“Caso Diciotti? Non si è trattato di una richiesta di immunità di un politico che si fa scudo su un atto di proprio interesse. La giunta doveva decidere se il ministro ha agito nell’interesse preminente della nazione. E’ una legge costituzionale. Io sono stato combattuto nel prendere questa decisione“. Così, a Otto e Mezzo (La7), il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si esprime sul caso Diciotti-Salvini, pronunciandosi anche sul gesto delle manette del senatore M5s Mario Giarrusso: “E‘ un gesto sicuramente sbagliato, un senatore della Repubblica non deve permettersi di farlo. Su questo credo che non ci siano dubbi”.
Il ministro della Giustizia si rende protagonista di un pepato confronto con l’ex magistrato Gianrico Carofiglio e con il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti. Quest’ultimo lo paragona ad Angelino Alfano “quando difendeva il suo capo”.
Bonafede non ci sta: “Non permetto a nessuno di parlare di analogie di questo tipo. Non mi sto arrampicando a nessuno specchio, non mi interessa difendere nessuno”.
“Ma guardi che io la capisco”, replica Sallusti.
“Io non ho bisogno di essere capito da lei”, ribatte il ministro M5s.
Carofiglio osserva: “Ho sentito dire nei giorni scorsi da parlamentari M5s che dovevano leggere le carte prima di prendere una decisione sul caso Diciotti-Salvini. Però poi la decisione è stata fatta prendere da degli attivisti con un metodo non molto trasparente. E certamente gli attivisti non hanno letto le carte. In più, c’è il quesito che a me ha fatto un po’ girare la testa, perché era una cosa del tipo: Salvini era la nipote di Mubarak o no?“.
“No, sa che non è così” – risponde Bonafede – “Non possiamo mistificare la realtà. In quel caso il Parlamento votò una menzogna e uno scudo nei confronti di una persona che aveva agito per interesse personale“.
Carofiglio insiste sulla natura manipolatoria del quesito: “E’ una classica domanda suggestiva, una di quelle che nel processo penale sono vietate, come lei sa molto bene, credo meglio di me”.
Bonafede, poi, afferma di aver votato contro l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini e ha un nuovo battibecco con Carofiglio, che gli chiede se è d’accordo con quanto affermano i giudici sul concetto di atto politico e l’ex presidente della Corte Costituzionale Onida.
“Ma lei pensa che un ministro della Giustizia possa andare in tv a commentare gli atti dei magistrati?”, chiede Bonafede.
“Sì, francamente sì”, risponde Carofiglio.
“No, francamente non sono d’accordo con lei”, replica Bonafede.