L’acqua? La bevanda di certo più naturale, fisiologica e priva di calorie. Il nostro fabbisogno giornaliero di acqua è soddisfatto soprattutto dal bere. La scienza (e il buon senso) non ha dubbi sul fatto che bere acqua faccia bene. Ma è imperativo assumere otto bicchieri al dì, come spesso leggiamo?
Il dato lo contesta e parla di vera e propria bufala il medico Aaron E. Caroll, pediatra statunitense dell’Indiana University, con una notevole e lunga esperienza sui falsi miti in medicina. Il pediatra, pur riconoscendo l’ovvio valore per l’organismo dell’acqua, ci tiene a ribadire che “Chi non riesce a raggiungere questa soglia non rischia la disidratazione, né tantomeno di finire con la pelle secca e rugosa”.
Ma da dove nasce questa presunta regola? La raccomandazione degli otto bicchieri deriva dalla prescrizione della Food and nutrition board (un’organizzazione Usa per la sicurezza nell’ambito della nutrizione). Un neo non da poco: risale al 1945. E nonostante ciò, si tratta di una credenza dura a morire, visto che continua ancora oggi a campeggiare sui media e ci sono esperti che ne motivano la ragione. La prova? Basta fare una ricerca in Rete e si troveranno paginate e paginate di interventi pronti a giurare su questo tipo di scelta. Sarebbe però ormai il caso che potessimo limitare questa leggenda metropolitana una volta per tutte.
In primis, ricordando quello che sembra un luogo comune, ossia che la maggior parte di liquidi è contenuta nel cibo che ingeriamo. Come afferma la moderna scienza dell’alimentazione: “Grandi quantità di liquidi sono presenti in frutta e verdura”. Per cui se ne consumiamo, facciamo già una buona scorta di acqua. La morale è che bere fa bene alla salute, ma non troppo né, soprattutto, a comando.
Uno studio condotto dai ricercatori della Monash University, una delle più prestigiose università australiane, ha rivelato per primo il meccanismo che è in grado di regolare il consumo dei fluidi nel corpo umano. Si parla di una sorta di “valvola” che impedisce di bere troppo. E se si fanno eventuali “errori?” Si può presentare qualche problema. Viene in aiuto lo studio pubblicato online su Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences, prestigiosa rivista americana) che ha sfatato il mito dei famosi otto bicchieri d’acqua al giorno per stare bene. Traducendo, “Se facciamo quello che ci chiede il nostro corpo, quello di bere, probabilmente facciamo bene, ma attenzione: il consiglio è quello di bere in base alla sete piuttosto che rispettando uno schema elaborato”, ricorda Michael Farrell, uno dei ricercatori della Monash University.
È solo Farrell a pensarla così? Tutt’altro. C’è anche la dottoressa Margaret McCartney che sul British Medical Journal ha acceso un forte dibattito mettendo in discussione la raccomandazione del Servizio sanitario britannico di assumere otto bicchieri di acqua al dì. McCartney è stata chiara: “Non c’è alcuna evidenza scientifica che certifichi la pratica di bere otto bicchieri d’acqua al giorno. In più c’è da ricordare che bere in eccesso rischia di abbassare i livelli di sodio”.
Sulla stessa lunghezza d’onda la Società americana di nefrologia, che però ricorda l’importanza di mantenere in equilibrio la quota di acqua presente nell’organismo, tenendo presente che verdure, ortaggi, minestroni, brodi vegetali, frutta ecc. non devono mancare nell’alimentazione quotidiana. Attuarlo non è difficile. Come? Pareggiando le entrate e le uscite. Questo è vieppiù importante in estate, sotto il solleone, e dopo l’attività sportiva, quando c’è maggiore sudorazione. L’imperativo è compensare le perdite. In queste condizioni non è sicuramente consigliato affidarsi solo al senso della sete e basta, che potrebbe comparire quando invece si è già verificata l’eventuale carenza idrica.