Carissimo Jung, penso alla tua opera indimenticabile sugli Archetipi dell’Inconscio Collettivo per spiegarmi qualcosa di quanto accede in questi giorni nel panorama politico italiano che, tanto per cambiare, è di stampo politico-giudiziario.
Leggo i giornali di ogni colore e dovunque si parla di Silvio Berlusconi. Ma in chiave nuova, oserei direi; rubandoti il termine, definibile “paradossale”. Nella tua opera hai raccontato al mondo che, allorquando un simbolo, un’immagine, un archetipo, vengono usati ed abusati, tanto da divenire “patrimonio” del lessico comune e dei percorsi cognitivi automatici della gente, perdono la loro natura identitaria, venendo “levigati” dal linguaggio collettivo ed assumendo un ruolo paradossale, nel senso cioè di trasformarsi in “luoghi comuni” e fonti ispirative per altro, anche al di fuori dalla loro dimensione reale.
Oggi Berlusconi non c’entra con la cronaca (neppure quella giudiziaria, pensa!) eppure lo stesso B. assorbe in sé tutte le news e diviene la lente attraverso cui queste vengono raccontate dalle penne più disparate. Le notizie sono così scritte e riscritte, lette e rilette, secondo la chiave del mito divenuto archetipo collettico. In questi giorni tutto “si è fatto Berlusconi”: dai 5Stelle che “immunizzano” Salvini, agli anti-immunità che trattano gli immunizzatori come seguaci della berluscocrazia, passando per Salvini che si berlusconizza, facendosi immunizzare. Ma non solo: sul fronte giudiziario parallelo e più tradizionale, la condotta della famiglia Renzi viene accostata a Berlusconi, il figlio Matteo ed i suoi fedelissimi politici usano toni che “non si sentivano dai tempi di Berlusconi”, fino ai silenzi degli altri del Pd che farebbero gli struzzi come, al tempo, facevano quelli del centro-destra, silenti dinnanzi all’imbarazzo per il capo politico Berlusconi.
Come dire: dove c’è giustizia (o ingiustizia, non importa) c’è Berlusconi. La sua immagine si è traslata a spazio cognitivo e mitologico del pubblico e dei commentatori.
Se dovessi costruire un’immagine dell’archetipo che si fa paradosso e dovessi disegnare una vignetta che riassume la stampa di questi giorni convulsi, immaginerei la statua della Giustizia con il ghigno di B. Ed il paradosso sta nel fatto che Berlusconi stavolta nulla c’entra. Questa elevazione archetipica dei “derivati berlusconiani”, costituita dalla complessità magmatica e manichea di chi a costoro è solidale, seguace oppure, al contrario, acerrimo nemico (poco importa la differenza nella costituzione del mito) elevando l’archetipo “ad exemplum” della sacralità (anche luciferina) del modello (Berlusconi) fa rimbalzare il pensiero, dal saggio con il quale tu (Jung) ci hai disvelato la natura ed il ruolo dei collettivi, alle pagine più profonde delle Confessioni di Sant’Agostino, quando il pensatore, convertitosi, si rivolge al “mito”, che aveva tanto disatteso nel corso della sua vita precedente, per sottolineare la sfrontatezza intellettuale e l’imbarazzo con il quale “l’allievo” si rivolge “al maestro”, assumendo in pieno quell’anelito alla redenzione che viene dal peccato derivante dal sentirsi così prossimo al modello.
Si dirà: Sant’Agostino ha provato tanto “imbarazzo” perché si rivolgeva alla divinità e ciò non è paragonabile, per evitare blasfemia, alla “bassa cucina” del mito negativo e delle bieche questioni di giustizia terrena. Tutto vero; a costo, però di voler sostenere che l’archetipo, il mito e le altre forme di coscienza collettiva debbano, per forza, essere rappresentate solamente dal bene per antonomasia. Ma il nostro essere assume miti di ogni tipo ed il percorso dei neuroni che si formano sulla base di questi non distinguono il bene dal male. La prova, ripeto, è nei giornali di questi giorni e nella definitiva consacrazione ad archetipo collettivo di B. e del rapporto con la giustizia di ogni cittadino e di ogni politico.
Nei secoli dei secoli. Amen.
