È inutile, non sopporto l’idea che la destra in Italia sia questa roba qua: cafona, rancorosa, primitiva, plebea. È più forte di me, non sopporto l’idea che in Italia la destra sia roba da bar, da chiacchiere senza senso e senza costrutto. Passatempo cattivista. Che a dirle stupida sia in definitiva più un complimento che un’offesa. E non sopporto questo suo razzismo subdolo. E non sopporto quel suo “prima qualcuno” che prende in giro soprattutto chi la vota.
È inutile, non mi adeguo. E so che, come me, ci sono tanti italiani che vorrebbero una destra diversa: pacata, realista, raffinata. Colta. Una destra che non ostenta cappi e canottiere, che non fa la faccia cattiva per nascondere il suo vuoto di contenuti. Lo so che esistono tanti italiani che vorrebbero una buona destra capace di accettare ed esaltare la complessità della società contemporanea, capace di prendere decisioni senza appellarsi ai rigurgiti culturali di una feccia minoritaria ma rumorosa.
Questi italiani esistono. Questa voglia di una destra corretta, senza megafono, esiste ed è forte. Quel che non esiste, purtroppo, è una classe dirigente in grado di dare risposte a questa esigenza. Non esiste una élite in grado di accettare la sfida di costruire con tanta calma e altrettanta fatica una destra non populista. Forse non potrebbe essere altrimenti dopo la tragedia di una destra corrotta da quella vulgata berlusconiana che, inutile negarlo, è stata la scintilla politica di tutti i populismi di questo inizio millennio.
Ma tant’è, la battaglia è sempre lì, la trincea è lì. E la sfida è sempre la stessa: riuscire a dare voce a un’Italia che ancora oggi non riesce a non essere patriottica, che ancora sogna la modernizzazione e l’unificazione del Paese. A un’Italia che vorrebbe tornare a essere orgogliosa di sé stessa senza dover salutare i propri figli costretti a emigrare per costruirsi un destino migliore. A un’Italia che sa benissimo che per diventare grande ha bisogno di uno Stato che investa di più e spenda di meno. A un’Italia che sa che è inutile prendersela con gli ultimi per cercare di diventare primi. Finché l’Italia non avrà questa destra, questa buona destra, ogni speranza è morta. Ci terremo la feccia e saremo ancora feccia.