L’incendio accidentale all’aeroporto di Ciampino ha causato tantissimo disagio ai viaggiatori dell’aeroporto e per fortuna nessun ferito. Tuttavia, da tutte le situazioni, per quanto possano queste essere spiacevoli e ci si augura che mai si ripetano, può anche derivare qualcosa di buono. Gli abitanti della cittadina di Ciampino e delle zone limitrofe all’aeroporto, Marino e VII municipio di Roma, dopo tanti anni possono sperimentare per qualche giorno una vita normale senza inquinamento acustico.

Quasi tutti conoscono l’aeroporto, ma molti meno la “città giardino” a due passi da Roma. Nata ai primi del 1900, Ciampino oggi ha raggiunto 40.000 abitanti. Ogni anno, quasi 6 milioni di persone la vedono dall’alto, ma pochissimi la visitano. Fino al 1960, l’aeroporto (uno dei primi al mondo), è stato lo scalo principale della capitale, finché non è stato aperto Fiumicino. Da allora, i voli sono diminuiti nel tempo, tanto che si pensava che lo scalo si potesse chiudere. In realtà, dai primi anni 2000 si è verificata l’esplosione delle compagnie low cost. In pochissimi anni si è passati da poche centinaia di migliaia di viaggiatori ai numeri attuali (circa 6 milioni).

Questo notevole traffico passeggeri ha avuto un impatto minimo sulla città in termini di turismo e occupazione, ma problemi notevoli in termini di inquinamento, soprattutto acustico non solo su Ciampino, ma anche sulle zone vicine.

In realtà, già da qualche giorno, nella città di Ciampino finalmente si poteva già dormire in pace, perché sono stati cancellati i voli notturni. Grazie a un decreto del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, nessun volo può più atterrare o decollare dalle 23 alle 6. Inoltre, progressivamente, saranno adottate tutte le misure volte a far rientrare l’inquinamento acustico nei limiti di legge.

L’esistenza di un danno alla popolazione è stata confermata in più ricerche. In particolare, lo studio SAMBA, eseguito dal dipartimento di Epidemiologia del servizio sanitario della regione Lazio, esamina le difficoltà di apprendimento degli studenti, e trova che nelle scuole nelle quali il rumore è particolarmente elevato i bambini hanno difficoltà di apprendimento. I risultati sono in linea con altri studi scientifici riguardo al rumore nei pressi degli aeroporti, che dimostrano che i danni alla salute ci sono eccome.

Inoltre, esistono dei limiti di legge all’inquinamento acustico, che spesso sono superati.

Qualcuno potrebbe dire: ma perché avete costruito le case così vicine all’aeroporto? La risposta è che le abitazioni c’erano molto prima dell’aumento esponenziale dei voli low cost avvenuta negli ultimi 20 anni. Chi ha comperato una casa lì era consapevole che acquistava un’abitazione vicino a un aeroporto, ma non poteva immaginare che cosa sarebbe successo dopo. Queste persone, oramai non hanno più la possibilità di spostarsi, perché le loro case sono state notevolmente deprezzate. Ai cittadini si sono associati in un comitato che non si è mai speso per la chiusura dell’aeroporto, ma piuttosto per un numero di voli proporzionato a quelli di un aeroporto cittadino. Strategicamente, si è preferito affrontare prevalentemente il problema dell’inquinamento acustico che è più facilmente dimostrabile rispetto a quello dell’inquinamento atmosferico. È più semplice verificare il superamento dei limiti in termini di rumore, mentre è complesso provare che l’eccessivo inquinamento dell’aria dipenda dagli aerei piuttosto che dal traffico cittadino. Sinceramente, ritengo che questa battaglia possa essere un esempio metodologico per chi vuole davvero difendere la salute dei cittadini. Ecco gli elementi che hanno contribuito a questo successo.

Competenza: quanto denunciato era vero e verificabile. Ci sono studi scientifici seri che dimostravano un reale danno alla popolazione. Il comitato non si rivolto a pseudoscienziati venditori di fumo, i quali fanno solo perdere credibilità a chi combatte battaglie giuste.
Legalità e moderazione: i cittadini hanno chiesto semplicemente che le normative riguardo l’inquinamento acustico fossero rispettate.
Realismo: il comitato ha chiesto un numero di voli nei limiti di legge, non la loro soppressione.
Dialogo con le istituzioni: il comitato ha cercato il dialogo con le amministrazioni di qualsiasi colore politico sia di Ciampino che dei comuni limitrofi (Marino, VII municipio di Roma) e non è un caso che sia stato il ministro dell’ambiente Costa ad affrontare una volta per tutte il problema.

Con questa ricetta, i risultati si sono visti eccome. E si possono definire eccezionali, se pensiamo che un gruppo relativamente piccolo di cittadini è stato fondamentale per convincere un ministro a emanare un decreto contro interessi economici notevoli. Spero davvero che ora ci sia la collaborazione di tutti affinché si combatta il rumore, non il comitato che ha sollevato un problema reale. E sarei sorpreso se qualcuno invochi pur comprensibili interessi economici privati come prioritari nei confronti del rispetto delle leggi e soprattutto del benessere delle persone. A volte ci si abitua a delle situazioni spiacevoli, ma spero che il disgraziato evento accidentale che ha portato alla sospensione dei voli possa far capire ai cittadini che una vita diversa è possibile.

Non ci si può che augurare che quanto prima lo scalo possa ritornare operativo e che i sistemi di sicurezza evitino che simili eventi si ripetano in futuro. Se ci fosse stato dolo o negligenza, spero che gli eventuali responsabili siano sanzionati. Speriamo che a nessuno salti in mente di prendere a pretesto l’incendio per aumentare di nuovo i voli oltre i limiti di legge. Ci si accorge di quanto alcune conquiste siano importanti solo quando le si perde di nuovo. Ora, bisogna difendere tutti assieme il decreto del ministro Costa per evitare che si torni indietro, collaborando con i cittadini e le istituzioni per difendere salute e legalità.

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