Dice che anche lui sta con i pastori ma non per questo annuncia una soluzione in 24 ore. Un chiaro riferimento a Matteo Salvini quello di Luigi Di Maio, arrivato in Sardegna per chiudere la campagna elettorale per le elezioni regionali di domenica 24 febbraio.”Lo dico da ministro. Anche io sto con i pastori, ma non dico che si trova una soluzione e un’intesa in 24 ore”, ha detto il leader del Movimento 5 stelle. “Stiamo tutti con loro ma con i fatti: no a facili slogan – ha aggiunto – I pastori sono indebitati con la regione che oggi li stanno strozzando. Grande disponibilità del governo a dilazionare questi prestiti”.
Il leader del M5s ha criticato l’alleato di governo – citandolo questa volta direttamente – anche in un altro passaggio: “Sentire Salvini che parla di sì al nucleare è una follia“, ha detto il vicepremier, arrivato sull’isola alla fine di un periodo impegnativo. Prima la sconfitta in Abruzzo, in un turno elettorale vinto dalla Lega. Poi tre giorni di silenzio culminati con il post sul blog delle Stelle in cui annunciava la riorganizzazione del Movimento. Quindi il voto su Rousseau con il quale gli iscritti del M5s hanno deciso di votare contro l’autorizzazione a procedere per Salvini. Sarà anche per questo motivo che Di Maio ha evocato il nome dell’alleato anche quando ha rivendicato le liste pulite del M5s. “Stiamo parlando di 60 candidati contro 1600: queste persone qui hanno deciso di metterci la faccia, senza voltagabbana e senza impresentabili. Lunedì entreremo per la prima volta nella storia nel Consiglio Regionale della Sardegna”, ha detto il ministro dello Sviluppo Economico. Un riferimento alla lista degli impresentabili diffusa dalla commissione Antimafia che elenca 8 candidati con pendenze giudiziarie: cinque corrono con il centrodestra.
Quindi Di Maio ha citato la madre di tutta le promesse del M5s: il reddito di cittadinanza. “Un sardo su sei beneficerà del reddito di cittadinanza per formarsi qui e trovare lavoro qui”, ha spiegato prima di rivendicare :”Io il primo decreto che ho fatto è stato il dl dignità”. Dalla platea, uno dei presenti urla: “Io ho trovato lavoro, grazie!”. “Grazie, ti voglio bene, non l’ho pagato eh…”. Più serio il dibattito quando ha spiegato la riorganizzazione del Movimento. “Ho in programma una nuova organizzazione del M5s che non deve servire al movimento ma agli italiani. Siamo al governo ma abbiamo pochi sindaci e presidenti di Regione e le istanze arrivano senza filtro tutte a Roma, ai ministeri. Una forza come la nostra deve essere in grado a livello territoriale di curare tutte le categorie, se ci organizziamo meglio saremo più efficaci”.
Per il vicepremier “la sfida che abbiamo davanti noi al governo non è raccontare meglio quello che abbiamo fatto, lo sento dire anche dentro il Movimento. Ma spiegare quali strumenti abbiamo messo a disposizione per migliorare la vita dei cittadini. Si tratta di diritti, non di favori, che voi vi siete guadagnati votando il 4 marzo. Non dirò mai a chi è in minoranza nelle votazioni (su Rousseau ndr) di andarsene dal Movimento. Io non mi chiuderò mai una stanza per prendere decisioni importanti ma farò prendere la decisione a voi anche se sarò tacciato di non prendermi le mie responsabilità”.
Per il futuro, invece, il ministro dello Sviluppo Economico ha annunciato un piano incentivi che sarà presentato”la settimana prossima. Cosa prevede? “Che al di sopra delle medie imprese gli incentivi si fermino. Vanno solo alle medie, alle piccole e alle piccolissime”. Sulle europee, invece, il leader del M5s ha confermato: “Faremo un gruppo nuovo in Europa. Come il 4 marzo siamo riusciti a evitare che Pd e Fi avessero la maggioranza, lo stesso vogliamo fare in Europa: fare in modo che il Ppe e i Socialisti non abbiano la maggioranza. Puntiamo a essere anche in Europa l’ago della bilancia”.