Una ricerca finanziata dalla Commissione Europea punta a creare una tecnologia di visualizzazione 3D che permette non solo di interagire con oggetti fluttuanti, ma anche di avere un feedback tattile quando li si sfiora.
La Commissione Europea ha finanziato, nell’ambito del programma Horizon 2020, una ricerca che potrebbe cambiare il nostro modo di interagire con i dispositivi hi-tech. L’evoluzione ci ha già traghettato dall’interfaccia fisica di tastiere e mouse ai touchscreen e ai comandi vocali, ma non è finita. Sta per arrivare il momento in cui potremo toccare e manipolare oggetti tridimensionali su uno schermo, percependoli al tatto. È l’idea alla base del progetto Levitate, coordinato dal Regno Unito e condotto da Germania, Svezia e Danimarca.
Per funzionare si affida alle tecniche di formazione e controllo degli ultrasuoni più evolute al momento disponibili. Le trasforma in strumenti per creare forze acustiche in grado di far levitare particelle, generare segnali audio e feedback tattili quando l’utente manipola oggetti fluttuanti. Il concetto non è semplice, ma basta il video qui sotto per capire esattamente che cosa s’intende all’atto pratico:
La parte più difficile del lavoro è stata sincronizzare i processi sensoriali coinvolti. Audio, video e tatto devono essere perfettamente coordinati per restituire all’utente un’esperienza soddisfacente e coinvolgente. Gli ultrasuoni possono essere usati in maniera mirata per creare punti di pressione tattile a mezz’aria che possono essere toccati e percepiti. In questo modo si fornice il feedback sensoriale. Di pari passo devono “scorrere” le immagini proiettate attorno agli oggetti. Solo in questo modo è possibile disporre di un display cosiddetto multimodale, che utilizza più di un modo per comunicare. Nei video d’esempio, l’utente interagisce con un gioco sentendo la musica, vedendo la pista scorrere e manipolando gli oggetti come se fossero entità fisiche. Per questo i ricercatori parlano di una nuova forma di interazione uomo-computer, in cui “il computer può controllare l’esistenza, la forma e l’aspetto di complessi oggetti levitanti”.
A cosa potrebbe servire una soluzione del genere, oltre che per giocare? Le potenziali applicazioni sono molte, pensiamo ad esempio al design di prodotti di moda o per l’arredamento, in cui si potrebbero toccare i tessuti, oltre che vederli indossati. Oppure nella progettazione di oggettistica, per verificarne l’effettiva maneggevolezza.
Il progetto si concluderà a dicembre 2020, si spera con un prodotto commerciale pronto da usare.