Luca D'Auria
Avvocato e docente di Diritto
Media & Regime - 24 Febbraio 2019
Una spiegazione psicanalitica del mito di Berlusconi
Carissimo Jung, penso alla tua opera indimenticabile sugli Archetipi dell’Inconscio Collettivo per spiegarmi qualcosa di quanto accede in questi giorni nel panorama politico italiano che, tanto per cambiare, è di stampo politico-giudiziario.
Leggo i giornali di ogni colore e dovunque si parla di Silvio Berlusconi. Ma in chiave nuova, oserei direi; rubandoti il termine, definibile “paradossale”. Nella tua opera hai raccontato al mondo che, allorquando un simbolo, un’immagine, un archetipo, vengono usati ed abusati, tanto da divenire “patrimonio” del lessico comune e dei percorsi cognitivi automatici della gente, perdono la loro natura identitaria, venendo “levigati” dal linguaggio collettivo ed assumendo un ruolo paradossale, nel senso cioè di trasformarsi in “luoghi comuni” e fonti ispirative per altro, anche al di fuori dalla loro dimensione reale.
Oggi Berlusconi non c’entra con la cronaca (neppure quella giudiziaria, pensa!) eppure lo stesso B. assorbe in sé tutte le news e diviene la lente attraverso cui queste vengono raccontate dalle penne più disparate. Le notizie sono così scritte e riscritte, lette e rilette, secondo la chiave del mito divenuto archetipo collettico. In questi giorni tutto “si è fatto Berlusconi”: dai 5Stelle che “immunizzano” Salvini, agli anti-immunità che trattano gli immunizzatori come seguaci della berluscocrazia, passando per Salvini che si berlusconizza, facendosi immunizzare. Ma non solo: sul fronte giudiziario parallelo e più tradizionale, la condotta della famiglia Renzi viene accostata a Berlusconi, il figlio Matteo ed i suoi fedelissimi politici usano toni che “non si sentivano dai tempi di Berlusconi”, fino ai silenzi degli altri del Pd che farebbero gli struzzi come, al tempo, facevano quelli del centro-destra, silenti dinnanzi all’imbarazzo per il capo politico Berlusconi.
Come dire: dove c’è giustizia (o ingiustizia, non importa) c’è Berlusconi. La sua immagine si è traslata a spazio cognitivo e mitologico del pubblico e dei commentatori.
Se dovessi costruire un’immagine dell’archetipo che si fa paradosso e dovessi disegnare una vignetta che riassume la stampa di questi giorni convulsi, immaginerei la statua della Giustizia con il ghigno di B. Ed il paradosso sta nel fatto che Berlusconi stavolta nulla c’entra. Questa elevazione archetipica dei “derivati berlusconiani”, costituita dalla complessità magmatica e manichea di chi a costoro è solidale, seguace oppure, al contrario, acerrimo nemico (poco importa la differenza nella costituzione del mito) elevando l’archetipo “ad exemplum” della sacralità (anche luciferina) del modello (Berlusconi) fa rimbalzare il pensiero, dal saggio con il quale tu (Jung) ci hai disvelato la natura ed il ruolo dei collettivi, alle pagine più profonde delle Confessioni di Sant’Agostino, quando il pensatore, convertitosi, si rivolge al “mito”, che aveva tanto disatteso nel corso della sua vita precedente, per sottolineare la sfrontatezza intellettuale e l’imbarazzo con il quale “l’allievo” si rivolge “al maestro”, assumendo in pieno quell’anelito alla redenzione che viene dal peccato derivante dal sentirsi così prossimo al modello.
Si dirà: Sant’Agostino ha provato tanto “imbarazzo” perché si rivolgeva alla divinità e ciò non è paragonabile, per evitare blasfemia, alla “bassa cucina” del mito negativo e delle bieche questioni di giustizia terrena. Tutto vero; a costo, però di voler sostenere che l’archetipo, il mito e le altre forme di coscienza collettiva debbano, per forza, essere rappresentate solamente dal bene per antonomasia. Ma il nostro essere assume miti di ogni tipo ed il percorso dei neuroni che si formano sulla base di questi non distinguono il bene dal male. La prova, ripeto, è nei giornali di questi giorni e nella definitiva consacrazione ad archetipo collettivo di B. e del rapporto con la giustizia di ogni cittadino e di ogni politico.
Nei secoli dei secoli. Amen.
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Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".