Se qualcuno pensa che la pubblicità italiana abbia ormai toccato il fondo (l’anno scorso, con gli zombie di Buondì Motta), si sbaglia di grosso. Si può fare di più. Ad esempio sfottendo non un personaggio pubblico, ma addirittura un’intera parte politica che per giunta sta al governo: il Movimento 5 Stelle. Come? Facendo il verso al gruppo dirigente e alla base con una promozione che mima sarcasticamente la trafila per ottenere il reddito di cittadinanza.
Così ha fatto la Zuegg per i succhi di frutta Skipper. “Ci avete assillato un anno intero perché volevate i succhi gratis”, attacca subito briga il copy, “adesso chi non va sul sito a dimostrare di meritarli davvero è una scia chimica“. Segue il link alla landing page del concorso con quesiti che imitano nei toni e nei modi le frange dei terrapiattisti e dei fedeli alle scie chimiche che pure fan parte del Movimento. A quanto pare, lo scherzo non è piaciuto granché: effettivamente è un po’ scontato, e inoltre non fa ridere.
Nella furia cieca delle reazioni, nella superficialità dei commenti sui social e nella fretta di indirizzare lo sciame degli indinniati contro i presunti responsabili, ad andarci di mezzo è stata la brava direttrice creativa dell’agenzia Marimo di Roma, che non c’entra assolutamente nulla e per l’azienda ha progettato al massimo dei packaging. Il settore digital della Zuegg, infatti, va avanti in modo indipendente dal resto della comunicazione. Ma tanto ormai il polverone è montato e su Twitter si continua da giorni a promuovere il boicottaggio della Zuegg.
Scusi D.ssa Paola Manfroni @paolamanfroni, è lei la direttrice creativa di questa INFAME campagna pubblicitaria di @MarimoRoma concepita per conto di @Zuegg_Italia che offende milioni di italiani?https://t.co/lZMoKR3SRe pic.twitter.com/Vv60wwc5AR
— ᐯᗩᒪᙓᙏᗩᙏᙓᒪI⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️ (@ValeMameli) 20 febbraio 2019
Il succo del discorso, che a questo punto sarà già andato di traverso alla marca, è che a dispetto di quanto predicano i vari guru del social, e cioè che le marche oggi hanno una grande opportunità di business se si schierano eticamente (e perché no, a sto punto anche politicamente, nda), questa strategia si rivela assolutamente demenziale, come in passato ho già avuto modo di spiegare e come altri ribadiscono oggi. Quando le marche seguono questi pessimi consigli, i primi a non bersela sono i consumatori.