Nei giorni scorsi si è svolta nel Santuario di Caravaggio un momento di “preghiera” dei fedelissimi dell’ex governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni, impegnato a Roma con i suoi avvocati per il dibattimento nell’ultimo grado di giudizio sul caso Maugeri.
I giudici della Corte di Cassazione ieri si sono espressi e hanno condannato in via definitiva il “celeste” a cinque anni e dieci mesi di carcere. Le porte si apriranno nel caso specifico perché la corruzione in sanità non deve avere come attenuante nemmeno l’età avanzata di chi corrompe.
È stato condannato per il caso Maugeri, ma ricordo come anche i casi San Raffaele, Santa Rita, Stamina si siano insinuati in quel sistema formigoniano della sanità che lui ha sempre utilizzato a scopi privati. Ricordo proprio come alcuni anni fa in una trasmissione di Piero Chiambretti, dove io avrei dovuto porgli alcune domande, se ne andò dopo averle lette e la puntata venne chiusa senza il dibattito finale fra cittadini e “istituzioni” che l’istrionico Pierino organizzava. Oggi risponderebbe?
È stato geniale nel suo organizzare un sistema affaristico sulla salute dei cittadini. Ma il tempo è stato galantuomo. Lui ha introdotto il sistema dei Drg e ha aperto la sanità ai privati. Da un lato positivo per il cittadino perché si sono costituiti infiniti nuovi punti di appoggio per la richiesta di sanità. Ma questo sistema senza controlli adeguati, come io dico da anni e come ho spiegato a Report nel maggio 2010 nella puntata La prestazione di Alberto Nerazzini, eccelle per i singoli operatori sanitari onesti e viene affossato per il gruppo che fa acqua da tutte le parti.
Il Sistema sanitario nazionale proprio a Milano e in Lombardia ha aperto le porte troppo, con le concessioni di Formigoni, al privato senza controllo che seleziona le attività da svolgere, gli interventi da fare e tutto il resto che ha portato sempre più il cittadino a dover pagare di tasca propria e di aver ridotto, a causa della crisi economica, la sua salute.
Ora che quelle porte si chiuderanno dietro le spalle di chi ha costruito il sistema, ripartiamo per riorganizzare radicalmente quella sanità partecipe e dalla parte del cittadino. I grossi sistemi industriali investano ma siano maggiormente controllati per il bene comune non per il proprio. Ho scritto fiumi di parole in questi anni. Nessun partito politico, né di destra né di sinistra, mi ha ascoltato. Non mi hanno voluto in Comune, in Regione, non mi hanno voluto come consigliere nemmeno i nuovi movimenti perché sono un semplice medico onesto che pensa di aver svolto il più bel lavoro del mondo e non vuole che il nostro sistema mutualistico sia distrutto completamente. Rileggeteli e prendete spunto. Se credete.
Oggi è un nuovo giorno per la sanità. Prendetevi cura degli altri, sarà un’ottima cura anche per voi.
Domenico De Felice
Medico, opinionista di sanità
Giustizia & Impunità - 22 Febbraio 2019
Roberto Formigoni, in sanità la corruzione non può avere attenuanti. Mai
Nei giorni scorsi si è svolta nel Santuario di Caravaggio un momento di “preghiera” dei fedelissimi dell’ex governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni, impegnato a Roma con i suoi avvocati per il dibattimento nell’ultimo grado di giudizio sul caso Maugeri.
I giudici della Corte di Cassazione ieri si sono espressi e hanno condannato in via definitiva il “celeste” a cinque anni e dieci mesi di carcere. Le porte si apriranno nel caso specifico perché la corruzione in sanità non deve avere come attenuante nemmeno l’età avanzata di chi corrompe.
È stato condannato per il caso Maugeri, ma ricordo come anche i casi San Raffaele, Santa Rita, Stamina si siano insinuati in quel sistema formigoniano della sanità che lui ha sempre utilizzato a scopi privati. Ricordo proprio come alcuni anni fa in una trasmissione di Piero Chiambretti, dove io avrei dovuto porgli alcune domande, se ne andò dopo averle lette e la puntata venne chiusa senza il dibattito finale fra cittadini e “istituzioni” che l’istrionico Pierino organizzava. Oggi risponderebbe?
È stato geniale nel suo organizzare un sistema affaristico sulla salute dei cittadini. Ma il tempo è stato galantuomo. Lui ha introdotto il sistema dei Drg e ha aperto la sanità ai privati. Da un lato positivo per il cittadino perché si sono costituiti infiniti nuovi punti di appoggio per la richiesta di sanità. Ma questo sistema senza controlli adeguati, come io dico da anni e come ho spiegato a Report nel maggio 2010 nella puntata La prestazione di Alberto Nerazzini, eccelle per i singoli operatori sanitari onesti e viene affossato per il gruppo che fa acqua da tutte le parti.
Il Sistema sanitario nazionale proprio a Milano e in Lombardia ha aperto le porte troppo, con le concessioni di Formigoni, al privato senza controllo che seleziona le attività da svolgere, gli interventi da fare e tutto il resto che ha portato sempre più il cittadino a dover pagare di tasca propria e di aver ridotto, a causa della crisi economica, la sua salute.
Ora che quelle porte si chiuderanno dietro le spalle di chi ha costruito il sistema, ripartiamo per riorganizzare radicalmente quella sanità partecipe e dalla parte del cittadino. I grossi sistemi industriali investano ma siano maggiormente controllati per il bene comune non per il proprio. Ho scritto fiumi di parole in questi anni. Nessun partito politico, né di destra né di sinistra, mi ha ascoltato. Non mi hanno voluto in Comune, in Regione, non mi hanno voluto come consigliere nemmeno i nuovi movimenti perché sono un semplice medico onesto che pensa di aver svolto il più bel lavoro del mondo e non vuole che il nostro sistema mutualistico sia distrutto completamente. Rileggeteli e prendete spunto. Se credete.
Oggi è un nuovo giorno per la sanità. Prendetevi cura degli altri, sarà un’ottima cura anche per voi.
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Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.