Il rappresentante dell'accusa, Luigi Birritteri, nella sua requisitoria in corso alla V sezione penale ha chiesto di non attenuare la pena per l'ex governatore ed evitare "che la legge possa essere calpestata con grida manzoniane. Per il magistrato la mole delle prove è "imponente" ed è stata "ulteriormente corroborata" dal concordato in appello di Daccò e Simone
È un “imponente baratto corruttivo” quello che caratterizza il processo Maugeri-San Raffaele che ha come imputato principale l’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni. Per questo il pg della Cassazione Luigi Birritteri nella sua requisitoria in corso alla V sezione penale ha chiesto di confermare la condanna a 7 anni e sei mesi per corruzione nei confronti dell’ex governatore “tenuto conto del suo ruolo e con riferimento all’entità e alla mole della corruzione, che fanno ritenere difficile ipotizzare una vicenda di pari gravità“. Il rappresentante dell’accusa ha chiesto anche di non attenuare la pena per Formigoni ed evitare “che la legge possa essere calpestata con grida manzoniane. Per il magistrato la mole delle prove è “imponente” ed è stata “ulteriormente corroborata” dal concordato in appello di Daccò e Simone.
È approdato infatti in Cassazione il processo che ha visto l’ex governatore della Lombardia, lo scorso settembre, condannato in appello a 7 anni e mezzo. Per quasi vent’anni presidente della Regione il Celeste è accusato di corruzione. Stando ai calcoli degli uffici giudiziari milanesi, una ‘piccola’ parte delle imputazioni, e in particolare quella che riguarda il capitolo San Raffaele, risulta prescritta. In caso di condanna della Suprema Corte, seppur con la modifica al ribasso della pena per la prescrizione, l’ex Governatore rischia di finire in carcere, anche sulla base della recente legge anticorruzione. Nelle motivazioni della condanna i giudici d’appello avevano spiegato che Formigoni ha meritato la pena massima prevista per essere stato corrotto anche con vacanze a “spese altrui”, perché i fatti hanno “profili di gravità, oggettivi e soggettivi”. Tra gli imputati anche l’imprenditore Carlo Farina e l’ex direttore amministrativo della Fondazione Maugeri Costantino Passerino.
Se la Suprema Corte, però, dovesse annullare con rinvio la sentenza dello scorso 19 settembre per un nuovo giudizio d’appello, anche le restanti imputazioni per Formigoni, ossia quelle principali del processo e che riguardano la Fondazione Maugeri, potrebbero cadere in prescrizione (il termine, infatti, è a luglio prossimo), prima che si arrivi ad una nuova decisione in terzo grado. Nel caso in cui, invece, la Cassazione decida di confermare la condanna, soltanto prendendo atto dell’intervenuta prescrizione per il capitolo San Raffaele, potrebbe direttamente limare la pena al ribasso, senza rimandare gli atti ad un nuovo appello.
Nel caso di condanna Formigoni (nel suo pool difensivo è entrato di recente anche il professor Franco Coppi) andrà in carcere, anche perché la nuova legge anticorruzione, ossia la cosiddetta spazzacorrotti, ha previsto una stretta nelle possibilità di richiedere misure alternative al carcere (tra cui rientra anche la detenzione domiciliare per gli ultrasettantenni come Formigoni, che ha 71 anni) per i condannati per reati contro la pubblica amministrazione.
Stando alle indagini dei pm milanesi Laura Pedio e Antonio Pastore, dalle casse della Fondazione Maugeri, polo sanitario pavese, sarebbero usciti, tra il 1997 e il 2011, 61 milioni di euro e dalle casse del San Raffaele, tra il 2005 e il 2006, altri 9 milioni. Soldi che sarebbero confluiti sui conti e sulle società del faccendiere Pierangelo Daccò e dell’ex assessore lombardo Antonio Simone (hanno patteggiato entrambi), presunti collettori delle tangenti, i quali avrebbero garantito milioni di euro (per i giudici oltre 6,6 milioni) in benefit di lusso, tra cui l’uso di yacht e il pagamento di vacanze, a Formigoni. E il politico in cambio avrebbe favorito la Maugeri e il San Raffaele con atti di Giunta, garantendo rimborsi indebiti per prestazioni sanitarie (circa 200 milioni per la sola Maugeri). In appello sono stati condannati anche a 7 anni e 7 mesi Passerino e a 3 anni e 4 mesi Farina. L’ex governatore, che in primo grado è stato condannato a 6 anni. Nelle motivazioni della sentenza di primo grado i giudici definirono l’ex senatore di Ap “spregiudicato” e per questo non meritevole di alcuna attenuante.
“Si dice che Formigoni va in barca, che è invitato in vacanza ma nessuno è riuscito a dimostrare la riconducibilità di un singolo atto di ufficio a queste ‘utilità’. Nessuno sa che cosa è stato chiesto a Formigoni, e nessuno sa per quale cosa è stata corrisposta quella utilità” ha detto il professor Franco Coppi (entrato nel collegio difensivo solo per la discussione alla Suprema corte). Nella sua arringa l’avvocato ha sottolineato la “totale mancanza di prove”.
Coppi ha quindi chiesto ai supremi giudici di assolvere l’ex governatore o, in alternativa, di annullare con rinvio la condanna a sette anni e sei mesi pronunciata dalla Corte di appello di Milano nel 2018 per calcolare la prescrizione che a suo avviso è maturata.