L'aumento di 70mila euro del capitolo di bilancio del Comune sugli "organi istituzionali" ha portato le opposizioni a minacciare le dimissioni Il consigliere Di Nardo: "Operazione compiuta in gran segreto e in una fase di difficoltà economica alla luce dell'operato dell'amministrazione. Non contesto l'idea in linea di principio"
Si aumentano lo stipendio e l’indennità e le opposizioni minacciano le dimissioni di massa. Succede a Ortona, in Abruzzo. Il sindaco Leo Castiglione, eletto nel 2017 a capo di una coalizione civica (in passato assessore di destra) e la sua giunta hanno deciso infatti di far lievitare a quota 211mila euro il capitolo di bilancio 2019 sugli “organi istituzionali”, rispetto agli attuali 139mila euro. “Un vergognoso e unilaterale atto di arroganza, che sottrae 70mila euro alle casse pubbliche, alle tasche degli ortonesi”, accusa Angelo Di Nardo, capogruppo locale di Fratelli d’Italia, Lega e lista Libertà e Bene Comune per Ortona. La vede diversamente il primo cittadino che in una nota ufficiale sostiene la necessità di amministratori a tempo pieno con relativo compenso adeguato: “Forse disfunzioni e cattiva amministrazione sono il frutto di un impegno solo part-time“.
Di Nardo invita tutti gli altri consiglieri comunali, con un appello bipartisan, a incontrarsi da un notaio per firmare la fuoriuscita collettiva dal Consiglio in carica. Secondo il consigliere “si tratta di un’operazione compiuta in gran segreto, inserendo il provvedimento tra le pieghe del Documento unico di programmazione che peraltro ci è stato consegnato ad appena cinque giorni dal suo esame in Consiglio. La dimostrazione che il sindaco e la sua maggioranza hanno la coscienza sporca e hanno cercato di far passare questa misura inaccettabile e provocatoria sotto silenzio“.
Di Nardo in realtà non è contrario “in linea di principio” all’idea di aumentare i compensi dei consiglieri. “Non contesto – sottolinea – l’idea che gli amministratori abbiano diritto a degli stipendi più congrui“. “Ma quello che Castiglione e la sua giunta non capiscono – continua – dimostrando distanza e disinteresse rispetto alle ragioni dei cittadini, è che in una fase di generale difficoltà economica e alla luce dell’operato di un’amministrazione che non è riuscita a intervenire sulle principali criticità del territorio, si sono prodotte ricadute negative in termini di servizi e qualità della vita che non giustificano in alcun modo l’aumento degli stipendi a favore dei membri dell’esecutivo”. Gli dà manforte il consigliere comunale Peppino Polidori, già candidato primo cittadino per il centrodestra: “Sindaco e giunta si aumentano lo stipendio, mentre la città rimane ferma senza una idea di futuro. Un segno di prepotenza e calcolo a danno delle persone che invece chiedono più servizi ed efficienza”.
Il sindaco e la sua giunta hanno risposto con una nota ufficiale: “L’aumento è in realtà il ripristino della situazione delle indennità prima del luglio 2015, quando dopo una prima riduzione del 10% nel 2013 rispetto alla tabella ministeriale fissata dal D.Lgs. n.119 del 4/04/2000, la faida interna al Pd consumatasi nell’amministrazione d’Ottavio aveva portato i consiglieri della stessa maggioranza a tagliare ulteriormente i compensi al solo scopo di togliere dignità alla giunta di allora”. E già allora Castiglione avrebbe perorato la causa di avere amministratori a tempo pieno che facessero solo questo nella vita, con gli adeguati compensi del caso. “Forse le disfunzioni e la cattiva amministrazione che ha subito questa città negli anni passati sono il frutto di un impegno solo part-time degli amministratori, favorendo invece solo chi aveva un vitalizio già acquisito”.