A gennaio il Consiglio direttivo della Bce presieduto da Mario Draghi ha discusso una nuova serie di prestiti Tltro (Targeted Longer-Term Refinancing Operations) a lungo termine e a bassi tassi alle banche dell’Eurozona dopo quella lanciata nel 2014. Secondo i verbali della riunione, appena resi noti, il consiglio direttivo ritiene che “una decisione a questo riguardo non dovrebbe essere presa con eccessiva fretta” ma anche che “le analisi tecniche necessarie per preparare” questa opzione “dovrebbero procedere con rapidità” anche per valutare il rischio di deterioramento delle condizioni di liquidità delle banche con l’avvicinarsi alla scadenza delle vecchie ondate di prestiti, fra giugno 2020 e marzo 2021.
L’Eurotower potrebbe fare annunci più concreti nella sua prossima riunione di marzo dopo aver raccolto “più dati ed informazioni” sulle “conseguenze di un rallentamento della crescita a breve termine sulle prospettive di medio periodo”. Ma il capo economista dell’istituto centrale Peter Praet ha chiarito che una decisione “non è scontata”. In ogni caso è probabile che le condizioni saranno meno vantaggiose di quelle delle ultime aste, che hanno concesso agli istituti di finanziarsi a tassi negativi fino a -0,4%, di fatto facendosi pagare per ricevere denaro.
Gli istituti italiani, sommando ai Tltro anche le Long term refinancing operation del 2011 e 2012, hanno ricevuto in tutto quasi 800 miliardi sui 2.290 complessivi prestati dall’Eurotower. La differenza tra le due operazioni è che le Tltro sono state condizionate alla concessione di prestiti all’economia reale, con l’obiettivo di rilanciare crescita e inflazione. Per evitare che – come avvenuto con i primi finanziamenti concessi a tassi dell’1% – a beneficiare dell’operazione fossero o soprattutto gli acquisti di bond, l’ammontare massimo dei prestiti ottenibili da ogni banca era stato limitato a tre volte i prestiti al settore privato in essere nell’aprile 2014. In più chi fosse sceso sotto una soglia di prestiti fissata dalla Bce avrebbe dovuto anticipare di due anni la restituzione dell’intera somma. I tassi applicati erano pari al tasso di riferimento in atto al momento del prestito (all’epoca lo 0,15%) aumentato di 10 punti base: un prestito richiesto nel giugno 2014 da un istituto avrebbe avuto dunque un interesse fisso dello 0,25%, contro l’1% delle Ltro degli altri precedenti.