La gioventù di Marella è stata segnata dagli studi in Svizzera, dalla frequentazione dell’Académie des Beaux-Arts e dell’Académie Julian di Parigi, che la indirizzarono verso il mondo della fotografia, lavorando a New York come assistente di Erwin Blumenfeld, e in seguito, rientrata in Italia, come redattrice e fotografa di moda per la casa editrice Condé Nast che pubblicava “Vogue”. Solo successivamente divenne designer di alta moda. Dal 1973 si dedicò alla realizzazione di disegni per stoffe d’arredamento, conquistando negli Stati Uniti il prestigioso premio “Product Design Award of the Resources Council Inc.” (1977).
La sua proverbiale eleganza nel vestire le fece conquistare un posto nell’ambita ‘Hall Of Fame’ delle rivista “Vanity Fair”, dove sono comparsi anche il marito Gianni Agnelli e il nipote Lapo Elkann. Un’icona di stile ritratta anche dal re della Pop Art Andy Warhol che nel 1973 la inserì insieme con il marito in una delle sue famose serie di serigrafie colorate, dove erano già comparsi, tra gli altri, Mao, Marilyn Monroe e Liz Taylor. E immortalata nei celeberrimi scatti glamour del fotografo Richard Avedon.
Un sigillo di imperitura consacrazione nella vita di Marella Caracciolo fu impresso il 19 novembre 1953: quel giorno sposò Gianni Agnelli nel castello di Osthoffen, a Strasburgo, in Francia, dove il padre era il rappresentante diplomatico italiano presso il Consiglio d’Europa. Il loro matrimonio sembrò quasi inevitabile, tra membri di una stretta cerchia elitaria all’interno della quale i due si scelsero. E divennero una coppia che nulla riuscì mai a mettere in crisi, nemmeno quando l’Avvocato, nelle interviste, confessò: “Non è detto che un marito fedele sia anche un buon marito”.