“Coloro che passano la vita accusando la Chiesa sono parenti del diavolo”. Papa Francesco sembra rispondere indirettamente al contenuto di Sodoma, il volume scritto dal sociologo francese Frédéric Martel che accusa di omosessualità l’80 percento del clero della Chiesa cattolica. Bergoglio ha rotto il silenzio alla vigilia dell’uscita del libro in concomitanza con l’inizio del summit sulla pedofilia che si terrà in Vaticano e quale parteciperanno i presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo.

Alla vigilia del summit si è registrato anche un piccolo incidente. Nell’ampio press kit digitale preparato dalla Sala Stampa della Santa Sede è stata erroneamente riportata la condanna per gli abusi che sarebbe stata emessa dal tribunale australiano nei confronti del cardinale George Pell, che il Papa ha messo in congedo dal suo ruolo di prefetto della Segreteria per l’economia proprio perché affrontasse il processo penale nel suo paese. “Annunciato – si legge nel testo distribuito ai giornalisti – un verdetto di colpevolezza nei riguardi del cardinale George Pell per abusi sessuali su minori commessi 40 anni fa. La sentenza non è stata ancora pronunciata. Alla fine del mese di gennaio 2019 è atteso un secondo processo per altre accuse”. La condanna, però, non è stata ancora resa pubblica perché la giustizia australiana prevede che ci sia massima segretezza fin quando il processo non è terminato. Il direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, si è scusato pubblicamente per questo errore sottolineando che “il press kit digitale è un testo di lavoro e che non rispecchia la posizione ufficiale del Vaticano in merito alla vicenda del cardinale Pell”.

Incidenti a parte, il pontefice ha ricevuto nella Basilica di San Pietro un numeroso gruppo di pellegrini dell’arcidiocesi di Benevento. Francesco, parlando a braccio, si è soffermato sulla figura di Padre Pio a poco meno di un anno dal suo pellegrinaggio a Pietrelcina. “Lui – ha affermato Bergoglio – ha amato la Chiesa, con tanti problemi che ha la Chiesa, con tante avversità, con tanti peccatori. Perché la Chiesa è santa, è la sposa di Cristo, ma noi, i figli della Chiesa siamo tutti peccatori – e alcuni grossi! – ma lui ha amato la Chiesa come era, non l’ha distrutta con la lingua, com’è di moda farlo adesso. No! Lui ama”.

Francesco ha proseguito sottolineando che “quello che ama la Chiesa sa perdonare, perché sa che lui stesso è peccatore e ha bisogno del perdono di Dio. Sa sistemare le cose, perché il Signore vuole sistemare bene le cose ma sempre col perdono: non si può vivere tutta una vita accusando, accusando, accusando la Chiesa. L’ufficio di accusatore di chi è? Chi è quello che la Bibbia chiama il grande accusatore? Il diavolo! E coloro che passano la vita accusando, accusando, accusando, sono – non dirò figli, perché il diavolo non ne ha – ma amici, cugini, parenti del diavolo. E no, questo non va, si devono segnalare i difetti per correggere, ma al momento che si segnalano i difetti, si denunciano i difetti, si ama la Chiesa. Senza amore, quello è del diavolo. Ambedue le cose aveva San Padre Pio, amava la Chiesa con tutti i suoi problemi e le sue avversità, con i peccati dei suoi figli. Non dimenticatevi di questo”.

Parole sicuramente destinate a far discutere come susciterà numerose reazioni, dentro e fuori la Chiesa, l’inedito summit sulla pedofilia. Tre giorni e mezzo fitti di programma con ben nove relazioni, una celebrazione penitenziale e una messa conclusiva. Numerose le vittime di abusi che sono arrivate a Roma da tutto il mondo per questo vertice e che hanno già iniziato a protestare per le tante, troppe, omertà delle gerarchie ecclesiastiche nel corso degli ultimi decenni. In tutto il pianeta le cifre della pedofilia del clero sono spaventose. Una piaga sempre occultata dalla Chiesa cattolica con abusatori seriali spostati di parrocchia in parrocchia. Quando non sono stati gli stessi porporati e vescovi a commettere gli abusi, come nel caso dell’ex cardinale di Washington Theodore Edgar McCarrick, ridotto da Francesco allo stato laicale.

Twitter: @FrancescoGrana

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