Le colpe dei padri ricadono sui figli? E’ il leit motiv e il titolo della ultima puntata di Otto e Mezzo (La7). La domanda viene posta dalla conduttrice ai suoi ospiti. Secondo l’ex senatore di Forza Italia, Augusto Minzolini, non ci sono differenze nei casi che hanno coinvolto i genitori di Matteo Renzi, il padre di Maria Elena Boschi, quello di Luigi Di Maio e quello di Alessandro Di Battista.
Gruber ribadisce: “Ricordiamolo, hanno dei padri un po’ truffaldini. Uno, ad esempio, ha fatto abusi edilizi e dato lavoro in nero (Antonio Di Maio, ndr)”.
Il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Fabrizio d’Esposito, commenta: “Non c’è equiparazione tra i padri di Di Maio, di Di Battista, di Renzi e di Maria Elena Boschi. La domanda che ci dobbiamo porre non è quella storica e teologica relativa alle colpe dei padri che ricadono sui figli. Peraltro, Renzi e Boschi sono di famiglia democristiana, cioè di quella Italietta di provincia che ha fatto del “tengo famiglia” un vessillo da innalzare in tanti casi. Il punto è un altro: Matteo Renzi ha fatto qualcosa che potesse aiutare il padre, quando faceva politica?”.
D’Esposito spiega: “Le vicende relative ai padri di Di Battista e soprattutto di Di Maio risalgono a quando entrambi gli esponenti del M5s erano molto giovani. Di Maio era un ragazzetto. E’ diverso il caso di Boschi, che non partecipa al Consiglio dei ministri per la vicenda Etruria, si astiene, viene accusata di conflitto d’interesse, va a chiedere all’ex di Unicredit Ghizzoni se può aiutare la banca del papà. Lo stesso Renzi, alla vigilia della sua candidatura alla Provincia di Firenze, si fece pagare successivamente della stessa Provincia i contributi per una delle società del padre”.
E chiosa: “No c’è, quindi, equiparazione tra i quattro casi. La domanda che, secondo me, opinione pubblica e giornalisti si fanno è la seguente: Renzi e Boschi possono aver aiutato i loro padri a fare quello che hanno fatto?”
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