Anche la Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla vicenda delle foto private rubate dal telefonino di Diletta Leotta e poi diffuse in Rete e su gruppi Whatsapp. All’attenzione della procura capitolina ci sono infatti alcuni scatti pubblicati da dei siti online: l’ipotesi è che queste immagini provengano dall’hackeraggio del cellulare della 27enne giornalista sportiva, su cui indaga parallelamente la Procura di Milano. Così, come riporta il Corriere della Sera, giovedì mattina Diletta Leotta è stata ascoltata dal pm Carlo Villani come parte offesa nella vicenda.
Secondo Il Messaggero, la giornalista ha ricostruito quanto accaduto al magistrato che sta approfondendo le singole posizioni dei singoli responsabili delle testate, alcuni dei quali già iscritti nel registro degli indagati. La doppia inchiesta è nata infatti dalla denuncia che lei aveva presentato alla polizia postale dopo che sul web iniziarono a circolare una decina di immagini e alcuni filmati che la ritraevano nuda. Si trattava di file che lei conservava nel “cloud” del suo telefono e che avevano esclusiva finalità privata (la giornalista spiegò di averle inviate al suo compagno). Appena immesse in rete, foto e video avevano ricevuto decine di migliaia di visualizzazioni nel giro di pochi minuti con l’hashtag #Leotta che divenuto subito trend topic.
L’ex volto di Sky Sport, nel settembre 2016, subito dopo la diffusione delle sue foto private, aveva reagito pubblicando una nota con il suo ufficio stampa in cui si diceva “amareggiata e indignata” per quanto accaduto. A distanza di mesi, la Leotta tornò a parlare dell’accaduto: “Rifarei quelle foto e soprattutto farei più attenzione alle password dei miei account. Sicuramente non è stato un momento bello. Il fatto di essere un personaggio pubblico mi ha dato la forza di reagire con grinta e positività. Se questa reazione forte fosse stata imitata anche solo da una ragazza con una storia simile sarebbe un successo”.