Le regole europee vanno riviste perché furono “approvate in fretta” ma “non rispondono all’esigenza di far fronte al veloce rallentamento” in corso. Un rallentamento che “per l’Italia significa recessione” ma che coinvolge “tutte le grandi economie”. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, all’inaugurazione dell’anno accademico all’università Tor Vergata, propone una revisione del Fiscal compact Ue e avverte: “Non ricostruiremo mai la fiducia con i tecnicismi“.
Le regole vanno riviste perché “non consentono di tenere conto della mutevolezza delle condizioni economiche, in tal modo impediscono aggiustamenti discrezionali delle politiche finendo con l’agire in direzione prociclica se non strutturalmente deflattiva”. “L’Italia si è espressa favorevolmente al Fiscal compact quando tutto sembrava sgretolarsi con la crisi – ricorda il ministro – Ma quelle sono regole che funzionano con una crescita sostenuta e non consentono di rispondere alle esigenze della situazione corrente”.
Per fare fronte ai momenti di crisi “quello che sto suggerendo – continua Tria – non è non avere regole ma che nelle politiche economiche i tecnicismi non dovrebbero avere lo stesso peso politico delle ragioni fondamentali del cooperare tra nazioni. Non ricostruiremo mai la fiducia in questo modo”. “Prima dobbiamo guardare perché stiamo insieme e poi guardare se l’architettura risponde efficacemente. E oggi avviene il contrario“, spiega il titolare del Mef. “Durante il processo per l’approvazione della legge di Bilancio” sembrava che l’Italia “volesse mettere in discussione le regole tecniche e addirittura la moneta unica, come se l’unico motivo per stare insieme fosse il rispetto delle regole fiscali”. “Ma il progetto europeo ha bisogno di puntare a qualcosa di più grande, giocando un ruolo più decisivo per una globalizzazione sostenibile”, evidenzia Tria.
La situazione economica
“Le previsione dell’Ue indicano un rallentamento per tutte le grandi economie, Germania, Francia e Italia, un rallentamento che per l’Italia significa recessione, ma la misura del rallentamento è simile“, dice Tria. Con le misura varate dal Governo, “si tenta di dare una risposta alla volontà dei cittadini di uscire dal percorso segnato dalla crisi”, continua il ministro. Poi ammette che “stiamo avendo tassi di crescita più bassi della media Ue” e ora “l’obiettivo è sostenere coloro che più soffrono e dare una spinta agli investimenti pubblici”.
La questione Casapound
Lo stabile di Casapound “è stato già richiesto” dal Mef, riferisce infine Tria, parlando a margine della cerimonia dell’immobile occupato a Roma dal partito di estrema destra: “Ci sono delle competenze diverse nelle varie fasi. L’attuazione dello sgombero richiesto è della Prefettura, io rispetto quello che loro dicono, quando riterranno necessario secondo delle priorità”.