Oscar 2019, miglior film d’animazione: Disney e Pixar imbattibili ma noi tifiamo per il giapponese Mirai e per Isle of dogs di Wes Anderson
La statuetta per il cartone è una questione di monopolio industriale e creativo puro e semplice. Impossibile da valicare, da scalfire, da distruggere. Ma il nostro cuore batte per gli altri
Fare il tifo per Wes Anderson o per Mamoru Hosoda. Ma quanto siamo stilosi al FQMagazine? Nella categoria del miglior film d’animazione per gli Oscar 2019 il nostre cuore batte per Miraie Isle of dogs.
Anche se, ovviamente, la Disney, con Ralph spacca Internete Gli Incredibili 2(Pixar), non si farà sfuggire l’ambito premio come oramai accade da non si sa bene quanti millenni. L’Oscar come miglior film d’animazione è una questione di monopolio industriale e creativo puro e semplice. Impossibile da valicare, da scalfire, da distruggere.
Se si eccettua il 2011 quando Rango (Nickelodeon) raccolse l’Oscar in un annata scialba per tutti, quando il duo Disney/Pixar presenta l’ammiraglia, o le navi ammiraglie, tutti corrono a lustrarle l’ambita statuetta e a consegnargliela. Insomma, non c’è gara. A priori. Pur con un sequel targato Pixar di un filone non proprio memorabile (Gli Incredibili nel 2004 ha vinto l’Oscar) che sa sensibilmente di tappo (comunque nono miglior incasso di tutti i tempi negli Usa con oltre 600 milioni di dollari), e con l’altro seguito home made in 3D di Ralph Spacca Internet (oltre 500 milioni di dollari al box office, ma negli Usa solo 199 milioni…) prodotto che riporta il genere ad una fase culturalmente puberale da canale digitale per ragazzi.
Eppure i contendenti per vincere, e anche meritatamente, ci sono. Intanto Spider-Man: Into the spider-verse. Produzione Sony, regia di Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rotman, e un incontenibile mood giocoso, generazionalmente crossover, ricamo vivace e spiritoso attorno alla figura del supereroe Spider-Man. Roba da “alternative universes”. Uno, nessuno, centomila uomini ragno. Miles Morales, il protagonista afro-latino, è un simpatico ragazzetto che si ritrova sui malgrado successore di Peter Parker con una tutina corta sui polpacci comprata in cartoleria, ma anche Spider Man tra altri replicabili e replicati Spider Man. Un tentativo felice di rilanciare un franchise che altrimenti avrebbe vivacchiato penzolante a qualche ragnatela del passato. Se invece viaggiamo verso Oriente, recuperiamo un altro nominato di pregio.