In un colloquio con Il Corriere della Sera, il premier scaccia le voci di elezioni anticipate e rassicura sulla tenuta dell'esecutivo, anche se la Lega dovesse fare il pieno di voti. "Nessuna instabilità, riforme in programma"
Niente elezioni anticipate all’orizzonte e nessuna patrimoniale. E ancora, lo stato dell’economia e le valutazioni delle agenzie di rating. Ostenta sicurezza il premier Giuseppe Conte, che in un colloquio con Massimo Franco per Il Corriere della Sera ribadisce l’intenzione di restare a Palazzo Chigi per “l’intera legislatura”. Non preoccupano le imminenti scadenze elettorali, Europee in primis, così come la prospettiva di un ribaltamento di peso specifico tra le due forze di maggioranza che lo sostengono. “Il governo terrà: anche dopo le Europee. Ho visto che Fitch ci classifica come Paese stabile con prospettive negative legate soprattutto all’instabilità politica; addirittura ipotizza elezioni anticipate in questo 2019. Sinceramente, questa instabilità non riesco proprio a vederla. Per questo rimango convinto che andremo avanti. La spinta per il cambiamento e le riforme non si è ancora esaurita”.
“È da escludersi – aggiunge inoltre – l’imposizione di una patrimoniale. Ed escludo una manovra correttiva, anche perché è stato inserito il meccanismo cautelativo che prevede il blocco a luglio della spesa per due miliardi di euro nell’ipotesi che i conti pubblici non siano in linea con le previsioni”.
Dopo il giudizio dell’agenzia internazionale, che ha confermato la tripla B con outlook negativo, il presidente del Consiglio rassicura sulla solidità del governo, forte anche dei sondaggi: “Passo lunghe ore a lavorare a Palazzo Chigi, ma viaggio anche molto per l’Italia. E credetemi: la voglia di archiviare la vecchia politica e i vecchi partiti non solo rimane intatta ma in questi mesi si è consolidata, nell’opinione pubblica. D’altronde, mi pare che i sondaggi ci diano un consenso alto, inusuale nello stesso contesto europeo. Non può essere un caso o un errore”.
I sondaggi, però, danno anche la Lega stabilmente oltre il 30%, con il Movimento Cinque Stelle in calo rispetto al 4 marzo 2018. Ma per il premier non c’è alcun rischio in agguato: “Forse, e sottolineo forse, perché la campagna elettorale sarà lunga, durerà fino a maggio inoltrato”, osserva, “potrebbe anche accadere che le forze della maggioranza possano ricevere un consenso proporzionalmente diverso rispetto alle Politiche di un anno fa. Ma se anche accadesse, questa esperienza di governo non ne risulterebbe condizionata”.
Le Europee del 26 maggio, quindi, non comporteranno scosse, secondo Conte: “So di avere l’appoggio e il sostegno di leader politici avveduti e responsabili, che dunque non compiranno l’errore madornale di interrompere l’esperienza di un governo nato per realizzare un ampio disegno riformatore. Ci sono 14 decreti attuativi in attesa di entrare in vigore. È questa la ragione per la quale non vedo scosse nè dopo il voto in Sardegna, nè dopo le Comunali in Sicilia; nè, ripeto, dopo le Europee“.
Sull’avvitamento dell’economia e sulla reputazione internazionale dell’Italia, il premier tiene il punto: “So quanto costa e quanto sia insidioso ignorare gli effetti di uno spread alto: per i nostri conti, per gli investimenti, e per la stessa credibilità internazionale dell’Italia. Ma non può essere un totem che condiziona ogni scelta di politica economica”.