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Conte: “Non serve manovra correttiva, ci sono misure prudenziali. Sì a rafforzare autonomie senza tagli a regioni del Sud”

Il premier ribadisce che la crescita ripartirà nella seconda parte dell'anno grazie a "un corposo piano di investimenti pubblici" partendo dalla messa in sicurezza del territorio. Nella definizione delle risorse da girare alle regioni del Nord "non è previsto il riferimento ad indicatori collegati all’introito fiscale". Poi entra nella polemica sull'oro di Bankitalia e chiede cautela: "Un intervento normativo andrebbe valutato, sul piano della compatibilità, con i principi che regolano l'ordinamento del sistema europeo delle Banche Centrali"

Il premier Giuseppe Conte in question time al Senato ribadisce che la crescita ripartirà nella seconda metà dell’anno e assicura che non è “necessaria alcuna manovra correttiva” perché “dobbiamo solo continuare nel razionale ed efficace utilizzo delle risorse finanziarie già stanziate”, oltre al fatto che ci sono “misure prudenziali che ci mettono al riparo” (i 2 miliardi accantonati in manovra ricordati ieri dal ministro dell’Economia Tria). Poi tranquillizza sul fatto che le intese sull’autonomia delle regioni del nord non danneggeranno in alcun modo quelle meridionali. E entra nel dibattito sull’oro di Bankitalia innescato dal deputato leghista Claudio Borghi invitando alla cautela: “Un intervento normativo volto a modificare gli assetti della proprietà aurea”, spiega, “andrebbe valutato, sul piano della compatibilità, con i principi basilari che regolano l’ordinamento del sistema europeo delle Banche Centrali”.


video di Alberto Sofia

“Il governo rimane fiducioso nelle proprie stime di crescita perché valutiamo che il secondo semestre sarà accompagnato da un allentamento delle tensioni commerciali e da condizioni più favorevoli alla crescita”, dice Conte, anche se come chiarito ieri da Tria le previsioni 2019 verranno riviste nel Def da presentare entro il 10 aprile. La previsione di crescita del governo è ancora di +1%, molto più alta del consenso di analisti e istituzioni internazionali. “Questo governo si è mosso in maniera prudente, ha inserito misure prudenziali” in manovra e “ha voluto predisporre una legge di bilancio di carattere espansivo proprio al fine di contrastare un rallentamento economico dovuto alle tensioni commerciali internazionali, che era possibile prevedere già dal terzo trimestre del 2018″, ha ribadito Conte. “Ho già dichiarato che non è in preparazione alcuna manovra correttiva, in quanto non solo il governo rimane fiducioso nelle sue stime di crescita, ma anche perché nella legge di bilancio sono state predisposte misure prudenziali volte a tutelare i conti pubblici anche rispetto a scenari meno favorevoli”. “Il governo ribadisce la determinazione a disinnescare le clausole di salvaguardia dell’Iva per gli anni 2020 e 2021, come già avvenuto nella legge di bilancio 2019″.

“Manovra espansiva e investimenti per invertire il trend di bassa crescita” – “L’azione del governo a sostegno della crescita si fonda su un corposo piano di investimenti pubblici, che aggiungerà 15 miliardi alle risorse già appostate in bilancio nel prossimo triennio, e su un’attenta azione di rilancio degli investimenti sui territori”, ha ribadito il premier. “L’Italia ha un territorio fragile, che dobbiamo e possiamo proteggere in primo luogo con la prevenzione, con interventi di messa in sicurezza diretti a neutralizzare il rischio di frane e alluvioni. È questo il più significativo e urgente intervento pubblico di cui il nostro Paese necessita, la vera grande opera pubblica di cui l’Italia ha bisogno”. “Proprio in questi giorni – ha detto – ho firmato i due Dpcm (decreti del presidente del consiglio) con i quali vengono istituite le due strutture individuate dalla Presidenza del Consiglio per gestire gli investimenti e coordinare la costruzione di nuove opere da attuare nel Paese: mi riferisco alla cabina di Regia Strategia Italia e alla struttura di missione ‘InvestItalia“. Poi ha spiegato che l’intenzione è quella di “affrontare non solo le esigenze di breve periodo ma anche invertire il trend strutturale di bassa crescita degli passati, che ci ha visto agli ultimi posti nella classifica della crescita in Europa nonostante le politiche monetarie della Bce e il quadro economico internazionale ben più favorevole di quello attuale”. “Stiamo intervenendo con molta decisione per riformare il codice dei contratti pubblici. Anzi, vi anticipo che con il ministro Toninelli stiamo pensando di anticipare alcune misure del codice dei contratti pubblici perché il Paese non può aspettare, e la crescita economica non può tardare”.

“Autonomie andranno insieme a solidarietà. Nessun riferimento agli introiti fiscali” – “Le risorse finanziarie allocate dallo Stato nelle altre Regioni rimarranno invariate”, ha assicurato Conte rispondendo a un’interrogazione sulla questione delle autonomie. “Entro un anno dall’emanazione dei dpcm dovranno essere individuati i fabbisogni standard delle competenze statali nelle singole regioni (tutte, non solo quelle che hanno chiesto l’autonomia differenziata). A tal fine sarà costituito un apposito comitato paritetico Stato e Regioni, composto da rappresentanti delle amministrazioni statali e rappresentanti di tutte le Regioni a statuto ordinario. Posso assicurare che il complesso procedimento che si sta dipanando coniugherà, in piena conformità con la nostra architettura costituzionale, il rafforzamento dell’autonomia regionale, con la salvaguardia della solidarietà e coesione nazionali“. La definizione dei fabbisogni standard “non riguarda la spesa per l’esercizio delle funzioni delle regioni, bensì la spesa sostenuta dallo Stato nelle regioni per le funzioni oggi in capo allo stesso”. E “non è previsto in alcun modo il riferimento ad indicatori collegati all’introito fiscale“, che avrebbero avvantaggiato le regioni più ricche.

“Oro Bankitalia? Nessun rischio che i partecipanti al capitale le rivendichino” – Per quanto riguarda la richiesta della Lega di “certificare che le riserve d’oro di Bankitalia sono dello Stato”, Conte ha ricordato che “sono sempre state iscritte all’Attivo della situazione patrimoniale della Banca d’Italia e che tra le operazioni di sua pertinenza sono sempre rientrate “‘acquisto e vendita di oro o valute auree”. Un intervento normativo volto a modificare gli assetti della proprietà “andrebbe valutato, sul piano della compatibilità, con i principi basilari che regolano l’ordinamento del sistema europeo delle banche centrali”. In ogni caso “Non sembra possibile che le riserve auree possano essere rivendicate dai partecipanti al capitale di Banca d’Italia, i cui diritti patrimoniali sono limitati al valore del capitale e agli utili netti annuali”.