Il fondatore del Movimento 5 stelle ha parlato a margine del processo, in cui era chiamato come testimone, a carico di Giovanni Favia, imputato per diffamazione nei confronti di Gianroberto Casaleggio. Uscendo dall'aula ha lanciato anche un messaggio al vicepremier: "Dobbiamo noi influenzare Salvini sui nostri temi che forse abbiamo un po' tralasciato"
“Secondo me con Di Maio bisogna avere un pò di pazienza, ha 32 anni e ha ministeri impegnativi. Io sono la figura del garante, quella del padre ma ormai le scelte politiche le vedono loro”. Con queste parole Beppe Grillo, all’uscita del tribunale di Roma, ha commentato l’operato del vicepremier Luigi Di Maio. Grillo era convocato in veste di testimone per il processo a carico dell’ex consigliere regionale del Movimento 5 stelle dell’Emilia Romagna, poi espulso, Giovanni Favia, imputato per diffamazione nei confronti di Gianroberto Casaleggio e condannato a pagare 500 euro all’azienda di consulenza per un suo editoriale pubblicato nel 2014 dal quotidiano Il Tempo.
“Dobbiamo noi influenzare Salvini sui nostri temi che forse abbiamo un po’ tralasciato – ha continuato il fondatore del M5s – che sono l’ambiente, l’ecologia, la mobilità e come questa si evolverà tra 10 anni”. Nella deposizione in aula Grillo ha parlato del blog, fondato con Gianroberto Casaleggio, morto nel 2016. “Il fatto che giravano milioni di euro è una palla messa in giro da questi individui qua che hanno infangato persone perbene che ora non ci sono più. Non circolavano soldi, era solo un blog per fare controinformazione”, ha detto, ricordando il rapporto di fiducia e amicizia con Gianroberto. “Ci eravamo messi assieme per migliorare questo Paese e non per guadagnare soldi. In ogni caso la Casaleggio Associati gestiva il sito e faceva anche la contabilità”, ha spiegato, sottolineando che il sito Beppegrillo.it è nato nel 2005 “per fare controinformazione”. “Si finanziava con gli incassi delle videocassette dei miei spettacoli e dei miei libri. Nel 2014 subentra la pubblicità come forma di finanziamento del blog”, ha evidenziato, dicendo anche che la pubblicità aveva limiti, perché “gestita da Google”. “Nel 2014 il blog era alla sua fine con l’arrivo dei social network – ha chiosato durante la testimonianza – E i commenti non andavano più sul blog ma sui social. Da quella operazione lì abbiamo avuto tutti delle perdite. Se vedete le mie denunce dei redditi dal 2005 in poi… Io in 4-5 anni avrò percepito 20-30mila euro, ma servivano per sostenere il server e le spese”. “Non sapevo e non volevo sapere i numeri perché mi fidavo di Gianroberto“, ha concluso.