente sul tavolo solo se le parti decidessero di procedere con il progetto.
Per i favorevoli la notizia dell’aumento della quota messa dall’Ue avrebbe rappresentato un motivo in più per continuare i lavori, anche perché ogni mese di ritardo mette a rischio la possibilità di utilizzare tutti i fondi a disposizione e secondo Bruxelles c’è anche il rischio di dover restituire le somme già ricevute.
Intanto sempre martedì il consiglio d’amministrazione di Telt, la società italo-francese che dovrebbe realizzare e gestire il tunnel di base della Tav tra Italia e Francia, ha rinviato il lancio di due gare per la realizzazione dell’intero tratto francese del traforo dal valore complessivo di 2,3 miliardi. L’emanazione di quei bandi segnerebbe la vera partenza dell’opera. Telt ha parlato di “breve rinvio“, mentre il rappresentante della Commissione Europea ha comunicato al consiglio di amministrazione che per la conferma da parte dell’Unione Europea, dell’intera contribuzione per la Torino-Lione – 813 milioni di euro – occorre “la tempestiva pubblicazione dei bandi”. In caso contrario, “verrà applicata una riduzione di 300 milioni”.
A fronte di una ipotesi di taglio, però, Chiamparino commenta ancora alle agenzie l’opzione già smentita di aumento dei finanziamenti: “Dalla disponibilità della UE a finanziare al 50% l’intera opera, comprese le tratte nazionali, con significativi risparmi per gli italiani, si passa al rischio concreto di perdere i contributi già stanziati dall’Europa”.